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Il thread del doping
Atletica, Russia e Kenya nel mirino. Sistema doping diffuso
Una talpa della Iaaf ha girato 5000 passaporti biologici che sono stati sottoposti al vaglio di due esperti dell'antidoping, secondo: un terzo delle medaglie 146 fra cui 55 ori) nelle gare di fondo sono state conquistate tra il 2001 e il 2012 alle Olimpiadi e ai mondiali da atleti sospetti. La Russia è l'epicentro del fenomeno con un 80% - secondo gli esaminatori – di medaglie "sospette"; 18 medagliati keniani hanno altresì valori border line
Una grande inchiesta condotta dal Sunday Times e dall’emittente tedesca ARD/WRD inchioda la Iaaf (la Federatletica mondiale) a due settimane dalle elezioni che promuoveranno il successore del discusso Lamine Diack, con il britannico Sebastian Coe – favorito – e Sergey Bubka a contendersi una delle poltrone più importanti del mondo dello sport: 12mila test del sangue, riguardanti 5mila atleti, mostrano infatti “la straordinaria volontà di barare da parte degli atleti dei maggiori eventi”. I dati appartengono alla Iaaf, ma sono stati passati da un informatore a due scienziati di levatura internazionale: gli australiani Robin Parisotto e Michael Ashenden. Secondo i due esperti dell'antidoping, questo enorme database rivela che un terzo delle medaglie - ben 146, compresi 55 ori – di Olimpiadi o Mondiali disputati tra il 2001 e il 2012 sono state conquistate da atleti con valori sospetti.
L'INCHIESTA — In particolare: i risultati delle analisi del sangue riguardanti oltre 800 atleti i risultati hanno evidenziato dati “altamente sospetti o quantomeno anomali”; dieci medaglie di Londra 2012 sono state vinte da atleti con valori “sospetti”; la Russia è l’epicentro del sistema, con oltre l’80% delle medaglie ottenute da atleti con test anomali, ma emerge anche il fenomeno Kenya, 18 medaglie con corridori border line; star come Mo Farah e Usain Bolt non hanno registrato anomalie; gli atleti utilizzano sempre di più trasfusioni di sangue e micro-dosi di Epo per incrementare il conteggio dei globuli rossi.
COME IL CICLISMO — Secondo Parisotto, questo dossier è mostruoso: “Mai visto un insieme di valori del sangue così spaventosamente anomalo. Molti atleti sembrano aver fatto uso di doping in piena impunità ed è evidente come la Iaaf non reagisca a questo fenomeno”. Secondo Ashenden “l’atletica è nella stessa posizione diabolica del ciclismo durante l’era-Armstrong”. La replica della Iaaf, che non contesta il database, è una difesa d’ufficio: “Noi siamo stati sempre all’avanguardia nella lotta contro il doping, impegnandoci nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecniche di analisi”. L’inchiesta di Sunday Times e ARD/WRD dimostra però l’esatto contrario.
REAZIONE WADA — Il presidente della Wada, Craig Reedie, da Kuala Lumpur, ha commentato così la vicenda: «Son molto turbato, queste accuse richiedono subito un controllo e i dati in questione saranno subito consegnati alla Commissione indipendente per indagini più accurate». La Iaaf dal canto suo annuncia che "sta preparando una risposta dettagliata" alle "gravi accuse contro l'integrità e la competenza del suo programma anti-doping largamente basate su analisi del database Iaaf di privati e medici di fiducia ottenuto senza il dovuto consenso".
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Ah pensavo si parlasse di ciclismo qui... :esd:
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Roma, 3 ago. - Tom Danielson ha annunciato, sul suo account Twitter, di essere risultato positivo al testosterone sintetico in un test fuori competizione dello scorso 9 luglio.
RAISPORT
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Strano Mo Farah non sia risultato
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L'avevo detto.
tutti puntano al ciclismo, ma gli altri hanno la rogna.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
papclems
L'avevo detto.
tutti puntano al ciclismo, ma gli altri hanno la rogna.
oltre al tennis, pure nel nuoto non scherzano
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Citazione:
Originariamente Scritto da
olivar
Strano Mo Farah non sia risultato
Atletica, Farah e altri 7 rendono pubblici i valori del sangue
Dai dati sugli esami del sangue, emergerebbe che in 12 anni la maratona di Londra è stata vinta 7 volte da atleti con valori anomali. Raffrontando i successi delle 6 maratone più importanti del mondo, il S.Times rileva che una su 4 è stata vinta da atleti che potrebbero essere dopati. Il biolimpionico: "Voglio dimostrare che sono un atleta pulito"
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Atletica, a "casa Montalbano" farmaci sequestrati alla corsa antidoping
34 gli indagati. Vicenda incredibile perché la maratona, giunta all’ottava edizione, è organizzata da un’associazione sportiva dilettantistica che si chiama "No al doping e alla droga". Il motto della società organizzatrice è sempre stato: "Meglio ultimi da puri che primi da dopati"
E’ successo tutto davanti a casa del commissario Montalbano, ma non era un fiction. I poliziotti delle squadre mobili di Ragusa e Siracusa hanno proceduto ieri con discrezione ed efficacia a una serie di sequestri e denunce per alcuni degli atleti che tagliavano il traguardo della "Maratona alla Filippide", 42 chilometri per un viaggio sportivo nelle bellezze del ragusano, con partenza da Chiaromonte Gulfi e arrivo, appunto, nel comune di Santa Camerina, dove abita nello sceneggiato il personaggio interpretato da Luca Zingaretti. Una vicenda surreale perché la maratona, giunta all’ottava edizione, è organizzata da un’associazione sportiva dilettantistica che si chiama "No al doping e alla droga". "E' come entrare in Chiesa e bestemmiare", ci dice Guglielmo Causarano, che organizzava la gara.
NIENTE CRONOMETRO — Lui non si è accorto di niente, tutto preso da classifiche e ristori finali, mentre i poliziotti procedevano al sequestro di sostanze a un podista trentottenne, accompagnando a casa altri atleti dei 135 iscritti alla corsa, che prendeva il via nella notte, per evitare il gran caldo. Il paradosso dei paradossi è che la maratona mette in palio solo una corona di ulivo, non ci sono premi in denaro, fino al ventesimo chilometro c’è solo acqua ai rifornimenti prima di ristori a base di pane e marmellata, noci e miele, senza alcun tipo di interrogatori. Insomma, un atmosfera spartana, per dimostrarsi all’altezza del ricordo di Filippide. Altra regola: vietati orologi, cronometri, cardiofrequenzimetri e cartelli chilometrici, si corre come una volta. Evidentemente alcuni dei partecipanti hanno tradito pesantemente queste caratteristiche.Un’altra cosa, il motto della società organizzatrice è sempre stato: "Meglio ultimi da puri che primi da dopati".
PURE CICLISTI — La vicenda aveva avuto un lungo prologo fatto di intercettazioni in cui alcuni dei 34 indagati parlavano un linguaggio cifrato, una situazione che aveva portato le autorità di polizia a chiedere e ottenere la collaborazione della procura antidoping del Coni. Poi, il sabato, sotto un nubifragio, la prima parte dell’operazione, controlli antidoping e perquisizioni, questa volta sul versante ciclistico, con la Coppa San Salvatore, sempre con Chiaromonte Gulfi come quartier generale, anche se l’evento non aveva nulla a che fare con la maratona della notte. A cui ha partecipato anche il trentottenne già citato. Proprio nella sua casa e nella sua auto, sono stati trovate decine di medicine classificate come dopanti. I farmaci sono stati sequestrati e l’uomo è stato denunciato in stato di libertà. Adesso la Squadra Mobile indagherà anche sulla provenienza avendo già il sospetto di conoscere dove può aver prelevato i farmaci. Ancora da stabilire l’esito delle perquisizioni nelle case degli altri podisti e ciclisti, anche se sono state rinvenute siringhe e fiale. Soddisfatti gli investigatori: "La Polizia di Stato di Ragusa spera che questa importante operazione contro il doping, possa servire da monito per tutti gli altri atleti dilettanti e professionisti. La tutela della salute degli atleti è stato il primo obiettivo della Squadra Mobile, senza ovviamente tralasciare gli aspetti della lealtà sportiva e della frode in competizioni agonistiche"
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E' una bella sfida capire se la percentuale di dopati è maggiore tra gli amatori o tra i professionisti
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Delle parole di Magnini nulla?
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conosco amatori che spendono migliaia di euro per doping per fare la gara paesana e vincere 10 lt di olio o un prosciutto... :esd:
anzi, ora che ricordo bene, una volta dalle mie parti c'era Nibali che faceva una passeggiata in bici con i fans e certi esaltati si erano bombati per scattargli in faccia :rotfl: ma nemmeno 16enni idioti, proprio 50enni bruciati :gha:
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Terremoto doping in vista. La Iaaf sta per fare i nomi
La federazione internazionale a breve diramerà una lunga lista con gli atleti da squalificare a partire dai Mondiali di Helsinki 2005. C’è la russa Tomashova
Un altro terremoto-doping è alle porte. E stavolta non si tratterebbe solo di illazioni o di anticipazioni giornalistiche. La Iaaf, nelle prossime ore, potrebbe diramare una (lunga) lista di nomi di atleti ai quali, per uso di sostanze illecite, verrebbero sottratte medaglie "pesanti", dai Mondiali di Helsinki 2005 in poi. E a questo punto numerosi albi d’oro potrebbero venir riscritti. Sarebbe il risultato di una capillare inchiesta durata mesi, basata su nuovi test di vecchi campioni di sangue e urine con l’ausilio di moderne tecnologie e sul monitoraggio nel tempo di passaporti biologici. Il tutto nulla avrebbe a che fare con quanto rivelato lo scorso weekend dall’emittente televisva tedesca Ard e dal quotidiano britannico Sunday Times, secondo i quali, tra il 2001 e il 2012, centinaia di atleti delle prove di fondo avrebbero fatto registrare livelli ematici tali tali da far dedurre l’uso di Epo o di farmaci vietati.
ANCORA TOMASHOVA — Secondo il Mail on Sunday di ieri – altro quotidiano britannico – una tra i tanti big coinvolti, sarebbe la oggi 40enne russa Tatyana Tomashova, doppio oro iridato dei 1500 tra Parigi 2003 e Helsinki 2005, argento olimpico ad Atene 2004 e attesa ai Mondiali di Pechino di fine mese dopo che mercoledì, a Cheboksary, ha vinto il titolo nazionale in 4'04"48. La Tomashova, al pari delle colleghe Olga Yegorova, Yelena Soboleva e Yuliya Fomenko, nel 2008 è già stata squalificata per due anni e nove mesi, vedendosi annullati tutti i risultati ottenuti nei quindici mesi precedenti alla sospensione.
ACCUSA E DIFESA — "I risultati delle nuove analisi – conferma Nick Davies, che della Iaaf è vice segretario generale e direttore della comunicazione – saranno resi noti a breve e potrebbe succedere che i nostri libri di storia debbano venir riscritti. Sia chiaro: non c’è un sistema perfetto nella lotta al doping, ma il nostro è da anni all’avanguardia". E’ di sabato l’ultima presa di posizione a favore dell’operato in materia da parte dell’ente ancora per dieci giorni presieduta da Lamine Diack: è arrivata dallo svedese Arne Ljungqvist, ex presidente della commissione medica del Cio e vicepresidente della Wada. Sempre di sabato sono gli "attacchi" a Michael Ashenden e Robin Parisotto, australiani alla fonte delle recenti accuse. Emerge peraltro che, attualmente, il Paese col maggior numero di squalificati è la Russia (50 casi) seguito da Marocco (15), Kenya, Turchia e Ucraina (13).
MARATONE SPORCHE — Della lista di Ard/Sunday Times 2001-2012, farebbero parte sette vincitori – tra uomini e donne – della maratona di Londra (con, nello steso periodo di tempo, sei piazzati al secondo posto e sette al terzo). Addirittura 32 sarebbero i vincitori delle 42 km nel circuito delle "Majors" inclusi tra i sospetti (con Londra, ne fanno parte Boston, Chicago, New York, Berlino e Tokyo). Rimanendo alla prova londinese, è stato calcolato che 4,8 milioni di euro di montepremi sarebbero finiti ad atleti con valori di sangue anomali.
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Videogame, anche lo "sport virtuale" è malato di doping
Tornei multimilionari, montepremi da capogiro, giocatori che guadagnano quanto le star del calcio. Il mondo degli e-sport cresce rapidamente, ma arrivano i primi scandali. La confessione di un gamer professionista tedesco: "Eravamo tutti sotto psicofarmaci"
"ERAVAMO tutti sotto l'effetto dell'Adderall, era una cosa assolutamente normale e chi dice il contrario è un bugiardo. Basta ascoltare le conversazioni durante la partita per capire che eravamo tutti decisamente sovraeccitati". Kory Friesen è un'atleta che ha appena ammesso di fare uso di psicofarmaci per migliorare le sue prestazioni. Il suo sport, però, non si gioca su un campo in erba o una pista d'atletica o sui valichi di qualche passo di montagna. Il suo sport si gioca seduti, tastiera e mouse a portata di mano, schermo del Pc davanti: Kory Friesen, nome di battaglia Semphis, è un videogiocatore professionista specializzato in Counter-Strike, sparatutto online tra i più utilizzati per i tornei competitivi.
Gli americani li chiamano e-sport, sport elettronici, e sono un settore destinato a esplodere. Un giro d'affari che nel 2015 varrà circa 700 milioni di dollari e 200 milioni di spettatori che si collegano a Twitch e altri servizi di streaming video per vedere le dirette via web dei loro atleti preferiti. Le previsioni sono quelle di un vero boom: per il 2017 si parla di incassi intorno ai 3 miliardi di dollari. Non è un caso se Amazon ha acquistato Twitch, la piattaforma video più utilizzata, e se anche Google ha deciso di aprire una versione di YouTube dedicata al gaming. Insomma, se pensate che si tratti di una cosa per pochi appassionati, siete fuori strada. La scorsa domenica si è concluso il torneo International 2015 di Defense of the Ancients 2, DOTA, un gioco ad ambientazione fantasy dove due squadre composte da cinque giocatori ciascuna si danno battaglia nel tentativo di distruggere la base avversaria. Oltre 18 milioni di dollari di montepremi, partite in diretta tv e uno stadio, il KeyArena Center di Seattle da 16.000 posti, completamente esaurito. I vincitori, il team nord-americano Evil Geniuses, si sono portati a casa 6,6 milioni di dollari. Tra loro anche il giovanissimo pakistano Syed Sumail Hassan, appena sedici anni, che ha vinto oltre un milione di dollari. Lo stipendio di un buon giocatore di Serie A, ma in un solo torneo.
La posta in palio è alta, e come in altri sport c'è chi è disposto ad andare oltre le regole per riuscire a vincere. La confessione di Friesen, giocatore tedesco parte della Electronic Sport League, riguardava un torneo che si è svolto lo scorso marzo in Polonia, con un montepremi di 250.000 dollari. L'Adderall è uno stimolante che aiuta a restare concentrati più a lungo: viene utilizzato per combattere la depressione o la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Come tutte le anfetamine, può creare dipendenza. "So per certo che altri giocatori usavano farmaci diversi, ma con lo stesso identico scopo: migliorare le prestazioni in gara", spiega Friesen. La sua confessione ha fatto subito scattare l'allarme. Anche se, a differenza di altri sport, non esiste una federazione mondiale che gestisca questo tipo di problemi, le diverse leghe e associazioni di e-sport hanno già annunciato di aver preso provvedimenti. La Electronic Sports League (ESL), attiva dal 1997 e una delle più importanti in Europa, ha dichiarato di voler introdurre test anti-doping nei suoi tornei, e altre organizzazioni hanno già confermato l'intenzione di seguirne l'esempio. "La crescente popolarità degli e-sport e i tornei sempre più ricchi hanno spinto alcuni giocatori a rompere certe regole", dichiara la ESL. "Ma il nostro compito è difendere la credibilità di questo sport. Per questo abbiamo deciso di introdurre test anti-doping". La ESL ha anche dichiarato di voler lavorare insieme alla WADA (la World Anti-Doping Agency, l'agenzia mondiale anti-doping) per far sì che questi test vengano introdotti anche nei tornei più importanti in America e Asia.
Non è la prima volta che il mondo degli e-sport deve affrontare uno scandalo del genere. In passato alcuni team erano rimasti coinvolti in un giro di scommesse e partite truccate, mentre da tempo esistono giocatori che utilizzano software illegali per migliorare le loro prestazioni nel gioco online. Adesso si è aggiunto anche lo spauracchio del doping. E sul web, tra i forum di appassionati, c'è chi ironizza: ora che c'è anche il doping, i videogame sono davvero diventati uno sport come tutti gli altri.
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beh normale :zizi:
io stesso la notte metto le cuffiette, musica potente e via a giocare a FM fino all'alba :tunz:
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Dove c'è professionismo c'è doping
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Atletica, marcia russa, altri 6 positivi: siamo a 31.
Giallo iscrizioni ai Mondiali
E' Epo. Sotto accusa in particolare il centro che fa capo all'allenatore Viktor Chegin e al centro tecnico di Saransk. Dovrebbero esserci nomi importanti: Elmira Alembekova e Vera Sokolova. Nessun russo al via a Pechino nella marcia?
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Giampaolo Caruso positivo all'Epo: rifatto un test sulle urine del 2012
Il siciliano, 35 anni, correva già in quella stagione nella russa Katusha. L'Uci ha rianalizzato un campione di urine raccolto in un controllo fuori competizione il 27 marzo 2012. Ormai non si scappa più. E' il quarto italiano positivo nel 2015. A rischio la Vuelta della Katusha
Ormai non si scappa più. Il periodo-finestra per riesaminare i campioni di sangue e di urine con nuovi e più sofisticati test di analisi è stato portato a 10 anni dalla Wada, l'agenzia mondiale antidoping. Giampaolo Caruso è l'ultimo di una lista nera che mette l'Italia al comando dei corridori positivi nel 2015: sono già quattro, dopo Appollonio, Paolini e Taborre. Il siciliano, 35 anni, che corre dal 2010 nella russa Katusha, è stato dichiarato positivo all'Epo dopo un riesame della provetta di urina raccolta in un controllo fuori competizione il 27 marzo 2012. Il nuovo test è stato effettuato dal laboratorio dell'Uci (la federciclo mondiale) a Losanna, e fa parte della strategia della Cadf, la fondazione antidoping (totalmente indipendente dall'Uci) diretta dall'italiana Francesca Rossi, una delle dirigenti internazionali più apprezzate dalla Wada.
NANDROLONE — Facile capire che siano emerse variazioni, anche lievi, del profilo del passaporto biologico di Caruso, che abbiano quindi portato l'Uci a effettuare un nuovo controllo con sistemi più sofisticati. Per Caruso, quarto (e miglior italiano) alla Liegi-Bastogne-Liegi 2014, azzurro ai Mondiali di Ponferrada, è la fine della carriera, a prescidere dalla squalifica: rischia una sanzione esemplare anche perché ha alle spalle 6 mesi di stop per una vicenda di nandrolone nel 2003, quando correva con la spagnola Once di Manolo Saiz. Era l'uomo di fiducia di Purito Rodriguez.
MPCC — Per la Katusha è la seconda positività della stagione, dopo quella di Luca Paolini per cocaina al Tour de France. La formazione diretta da Ekimov fa parte dell'Mpcc, il movimento per il ciclismo credibile di matrice francese: con due positivi nell'arco di un anno, la squadra si deve fermare immediatamente dall'attività. La Vuelta, che lo stesso Caruso doveva correre, è molto a rischio.
Ormai non si scappa più. Bisogna capirlo, una volta e per sempre.
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certo che rianalizzare campioni presi 10 anni fa... non so se qualcosa del genere venisse fatto nel calcio quanti trofei rimarrebbero assegnati :esd:
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Champions, ombra doping: "Il 7,7% dei calciatori con valori oltre il consentito"
Uno studio della Uefa sulle urine di 4.195 calciatori che hanno partecipato alla Champions nel quinquennio 2008-2013 fa emergere una situazione inquietante: per 879 valori di testosterone fuori norma e in 68 casi spuntano anche tracce di steroidi anabolizzanti
Il 7,7% dei calciatori che hanno giocato alla Champions nel quinquennio 2008-2013 ha dei valori fuori dalla norma nelle urine. E' il dato più inquietante che emerge da uno studio effettuato dalla Uefa. Su 4.195 campioni di urine di calciatori analizzati in 12 laboratori, in 879 casi i valori di testosterone sono risultati nettamente oltre il consentito e in 68 situazioni sono state rilevante anche tracce di steroidi anabolizzanti. Lo studio Uefa ha fatto risuonare un chiaro allarme doping in quello che è lo spettacolo calcistico per club più bello al mondo.
TUTTO ANONIMO — I risultati di questo studio effettuato dalla Uefa sono stati pubblicati nelle ultime ore dal Sunday Times in Inghilterra, che ha sollevato il velo di silenzio che la stessa Uefa aveva applicato su questo documento che, inevitabilmente, scotta. La metodologia di analisi è stata effettuata in forma anonima: al termine di ogni partita, la Uefa ha fatto prelevare dei campioni di urine a campione ai calciatori che hanno giocato le partite della Champions nel quinquennio 2008-2013. Tutto rigorosamente coperto dall'anonimato. E i risultato fanno emergere una situazione di grande preoccupazione sull'uso di alcune sostanze che, oltre certi limite, sono chiaramente vietate e che fanno ipotizzare l'abuso di farmaci finalizzati alla modifica di una prestazione sportiva.
IL MESSAGGIO DELLA UEFA — Mentre l'opinione pubblica s'interroga sul significato di questi risultati, la Uefa prova a lanciare messaggi tranquillizzanti. "I 12 laboratori che hanno analizzato le urine non hanno usato procedure comuni, rendendo i risultati non certi - si sono affrettati a precisare dal quartiere generale della Uefa -. Inoltre non è stato possibile fare una controanalisi come richiesto dalla Wada in casi di doping: per questo lo studio non presenta alcuna evidenza scientifica sulla potenziale diffusione di sostanze dopanti nel calcio.L''introduzione del passaporto biologico nel calcio sarebbe vantaggioso e da questa stagione l'Uefa ha comunque implementato la ricerca di steroidi negli oltre 2.000 test che facciamo ai calciatori ogni anno".
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Doping, Bergomi: "Preoccupato per i farmaci che ci davano"
anche se è vecchio come argomento
però solo ora ho notato il topic
http://video.gazzetta.it/doping-berg...6-a3df9ccd1b8d
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Il thread del doping
Quando non esisteva una lista di sostanze dopanti o ad ogni modo le sue maglie erano più allentate tremo al pensiero delle porcate fatte.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
fantaluca
Quando non esisteva una lista di sostanze dopanti o ad ogni modo le sue maglie erano più allentate tremo al pensiero delle porcate fatte.
in alcuni sport (calcio in primis) le maglie sono allentate tuttora... coi controlli di ciclismo e atletica non credo che i calciatori riuscirebbero a concludere una stagione, figuriamoci quelli che si spartiscono i palloni d'oro e 60 gol all'anno da 10 anni ormai... o credete anche voi nella favoletta che solo Maradona si è dopato negli ultimi 30 anni di mondiali?
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Maradona però non era dopato dal punta vista sportivo. La cocaina mica la prendeva per migliorare la prestazioni sportive (non ne aveva di sicuro bisogno).
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non confondiamo il drogato con il dopato
sono 2 cose profondamente diverse
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Citazione:
Originariamente Scritto da
fantaluca
non confondiamo il drogato con il dopato
sono 2 cose profondamente diverse
dipende, e io lo so bene...
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sono abbastanza d'accordo con miro.
purtroppo non sempre le due cose sono così "distinte".
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Non dico che il doping non sia droga ma che la finalità del drogato e del dopato siano diverse
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Khabar
Maradona però non era dopato dal punta vista sportivo. La cocaina mica la prendeva per migliorare la prestazioni sportive (non ne aveva di sicuro bisogno).
ed infatti non mi riferisco alla coca... al mondiale americano mica lo trovarono impasticcato ;)
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domani Schwazer ritorna a gareggiare ufficialmente
e va a caccia del tempo di qualificazione per Rio
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Citazione:
Originariamente Scritto da
ataris
domani Schwazer ritorna a gareggiare ufficialmente
farmacie in festa
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gara non ufficiale perchè non c'erano i giudici, però per quello che può valere Schwazer sui 20km ha stampato il sesto tempo mondiale dell'anno
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Doping, Wada: "Sospendete la Russia dall'atletica"
La commissione indipendente istituita dall'agenzia mondiale antidoping chiede alla federazione internazionale (che ha avviato la procedura) di sospendere gli atleti russi da Olimpiadi, Mondiali ed Europei.
Accusati anche i servizi segreti e indirettamente il governo di Mosca
ROMA - Fuori la Russia dell'atletica dai Giochi di Rio.
La commissione indipendente istituita dalla Wada (l'agenzia mondiale antidoping) ha chiesto alla Iaaf (la federazione mondiale dell'atletica) che la Russia sia bandita dalle competizioni internazionali fino a quando Mosca non farà chiarezza sulle reiterate vicende doping che hanno negli ultimi tempi riguardato atleti russi. Nel dettagliato rapporto della Wada, 323 pagine redatte dopo una indagine durata 11 mesi, si individuano "fallimenti del sistema che impediscono o diminuiscono la possibilità di un programma antidoping efficace". Se la IAAF (tra l'altro anch'essa accusata nel rapporto) accoglierà tale richiesta, gli atleti russi dovrebbero essere esclusi da Giochi olimpici e campionati mondiali ed europei.
Nel rapporto la commissione chiama in causa anche il governo russo, accusandolo di complicità in tutti i casi di doping diffuso, arrivando ad affermare il coinvolgimento dei servizi segreti di Mosca (FSB), accusati di aver controllato il laboratorio antidoping moscovita anche durante le Olimpiadi invernali di Sochi 2014. La commissione interna, presieduta da Dick Pound, invita la Wada stessa a dichiarare immediatamente la Russia "non conforme al codice mondiale antidoping e che la Iaaf sospenda la federazione da tutte le competizioni finché tutto non sia chiarito". La prima ovvia conseguenza, in caso di accoglimento, sarebbe l'esclusione degli atleti russi da Rio 2016. Una bufera ulteriore sull'atletica leggera, visto che l'Interpol sta guidando una operazione internazionale sulla corruzione che coinvolge dirigenti e atleti. Una indagine partita dalla Francia che accusa l'ex presidente della Iaaf, Lamine Diack, di aver incassato somme di denaro dalla federazione russa in cambio del silenzio su più casi di positività al doping.
Pronta la replica della Russia, affidata al ministro dello sport, Vitaly Mutko, che ha negato tutte le accuse: "La Wada non ha il diritto di sospendere. Le conclusioni della commissione
non sono sostenute da prove e non contengono fatti nuovi. Se si legge il rapporto è scritto più o meno così: secondo le nostre informazioni c'è l'influenza dello Stato, rappresentato dal ministero, su tutto questo sistema. Non abbiamo le prove, però allo stesso tempo riteniamo che questa (influenza, ndr) ci sia. Ma che tipo di accusa è?".
"Qualsiasi sospensione deve essere discussa nella riunione della Iaaf nel mese di novembre - ha ribadito il presidente ad interim di RusAthletics Vadim Zelechenok - Dovrebbe essere dimostrato che le violazioni erano colpa della federazione e non dei singoli sportivi. Dovrebbero darci la possibilità di difendere la nostra reputazione". "Non c'è alcun motivo di privare i nostri atleti delle medaglie, anche olimpiche, o di squalificarli, e nemmeno gli allenatori. Le conclusioni della Wada hanno una motivazione assolutamente politica, come le sanzioni contro la Russia"", ha infine commentato Vladimir Uiva, capo dell'agenzia federale medico-biologica russa.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
ataris
Doping, Wada: "Sospendete la Russia dall'atletica"
La commissione indipendente istituita dall'agenzia mondiale antidoping chiede alla federazione internazionale (che ha avviato la procedura) di sospendere gli atleti russi da Olimpiadi, Mondiali ed Europei.
Accusati anche i servizi segreti e indirettamente il governo di Mosca
giusto per fugare ogni dubbio che si tratti di un attacco anche e soprattutto politico, stamattina le prime pagine dei principali quotidiani nazionali sono dedicate all'argomento con titoloni e accuse più o meno velate al governo russo.
l'unico giornale fuori dal coro, oltre ovviamente a quelli sportivi che alla politica hanno lasciato solo un trafiletto, è il Tempo che titola sul presunto progetto di rapire il figlio di Totti :esd:
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Così la Russia truffava il mondo. Spy story: tra 007 e servizi segreti
La Wada stana il sistema corrotto che distruggeva le prove e minacciava gli atleti.
Chiuso il Laboratorio di Mosca. Le relazioni pericolose del ministro...
Un copione da 007, una spy-story, quasi un fumettone: le 324 pagine del “Report finale” della Commissione indipendente dell’agenzia mondiale antidoping che, divise in 23 capitoli, lunedì hanno stravolto il mondo dello sport (e non solo quello), portano a galla intrighi e coperture, contengono clamorose rivelazioni e regalano colpi di scena degni di un giallo d’autore. Quello condotto dal 73enne canadese Dick Pound e dalla sua squadra è un lavoro minuzioso, dettagliatissimo, enciclopedico, terminato in soli sei mesi (dal 10 febbraio al 9 novembre), partendo praticamente da zero. Anzi, dalle denunce di un grande inchiesta giornalistica firmata da Hajo Seppelt e proposta in dicembre dal canale televisivo tedesco Ard. E’ la sintesi di testimonianze dirette e indirette, di documenti secretati e di prove riservate. Nel giro di ventiquattro ore ha già portato ad alcuni risultati concreti: ieri mattina la Wada, accogliendo la richiesta della Commissione, ha sospeso l’accredito al proprio Laboratorio di Mosca, responsabile dei controlli di oltre venti discipline. Il direttore, Grigory Rodchenkov, poche ore più tardi, come annunciato dal ministro dello sport russo Vitaly Mutko, si è dimesso dall’incarico.
LABORATORIO FANTASMA — L’inchiesta scoperchia una realtà che si credeva lontana, se non morta e sepolta: quella del sistema sovietico anni Settanta-Ottanta. Non c’è il Kgb, ma ci sono i nuovi servizi segreti della Fsb. La sostanza è (quasi) la stessa. Proprio quanto accaduto nei laboratori antidoping di Mosca (e di Sochi, durante l’Olimpiade invernale 2014), pare sia la trama di un film. C’è quello della capitale, uno dei trentadue accreditati Wada sparsi per il mondo e – ha scoperto la commissione Pound, arrivando a interrogare il relativo personale – ce n’è un secondo, sempre in città, all’apparenza fornito delle stesse avanzate tecnologie necessarie per effettuare i test. E’ noto come “Laboratorio della commissione dello sport moscovita per l’identificazione di sostanze proibite nelle provette degli atleti”. E’ gestito da autorità comunali ed è situato in una zona industriale periferica, a circa 10 km dal centro. Il direttore è stato identificato nel georgiano Giorgi Gezhanishvili: sotto le sue direttive opererebbero almeno sei persone. Con il Laboratorio Wada, teoricamente, non avrebbe rapporti. In realtà – ecco l’inghippo – potendo operare con regole diverse, sarebbe utilizzato per identificare in prima battuta gli atleti positivi ai controlli (delle urine) o comunque gli atleti in odore di positività. Atleti i cui esami, naturalmente (“coperti”, nascosti o spariti), non approdano mai all’altro Laboratorio. Dove invece arrivano regolarmente quelli “puliti”.
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Atletica, doping: Rio a rischio per 26 azzurri: Donato, Howe e Meucci è squalifica?
Un terremoto senza precedenti: l’atletica italiana è sotto shock. Ventisei azzurri, la maggioranza dei quali ancora in attività, con nomi di punta della Nazionale e anche alcuni possibili protagonisti all’Olimpiade di Rio 2016, sono accusati di aver eluso controlli antidoping.
La Procura per loro, in seguito agli sviluppi dell’indagine “Olimpia” scattata nell’estate 2014, ma riferita a un periodo compreso tra il primo trimestre del 2011 e il secondo del 2012, chiede due anni di squalifica. Da Andrew Howe a Daniele Meucci, da Fabrizio Donato a Daniele Greco, da Ruggero Pertile ad Anna Incerti: nessun settore è escluso, ma i più colpiti sono quelli della maratona e del salto triplo: nelle ultime stagioni, tra tante difficoltà, hanno tenuto alta la bandiera del movimento.
L’ITER — L’indagine, partita da un’accusa di mancata reperibilità ai controlli (il cosiddetto sistema dei “whereabouts”, quello del punto 2.3 del Codice Wada), ha riguardato 65 atleti: per 39, ieri, è stata chiesta l’archiviazione. Per gli altri (il 40%), ora alle prese con un nuovo capo d’imputazione (il punto 2.4), sarà il Tribunale antidoping del Coni a deciderne le sorti. I 26 non sono attualmente sospesi (lo si è solo in caso di positività) e, coloro ancora in attività, in attesa di “processo”, potranno continuare a gareggiare. Le audizioni, affidate a due distinte sezioni in base al valore tecnico dell’atleta, difficilmente cominceranno prima del mese di febbraio. I tempi, presumibilmente, saranno molto lunghi.
QUI FIDAL — “Nel ribadire la totale fiducia nell’operato della Procura Antidoping del Coni ed auspicando una rapida conclusione dell’iter giudiziario – commenta Alfio Giomi, il presidente della Fidal – ribadisco quanto affermato il 18 settembre 2014, all’insorgere del caso. La somma di negligenze, superficialità, incompetenza, inadeguatezza e chi più ne ha più ne metta, è senza fine. Ma la vicenda riguarda tutto (o quasi) lo sport italiano e non solo l’atletica, senza che questo sposti di una virgola la nostra responsabilità.Scaricare solo sugli atleti la responsabilità di quanto è accaduto (non si tratta in ogni caso di atleti dopati) è troppo semplice. L’atleta è il punto di partenza e di arrivo di tutto il movimento, ma in mezzo ci sono tecnici, società, federazione, Coni”.
I DEFERITI — Questi i 26 atleti deferiti: Roberto Bertolini; Migidio Bourifa; Filippo Campioli; Simone Collio; Roberto Donati; Fabrizio Donato; Giovanni Faloci; Matteo Galvan; Giuseppe Gibilisco; Daniele Greco; Andrew Howe; Anna Incerti; Andrea Lalli; Stefano La Rosa; Claudio Licciardello; Daniele Meucci; Christian Obrist; Ruggero Pertile; Jacques Riparelli; Silvia Salis; Fabrizio Schembri; Daniele Secci; Daddour Slimani; Gianluca Tamberi; Marco Vistalli; Silvia Weissteiner.
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Non ci credo che si dopavano pure ste pippe :dead:
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pensa se non si dopavano :esd: