Sta per finire l'agonia. FORZA ROMA
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Sta per finire l'agonia. FORZA ROMA
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mi spiacerebbe perchè rimanendo affosserebbe del tutto la Roma, ma dall'altra parte godrei perchè si tratta di una persona arrogante e scorretta che nella vita in un mondo giusto raccoglierebbe solo pedate nei denti
Ci siamo
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Dopo tocca ai dirigenti
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Zitto zitto...
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Nedo Sonetti uno di noi :faptunz:
:esd:
La gazzetta dice Leonardo, brividi lungo la schiena
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Oh Gesù santissimo...
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ufficiale Mazzarri
In attesa del comunicato ufficiale...
http://www.asroma.com/it
https://twitter.com/officialasroma
magari il tempo di farci cascare @Colin_n7 :facepalm:
Dai resistete altre 2 giornate
La Roma con Garcia probabilmente è destinata ad una lenta agonia, ma esonerarlo significherebbe:
1) Buttare a mare una barca di soldi
2) Rischiare di scegliere il sostituto in modo affrettato o, peggio ancora, di bruciare un nome buono per l'anno prossimo
Che poi, per me il vero male della Roma è la dirigenza; non per l'impegno economico, ma per i meccanismi societari che mi sembrano macchinosi e poco funzionali al nostro calcio.
Aridatece Rosella
Garcia ha sbagliato...sta ancora sbagliando e sicuramente continuerà a farlo :asd: ma Sabatini non è da meno. Negli ultimi due anni ha speso una valanga di euro....ma il risultato non è cambiato.
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI) - Gli alibi sono finiti. Anche se questo folle campionato la mantiene ancora in teorica corsa, la Roma italo americana è spalle al muro. Sono tutti colpevoli.
La società. Filosofie e progetti di un calcio nuovo sbandierati e poi mutati in pochi mesi. Scelte sugli allenatori sbagliate, partendo da Luis Enrique troppo giovane, per passare a Zeman preso solo per accontentare la piazza, finendo con Garcia confermato a giugno scorso nonostante la sfiducia evidente. La squadra è stata costruita e smontata a ogni stagione, senza un criterio che si sia rilevato vincente e corretto, con acquisti di decine di calciatori inutili di cui si è persa traccia. Il tetto ingaggi è spropositato per risultati e qualità. Un presidente assente il cui unico obiettivo appare lo stadio e che, se viene a Roma, non mette piede a Trigoria. Distacco totale con la piazzae rottura con i tifosi che disertano lo stadio. In cinque anni un solo e unico segno di continuità: la plusvalenza.
L’allenatore. Il campanello d’allarme è suonato il primo anno quando, a secondo posto acquisito, concesse alla squadra di staccare la spina, terminando con il pesante di stacco di diciassette punti dalla Juventus. Un segno di debolezza confermato con il passare dei mesi, visto che non è mai più riuscito ad avere il controllo di giocatori e squadra. Come un campionato fa, a novembre, il crollo e l’incapacità a trovare soluzioni efficaci. Unico tormentone: la preparazione fisica e gli infortuni. In tre anni non è riuscito a cambiare nulla, la prevedibilità tattica e la totale mancanza di organizzazione difensiva sono tali che affrontare la Roma e metterla in difficoltà è un gioco da ragazzi.
I calciatori. In pochi si sono assunti responsabilità, e in tanti sono stati sopravvalutati. Lapersonalità latita,come debole è l’impegno negli allenamenti.
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Il sipario cala, lo spettacolo è concluso ma nessuno applaude. Manca soltanto la parola fine, quella che a ore dovrà scrivere il presidente Pallotta, ma Rudi Garcia è vicinissimo al licenziamento. L’accanimento terapeutico non ha prodotto miglioramenti sul paziente Roma, quasi inevitabile scegliere di staccare la spina. E se ancora nessuno ha deciso di decidere, pure i “fedayn” del tecnico francese si sono convinti che monsieur Rudi non possa più dare nulla alla squadra: ha ceduto stremato pure il baluardo Sabatini. «Cambiare il tecnico per restituire la mentalità alla squadra? Sto per risolvere il problema», dice Pallotta a Repubblica. Più che il pareggio contro il Milan a condannare l’allenatore è l’incapacità di trovare un qualunque salvagente nel naufragio.
Già ieri Sabatini ha preso (nuovi) contatti con i possibili sostituti: su tutti Spalletti, il candidato numero uno a patto però che accetti di lavorare con lo staff attuale e soprattutto di legarsi con un contratto di 6 mesi e opzione futura legata ai risultati. La Roma infatti non vuol perdere l’occasione di iscriversi al valzer di panchine dell’estate: Conte, che sogna il Chelsea, oppure Schmidt del Leverkusen, il ct austriaco Koller, quello del Belgio Wilmots e chissà chi altro. Serve un traghettatore da qui a fine campionato, insomma: così è nata anche la candidatura del tecnico della Primavera, Alberto De Rossi, papà di Daniele. Ma dovrebbero garantirgli di restituirlo dal prossimo anno ai giovani. Ipotesi, come il ct del Cile Sampaoli, che piace tanto al ds. O Mazzarri o persino Bielsa.
Dell’idea di cambiare se ne parla da ieri pomeriggio dopo un vertice convocato d’urgenza allo studio Tonucci, con Sabatini, il suo vice Massara, l’ad Zanzi e mr president in video conferenza da Boston. Così è iniziata la gestazione dell’esonero. Proseguendo poi nella notte, quando il dg Baldissoni è atterrato a Miami (dov’era in vacanza Sampaoli): era partito da Roma in mattinata convinto di dover discutere questioni inerenti lo stadio di Tor di Valle. Durante le 11 ore del volo per la Florida la situazione però è precipitata, trasformando l’appuntamento con il presidente (e il costruttore Parnasi) in un tentativo disperato di salvare la stagione. In fondo i risultati delle concorrenti consentono di mantenere intatto il distacco sul terzo posto, obiettivo irrinunciabile.
Trigoria intanto è diventata un ring da tutti contro tutti, con i duellanti pronti ad addossarsi la responsabilità di ogni fallimento. Anche i calciatori chiedono chiarezza: che si decida definitivamente in un senso o nell’altro, complici i rapporti dilaniati tra l’allenatore e il preparatore Norman, a cui il francese imputa la responsabilità di una condizione fisica inaccettabile e dei 9 infortuni muscolari, 4 solo negli ultimi 10 giorni. Nella disputa Pallotta ha scelto da che parte stare: «La preparazione è perfetta e su questo non c’è dubbio. È la mentalità vincente che manca», dice, scaricando il tecnico. Ma Garcia non sarà l’unica vittima del naufragio. In estate potrebbe andarsene il ds Sabatini, orientato a chiudere l’esperienza romana. Pure il dg Baldissoni potrebbe essere limitato al ruolo di consigliere, facendo posto a un manager americano. «Nuovi acquisti, nuovi manager o nuovo allenatore? Me ne sto occupando», giura Pallotta. Per tutti, o quasi, è suonata la campana.
Sul primo punto non sono d'accordo, se si dovesse continuare con Garcia perderesti sicuramente i soldi di una qualificazione in Champions, con il sostituto almeno ci provi ad arrivare nei primi tre posti.
Sul secondo punto, e' vero, rischi...ma preferisco rischiare e sbagliare piuttosto che non decidere e finire la stagione in modo ignobile
io infatti non me la prendo con Sabatini...tranne un anno ha dovuto sempre chiudere in attivo le sessioni di mercato; questo vuol dire che non aveva tutta sta disponibilita' economica.
Per me ha fatto un lavorone, poi ovviamente alcune cose le ha sbagliate
no...per me e' peggio alni...pure Sonetti al momento sarebbe meglio :D
Se si rimane così, ti passa avanti Empoli, Sassuolo, Lazio e Milan e allo Juventus stadium e a Madrid prendi due scoppole che al confronto Bayern e Barcellona diventano due passeggiate di salute
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Questo thread sta per compiere un mese :love:
ieri Garcia ha tenuto un appassionato discorso alla squadra, in cui ha chiesto a tutti di prendersi «le proprie responsabilità»
:rotfl2:
Se ci fosse un allenatore capace e non un traghettatore sarebbe ottimo per la roma, non credo che un cambio farà diventar la roma fortissima, ma almeno può limitare i danni in campionato e gettare le basi per un grande anno prossimo!