[FM15] - Ai confini della realtà - Ista seriu Sardigna no est Italia

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28/04/2014

Sono giorni di fuoco qui a queste latitudini, stranamente anche dal punto di vista meteorologico cosa che di norma non capita mai. Ma non è per questo che sono giorni di fuoco. Questa terra è sempre più sconquassata da ribollimenti interni come mai nella storia. Ma non è stato un caso che si è scelto questa data per provare a spaccare il mondo come noi lo conosciamo. Oggi si decide il nostro destino, sono sinceramente daccordo con moderazione rispetto a quello che è il nodo centrale del referendum odierno. I sondaggi forse per la prima volta danno una schiacciante maggioranza a favore del SI e se allora questo davvero fosse il nostro destino ancora nessuno sa davvero cosa ci riserverà il futuro :look:

Mai come in questi ultimi anni il malcontento verso ciò che in Sardegna viene chiamato generalmente il "continente" con tutto il bagaglio che ne segue (politica, società, media e via via) è stato così alto. Ancora una volta le cronache locali (e solo quelle ovviamente) parlano insistentemente dello schifo delle servitù militari, di come l'Italia si sia piegata al volere USA regalando intere porzioni di territorio Sardo (spesso le zone migliori) e dei casi di tumore nelle zone vicine ai poligoni di tiro dove in passato è stato usato senza nessun problema il famigerato uranio impoverito. Alcune inchieste si occupano di responsabilità ma questa volta sembra proprio che questa gente testarda, umile, gentile, sospettosa ma anche altrettanto generosa si sia stufata per davvero e ora voglia dire BASTA!!!
I primi tra i colpiti furono i tifosi del Cagliari, a ricordare al resto d'Italia che loro non dimenticavano...
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Ma la voce di un popolo che stenta ad arrivare al milione e mezzo è come un sussurro nel vento e allora forse da oggi si riscrive la storia....
Accendo la TV in attesa dei risultati, e ripeto quanto detto prima, non è un caso che sia stata scelta la ricorrenza di Sa die de sa Sardigna per avere questo responso. Proprio il giorno in cui da oltre 20 anni si festeggia in tutta l'Isola la ricorrenza della sommossa dei vespri sardi del 28 Aprile del 1794 contro quello che allora era il "governo" centrale sabaudo in contrapposizione alle richieste di essere parte decisionale da parte di quello che era al tempo il Regno di Sardegna.
Non mi soprende infatti, che il referendum si chiuda con una percentuale altissima di SI che votano per l'autonomia dall'Italia, scene di giubilo in strada e città che si riversa a festeggiare come solo poche volte è capitato e sempre per questioni strettamente legate allo sport....

Già, mentre penso a questo, è proprio in quel momento che mi pongo la prima domanda dall'annuncio della vittoria del SI... e con lo sport come faremo? :look:

Primi di Maggio 2014!

Le cose stanno scivolando via rapidamente... il Governatore della Sardegna è già salito sul carro dei vincitori e sta per portare in aula consiliare una serie di proposte che devono portare ad un primo abbozzo di scissione. Per la prima volta si parla davvero di indipendenza a queste latitudini. Già durante tutto il mese di Maggio ci sono i primi passi importanti: braccio di ferro con il governo centrale di Roma per essere riconosciuti ma al tempo stesso si fa pressione alla UE perché dirima la questione. Alcuni esponenti di spicco locali addirittura paventano di andare fino a Strasburgo se non arrivassero novità da Roma o da Bruxelles. Nel frattempo sottotraccia a campionato in corso c'è anche un'altra realtà che si sta muovendo nei corridoi del potere, il Cagliari Calcio.
Il presidente Giulini, da poco insediatosi sulla poltrona di comando del club più importante di tutta la regione (ma ormai forse è il caso di chiamarla nazione), è un lombardo trapiantato da tanti anni per lavoro in questa terra e come tanti altri "non" sardi capitati di qui, per lui è stato difficile pensare di andarsene via. Il presidente sembra avere un progetto, sa che deve sfruttare la forte radicalizzazione nel territorio regionale della sua squadra, l'orgoglio e il senso di appartenenza di un popolo che si stringe attorno ai colori rossoblù, per questo non può che appoggiare questa idea di indipendenza ma come si può pensare di lasciare la serie A, i suoi soldi e la visibilità di campionati professionistici come quelli organizzati dalla FIGC?

Infatti semplicemente non si può! Giulini ha un progetto, dicevamo... però pare che la FIGC non sia troppo contenta di questo scombussolamento; da qui a Luglio quando ci saranno i calendari dei nuovi campionati non è previsto un consiglio federale, tra l'altro la federazione è concentrata sui mondiali brasiliani in quel periodo e una modifica così profonda deve per forza di cose passare per un iter ben preciso.

A metà Maggio 2014 però le cose si smuovono, con una mossa a sorpresa la UE riconosce lo status di nazione autonoma alla Sardegna che tramite il Governatore in carica Pigliaru prende la palla al balzo e inizia a promulgare leggi per la neonata nazione. La gestione dei contributi statali passa da Roma a Cagliari e il governo Italiano da un giorno all'altro rimane con il cerino in mano. Forse per la neonata nazione è una scelta avventata, ci sono tante cose in ballo oltre che questo e mettersi muro contro muro con i "continentali" forse non fa bene alla causa generale. Qui entra in scena il Presidente Giulini che vola a Roma e parla con i massimi esponenti del calcio italiano e insieme ad alcuni politici sardi eletti in Parlamento prova ad avere colloqui informali con il Premier italiano. Bisogna ricucire lo strappo e soprattutto pensare al lato sportivo. A queste trattative partecipa solo il Cagliari anche se tutte le altre squadre sarde sono dietro il carro principale solo che il loro potere contrattuale è così basso che pensano più al rischio di vedersi cancellati dai tornei FIGC. In effetti un campionato "sardo" avrebbe poco senso, il Cagliari è troppo più forte di qualunque squadra presente sul territorio, per molti presidenti i soldi sono già pochi bazzicando tra Eccellenza e Serie D figuriamoci se dovessero vedersi ridotti gli introiti giocando un campionato dove non ci sarebbero interessi televisivi, poco pubblico e attenzione dei media quasi nulla...

A fine Maggio 2014 si arriva ad una doppia conclusione, un po' perché la Federazione ha altro a cui pensare, i Mondiali in Brasile stanno per iniziare e un po' perché a Roma pensano che i Sardi siano impazziti davvero... Una delle regioni più povere che decide di staccarsi da una nazione che per quanto in crisi economica è pur sempre dentro il G8! Roba da pazzi, ma che guadagno possono avere?
Su questo aspetto ci sarebbe tanto da poter dire, ci sono i pro e i contro da ogni prospettiva la si voglia vedere, ma quel che è più importante è che la FIGC detta le condizioni per la permanenza delle squadre sarde dentro i confini italiani. Il Cagliari sarà retrocesso in Lega Pro (pur essendosi brillantemente salvato l'anno appena concluso), diciamo che paga per tutti ma viene concesso a tutte le squadre sarde di partecipare ai campionati pro e semi pro organizzati dalla FIGC. Nel frattempo in Via Roma presso la sede del Consiglio Regionale (curioso che il palazzo della Regione abbia sede davanti al porto di Cagliari proprio nella via che prende il nome della capitale d'Italia) parte tutta la macchina legislativa.....

Chi è Sardo e chi no? Che lingua ufficiale avrà la nuova nazione?

Fine Maggio 2014!
Le regole sono pronte, la nazione Sarda denominata d'ora in poi SARDIGNA ha stabilito che la nazionalità sarda si otterrà:

NAZIONALITÀ DI DIRITTO:
1) essere nato sul suolo Sardo anche non da genitori sardi
2) avere almeno un genitore sardo di nascita

NAZIONALITÀ ACQUISITA:
1) Ottenimento per meriti speciali:
1a) aver risieduto per almeno 3 anni consecutivi in Sardegna
1b) far parte della top 11 eletta dai tifosi del Cagliari Calcio
1c) far parte della top 10 per numero di presenze in competizioni ufficiali con la maglia del Cagliari Calcio
1d) far parte della top 10 per numero di reti realizzate in competizioni ufficiali con la maglia del Cagliari Calcio
1e) aver indossato la fascia di capitano del Cagliari calcio
2) Ottenimento onorario:
2a) aver fatto parte della rosa del Cagliari Campione d'Italia 1969-70
2b) far parte della hall of fame del Cagliari Calcio al 30/06/14

Alcune norme sono state concordate con il Presidente Giulini stesso in base ad una serie di accordi tra società sportiva e istituzioni

1° Giugno 2014

A pochi giorni dall'inizio della stagione il lavoro procede. Praticamente tutta la Sardegna spinge perché Luigi Riva diventi presidente della Federazione Calcio della neonata Sardigna e stranamente visto il suo carattere schivo, il bomber rossoblù, l'autentico mito incontrastato accetta il ruolo sostenuto a gran voce da tutto un popolo.
Come prima mossa Riva chiama incredibilmente niente popo' di meno che Gianfranco Zola come primo storico CT della neonata nazione autonoma. Il presidente Giulini dopo aver spinto e sostenuto con ogni mezzo questo processo di autonomia anche e soprattutto sul piano sportivo si trova, però, con il cerino in mano. L'allenatore sul quale il Cagliari faceva affidamento finisce ora in nazionale (e con lui si muove anche Casiraghi suo vice) per cui con una mossa audace Giulini riceve le candidature dei pochi allenatori che possono allenare il Cagliari partendo dalla Lega Pro tra cui la nazionalità Sarda.

:popcorn: seguo anche se l'avere solo uno zio sardo mi esclude dal poter essere selezionato... :uffi:

seguo con curiosità

Citazione:

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Originariamente Scritto da Folletto Gigante

:popcorn: seguo anche se l'avere solo uno zio sardo mi esclude dal poter essere selezionato... :uffi:

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mannaggia... vedrò di parlare con il Governatore Pigliaru per capire se c'è lo spazio per un adeguamento delle regole di cittadinanza :asd:

Citazione:

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Originariamente Scritto da maimau

seguo con curiosità

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grazie ;) lurko anche io la tua ma non ho ancora scritto perché ultimamente sto seguendo troppe cose e non ci sto dietro a tutto ma è in lista per farmi la canonica full immersion come capitato con altre storie di recente :esd: