sposa le pulzelle ereditiere, ingravidale fino a che non esce un maschio e arraffa tutto :hail:
e se le pulzelle non sono ereditiere fai fuori tutti gli eredi fino ad arrivare a tua moglie o a tuo figlio :hail:
in sostanza, riassunto per Dobbi3, ingravida ed ammazza :tunz:
19-02-2015, 17:33
matters
Allora... ho caricato tutti i DLC, ma non posso partire dal 760 d.c., altrimenti non avrei i Normanni in Italia... e neanche dal 1000. La data di partenza quindi è quella del gioco originale, il 15 settembre 1066, alla vigilia della battaglia di Hastings fra Guglielmo (non ancora) il Conquistatore e Duca di Normandia, e Aroldo II re degli Anglosassoni. Nella realtà Guglielmo vinse la battaglia e divenne Guglielmo I d'Inghilterra, mentre nel gioco questo potrebbe anche non accadere...
Ma a noi interessa relativamente quello che accade nella perfida Albione. E' ora d'immedesimarsi nella realtà dell'Italia Meridionale dell'Epoca, quella del Duca Roberto, circondato dal Sacro Romano Impero, dai Bizantini e dai Musulmani, e da qualche ducato indipendente ma meno potente del suo.
A sinistra, nel ritratto, il bellissimo 51enne protagonista della nostra storia, e a destra, l'Italia Meridionale.
Roberto d'Altavilla (d'ora in poi Robert de Hauteville) ha sette figli (la più grande delle quali, Emma, ha 14 anni, ed è una bastarda, perché figlia di un'unione non riconosciuta) e una moglie più giovane, dal nome clamorosamente lungo e ridicolo, Sichelgaita. L'erede designato al trono e secondogenito si chiama Bohémond, ha 8 anni, ed è fratello di Emma in tutti i sensi... ma chissà come non risulta né come bastardo né come bastardo riconosciuto (mistero della fede...).
Robert è Normanno, controlla direttamente i titoli di Duca di Puglia e Calabria, Conte di Catanzaro, Puglia e Teate, che alla data odierna si chiama Chie-ti, ed è il quartiere cinese di Pescara. :esd:
I vassalli sono 10: L'Arcivescovo di Benevento, il Conte di Foggia (Robert anche lui, e nipote del nostro), il Conte di Taranto (Abelardo, altro nipote), il fratello Roger, Conte di Reggio e Messina, e una serie di persone con un titolo minore, come qualche vescovo e barone.
Obiettivi sul breve-medio periodo: unificare il sud Italia, possibilmente non facendo arrabbiare i Bizantini, che sono molto forti, e sfruttando magari una loro distrazione o qualche guerra civile sempre in agguato per toglierli dall'Italia. Soprattutto però, mettere sotto di se Salerno e Napoli, e ricacciare i musulmani in mare, e fuori dalla Sicilia. :dito:
E dalla prossima volta cercherò di scrivere adeguatamente al tempo nel quale il racconto si svolge, anche se sarà difficile.
19-02-2015, 17:40
pazza_inter
insomma, una terronata! :esd:
19-02-2015, 17:48
smoldino
Razzista! :dito:
19-02-2015, 17:51
Ciroxs
Forza, Salerno e Napoli bramano di unirsi a te! :esd:
19-02-2015, 19:25
pazza_inter
Citazione:
Originariamente Scritto da smoldino
Razzista! :dito:
ho tanti amici terroni, non sono rassista, chiedete pure a Rijkard (semicit.) :esd:
19-02-2015, 19:29
smoldino
Citazione:
Originariamente Scritto da pazza_inter
ho tanti amici terroni, non sono rassista, chiedete pure a Rijkard (semicit.) :esd:
:asd:
Era riferito a questo che dal cell non riuscivo a quotare:
Citazione:
e ricacciare i musulmani in mare, e fuori dalla Sicilia. :dito:
19-02-2015, 19:47
matters
Citazione:
Originariamente Scritto da smoldino
:asd:
Era riferito a questo che dal cell non riuscivo a quotare:
Sono divergenze...teologiche. :esd:
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19-02-2015, 23:43
matters
Si prega di commentare il mio stile. Se volete una cosa più terra terra o più spiritosa ditelo pure, ma sappiate che io così mi sto divertendo da matti. ;)
ROBERTO I
Spoiler:
ROBERTO DI ALTAVILLA 1068-1075
Sono già passati due anni dalla mia investitura papale come Duca di Puglia e Calabria, e finalmente la mia figlia maggiore potrà contrarre matrimonio. Emma andrà in sposa a Filippo, Re di Francia. L'alleanza che ne scaturirà, e la dote che riceveremo, saranno di grande aiuto per i tempi futuri. Ci aspetta la guerra contro i vili infedeli che occupano e infettano con il loro sozzore il sacro suolo siciliano. L'altro matrimonio di mio cugino ha fatto sì che anche il Re di Pamplona entrasse nella stretta cerchia dei nostri amici più fedeli. Anche Capua è nostra alleata. Siamo potenti. Vinceremo.
Il nostro messe si è subito recato a Palermo per dichiarare guerra agli infedeli. Non erano sorpresi. Noi lo siamo stati di più, vedendo tornare il nostro messe ancora tutto intero.
L'esercito infedele è potente, ma difetta di numero, e i nostri comandanti sono più preparati dei loro. Io stesso guido la carica al centro del nostro schieramento, con l'esercito capuano a darci manforte. Uno dopo l'altro i nemici della croce cadono, e il sangue del moro bagna il suolo di Calabria. Gerace sarà ricordata per sempre per la nostra grande impresa. Ora possiamo marciare liberamente in Sicilia, mentre anche i francesi sbarcano a Palermo, per evitare colpi di coda.
Tutto qui? La guerra dura pochissimo. I nostri uomini entrano a Caltagirone quasi senza sforzo. L'esercito nemico annientato, e lo Sceicco di Palermo è costretto a inchinarsi come un cane al mio cospetto mentre cede le province che occupava senza averne alcun diritto. Anche il titolo di Duca di Sicilia è mio, ora è tempo di fondare un regno, non prima di aver donato ai miei fratelli senza terra i titoli di conte delle nuove province occupate. Bisogna tenerli buoni, affinché siano miei fedeli alleati nel momento del bisogno.
Vostra Grazia, volevo informarla che la popolazione di Agrigento ha finalmente abbracciato l'unica vera fede, e si è ora convertita al Cattolicesimo. Sia Lode a Cristo.
Suo padre ha tentato di usurpare il mio titolo. La nostra alleanza è sciolta, e poiché rifiuta di diventare mio vassallo allora il suo destino è segnato. Capua sarà nostra. Non sono che un gatto che lotta contro un leone. Non hanno scampo. Li veggo fuggire verso ogni dove, mentre la battaglia ci arride ancora una volta. La loro fine è prossima, il titolo di Duca di Capua saldamente nelle mie mani.
È grande la gioia nel vedere il mio amato figliolo Boemondo raggiungere la maggiore età. Suo sarà questo regno quando io non ci sarò più. Starà a lui rinforzarlo e possibilmente renderlo più grande e più forte, in grado di respingere i nemici e incutere il terrore negli eserciti avversari. Sua anche sarà la vendetta verso il Conte di Bari, usurpatore del nostro titolo di Duca di Longobardia. Anche lui un giorno cadrà. Così io prevedo e auspico. Ma ora non è il momento per questi pensieri. C'è un matrimonio da organizzare e c'è un titolo da organizzare. Boemondo sarà Conte di Capua.
Il Sole non ha compiuto che sette giri attorno alla Terra e già mi sento pronto per il grande passo. Oramai nulla può impedirmi di coronare il mio più grande sogno. Finalmente sono Re di Sicilia, e il mondo sembra tremare sotto i miei piedi.
Ed è con queste parole che vi coroniamo Re di Sicilia, Roberto di Altavilla, già Duca di Puglia, Calabria e Sicilia, Conte di Puglia, Teate e Catanzaro, uccisore di infedeli e flagello dei propri nemici. In nome di Dio e del potere da Lui conferitoci, vi incoroniamo al cospetto di Dio e degli Angeli che risiedono nella volta celeste, e dei vostri vassalli e alleati, tra cui Filippo Re di Francia. Che possiate difendere queste terre dai vostri nemici e da coloro che oseranno posare il loro sguardo su di loro. "Papa Lucio II - 1 Settembre 1075"
Oh, padre adorato. Non siete riuscito a regnare che per qualche mese. Troppo presto ci avete lasciati per recarvi al cospetto del Signore, che forse era ansioso di incontrarvi... Padre, prometto solennemente che cercherò in tutti i modi di continuare il vostro lavoro, e nel vostro nome cercherò di essere un Re rispettabile e temibile. Anzi, vi riuscirò, perché è così che mi avete cresciuto, ed è a questo che sono destinato, a Dio piacendo.
Sono già passati due anni dalla mia investitura papale come Duca di Puglia e Calabria, e finalmente la mia figlia maggiore potrà contrarre matrimonio. Emma andrà in sposa a Filippo, Re di Francia. L'alleanza che ne scaturirà, e la dote che riceveremo, saranno di grande aiuto per i tempi futuri. Ci aspetta la guerra contro i vili infedeli che occupano e infettano con il loro sozzore il sacro suolo siciliano. L'altro matrimonio di mio cugino ha fatto sì che anche il Re di Pamplona entrasse nella stretta cerchia dei nostri amici più fedeli. Anche Capua è nostra alleata. Siamo potenti. Vinceremo.
Il nostro messe si è subito recato a Palermo per dichiarare guerra agli infedeli. Non erano sorpresi. Noi lo siamo stati di più, vedendo tornare il nostro messe ancora tutto intero.
L'esercito infedele è potente, ma difetta di numero, e i nostri comandanti sono più preparati dei loro. Io stesso guido la carica al centro del nostro schieramento, con l'esercito capuano a darci manforte. Uno dopo l'altro i nemici della croce cadono, e il sangue del moro bagna il suolo di Calabria. Gerace sarà ricordata per sempre per la nostra grande impresa. Ora possiamo marciare liberamente in Sicilia, mentre anche i francesi sbarcano a Palermo, per evitare colpi di coda.
Tutto qui? La guerra dura pochissimo. I nostri uomini entrano a Caltagirone quasi senza sforzo. L'esercito nemico annientato, e lo Sceicco di Palermo è costretto a inchinarsi come un cane al mio cospetto mentre cede le province che occupava senza averne alcun diritto. Anche il titolo di Duca di Sicilia è mio, ora è tempo di fondare un regno, non prima di aver donato ai miei fratelli senza terra i titoli di conte delle nuove province occupate. Bisogna tenerli buoni, affinché siano miei fedeli alleati nel momento del bisogno.
Vostra Grazia, volevo informarla che la popolazione di Agrigento ha finalmente abbracciato l'unica vera fede, e si è ora convertita al Cattolicesimo. Sia Lode a Cristo.
Suo padre ha tentato di usurpare il mio titolo. La nostra alleanza è sciolta, e poiché rifiuta di diventare mio vassallo allora il suo destino è segnato. Capua sarà nostra. Non sono che un gatto che lotta contro un leone. Non hanno scampo. Li veggo fuggire verso ogni dove, mentre la battaglia ci arride ancora una volta. La loro fine è prossima, il titolo di Duca di Capua saldamente nelle mie mani.
È grande la gioia nel vedere il mio amato figliolo Boemondo raggiungere la maggiore età. Suo sarà questo regno quando io non ci sarò più. Starà a lui rinforzarlo e possibilmente renderlo più grande e più forte, in grado di respingere i nemici e incutere il terrore negli eserciti avversari. Sua anche sarà la vendetta verso il Conte di Bari, usurpatore del nostro titolo di Duca di Longobardia. Anche lui un giorno cadrà. Così io prevedo e auspico. Ma ora non è il momento per questi pensieri. C'è un matrimonio da organizzare e c'è un titolo da organizzare. Boemondo sarà Conte di Capua.
Il Sole non ha compiuto che sette giri attorno alla Terra e già mi sento pronto per il grande passo. Oramai nulla può impedirmi di coronare il mio più grande sogno. Finalmente sono Re di Sicilia, e il mondo sembra tremare sotto i miei piedi.
Ed è con queste parole che vi coroniamo Re di Sicilia, Roberto di Altavilla, già Duca di Puglia, Calabria e Sicilia, Conte di Puglia, Teate e Catanzaro, uccisore di infedeli e flagello dei propri nemici. In nome di Dio e del potere da Lui conferitoci, vi incoroniamo al cospetto di Dio e degli Angeli che risiedono nella volta celeste, e dei vostri vassalli e alleati, tra cui Filippo Re di Francia. Che possiate difendere queste terre dai vostri nemici e da coloro che oseranno posare il loro sguardo su di loro. "Papa Lucio II - 1 Settembre 1075"
Oh, padre adorato. Non siete riuscito a regnare che per qualche mese. Troppo presto ci avete lasciati per recarvi al cospetto del Signore, che forse era ansioso di incontrarvi... Padre, prometto solennemente che cercherò in tutti i modi di continuare il vostro lavoro, e nel vostro nome cercherò di essere un Re rispettabile e temibile. Anzi, vi riuscirò, perché è così che mi avete cresciuto, ed è a questo che sono destinato, a Dio piacendo.