+9 :qwe:
però il video non si vede :sad:
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+9 :qwe:
però il video non si vede :sad:
come no.... io lo vedo :look:
ora lo vedo pure io, che cavolo! :D
ma è voluto in qualche modo?
in che senso??
è un rilancio venuto male (bene :D ) o ha proprio provato il tiro?
ah boh :asd:
ah culo direi.. :esd:
Ma il successo più grande di quell’anno fantastico fu la vittoria della Scottish Challenge Cup, in una finale che vide un derby inedito tra i professionisti: le due squadre di Aberdeen a confronto, ovvero il blasonatissimo Aberdeen, che vanta un palmares composto da 4 campionati e 13 coppe nazionali vinte, nonché una Coppa delle Coppe e l’unica Supercoppa Europea che sia mai arrivata sul suolo scozzese, ed i neoprofessionisti del Cove Rangers. La classica sfida di Davide contro Golia, e fu proprio il piccolo Davide ad avere la meglio grazie ad un tiro di fionda di Michele Cezza, che costringe i cugini, strafavoriti, ad arrivare ai rigori, dove sarà Arnaudo, parando il rigore di Liam Callaghan, a decidere le sorti della partita.
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Ma vincere una partita di coppa nei 90 minuti era brutto?? :esd:
Comunque grandissimo risultato :tunz:
La stagione proseguì senza grossi intoppi, anzi, il margine dalle inseguitrici continuava ad aumentare. La stagione finì con il Cove Rangers padrone del campionato che chiuse con 13 punti di vantaggio sulla seconda.
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grandiosa promozione.. :dito:
Promozione e Coppa.
Big WOlves :qwe:
Per Vittorio era già il terzo anno ad Aberdeen, alla guida dei Cove Rangers. Oramai era molto noto in città. Era l’autore principale di una bellissima storia di sport, che si sarebbe raccontata per decenni in tutta la Scozia, e che ancora oggi, ad oltre trent’anni di distanza, viene ricordata come il miracolo di Aberdeen. Una squadra di dilettanti, che dopo soli 3 anni di professionismo si trova già a giocarsela alla pari con le grandi del campionato scozzese. Infatti, al suo primo campionato in Championship, Vittorio avrebbe affrontato già squadre dal grande blasone in Scozia, su di tutte c’erano gli Hearts of Midlothian, la squadra della capitale, che nel passato aveva già vinto tutto in Scozia e che per via di una serie di sfortunati eventi si era ritrovata retrocessa in Championship, con l’obiettivo di tornare immediatamente in Premier.
La prima volta che un giornalista gli disse che non si era mai vista una squadra di quartiere andare a fare la grande tra i professionisti fu all’indomani della vittoria in Challenge Cup contro i cugini dell’Aberdeen, e in quel caso Vittorio fece notare che qualcosa di simile accadeva in Italia, a Verona, dove, da oltre un quarto di secolo, la squadra del quartiere Chievo dopo una scalata dall’ultima lega alla serie A, caso unico in Italia, faceva rodere il fegato ai “cugini” dell’Hellas, che non avrebbero mai pensato di vedere i “mussi” volare. Quella risposta lasciò spiazzati i giornalisti e gli addetti ai lavori, di certo poco abituati a vedere un allenatore ridimensionare in quel modo i propri successi, così le volte successive si fecero trovare preparati, ed ebbero da ribattere che d’accordo, il Chievo arrivava dai dilettanti come il Cove Rangers, ma la loro scalata presentava poche analogie con quella di Vittorio. Prima di tutto a Verona i finanziatori non mancavano, e la situazione economica della società era sempre stata florida, mentre ad Aberdeen c’era praticamente solo un uomo che si stava indebitando pesantemente per portare avanti investimenti da cui non sarebbe riuscito a rientrare in tempi brevi, c’era un manager che costruiva ogni anno una squadra con 4 lire e che ogni anno riusciva a stupire, e soprattutto c’erano i trofei portati in bacheca, che il Chievo non aveva mai ottenuto.
Comunque a Vittorio piaceva Aberdeen. A parte il mare, a cui non era abituato, gli piaceva quella cittadina che sorgeva tra il fiume Dee ed il fiume Don, con i suoi palazzi di granito che risplendevano al sole e i suoi castelli sparsi lungo le valli dei due fiumi. Gli piaceva attraversare ogni giorno uno dei ponti sul Dee per raggiungere Cove Bay. Gli piaceva la Scozia, con la sua storia, con il suo clima, che non era particolarmente piacevole, ma comunque era intrigante. Si era adattato bene allo stile di vita scozzese e si sentiva molto a suo agio. Forse fu per questo che nell’estate del 2021, durante una conferenza stampa in cui si presentavano gli obiettivi stagionali, si trovò a dire che lì si trovava bene e che si sentiva di poter dire che Aberdeen era ormai una seconda casa per lui, che stava diventando la sua città…
te ne vai dove quindi??
:look:
ma se ho scritto che sto bene lì?!? :look:
hai scritto che stava diventando la tua città.. .. .. ..
se rimanevi li a lungo.. quella era la tua città :dito:
a Brakel ho fatto incidere il mio nome sulla targa posta sotto la statua nella piazza centrale della città :dito:
Adieu Robbie McEwen :dito:
ma se sono arrivato solo da tre anni :look:
datemi il tempo di ambientarmi :sad:
Prima di lanciarsi nella nuova stagione, Vittorio aveva avuto più colloqui con la dirigenza, per capire come muoversi. Le conversazioni con il presidente furono molto costruttive, anche se ribadirono un concetto fondamentale: le ambizioni c’erano, mancavano i fondi e la situazione economica era già critica e rischiava di sfuggire da ogni controllo. Il buco nelle casse societarie era sempre più grosso, e nonostante ciò il presidente era disposto a stanziare quanto poteva per poter far affermare la squadra nel calcio che conta. E se le più rosee aspettative portavano a far sprofondare il bilancio societario alla fine della stagione, il presidente confermò che sarebbe stato un problema da discutere a tempo debito, confermando la massima fiducia a Vittorio.
Fu grazie all’impegno economico del presidente che anche per quella stagione si riuscì, in sede di mercato, a costruire una squadra degna della categoria. In particolare quell’estate arrivarono diversi giocatori dall’indiscussa esperienza, anche in campo internazionale. Firmarono per il Cove Rangers gli ex nazionali Angelo Ogbonna, Drissa Diakité e Edgar Çani, tutti con passate esperienze in alcuni dei massimi campionati europei.
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Ma il colpo del calciomercato, quello che infiammò i tifosi, fu l’ingaggio di un ex nazionale inglese, jolly di centrocampo, che dopo una vita al Southampton si era trasferito all’Aston Villa, dal quale fu svincolato dopo due stagioni. Con i Cove Rangers firmò un contratto annuale con opzione per il secondo, ed era destinato ad essere il faro del centrocampo per quella stagione.
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Infine la rosa fu completata in parte riconfermando alcuni prestiti della passata stagione, come Francescutto, Arrondel, Declan Wilson, Barraco e Young, in parte grazie ai prestiti di altri giocatori, tra cui Daly, Sweet, Jermaine Muir, Hubert e Thevenet destinati ad avere ruoli di primo piano in squadra.
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Colpaccio Lallana! :hail:
Che tracollo fisico Ogbonna :look:
Lallana :tunz:
Ma non è molto realistico Ogbonna in quelle condizioni a 33 anni.. :gha:
Capisco che non sia un fenomeno.. ma da qui ad essere in quello stato.. :gha: cioè magari si è schiantato con il Carrera mentre tornava da pigiare la moglie di Schillaci.. :look:
Ogbonna non ha fatto una gran carriera nella mia partita.
A partire dal 2015 è finito ai margini nella Juve, poi una stagione in prestito allo Sporting Lisbona a cui è seguita la cessione all AZ in Eredivise. Dopo tre anni di panchina in Olanda è finito in terza serie spagnola, dove non è mai stato titolare inamovibile :sisi:
imho al momento non è che sembri fare sta gran carriera comunque :sisi:
ogbonna.
Ogbonna scarso :dito:
La stagione iniziò come meglio non poteva, 10 punti conquistati nelle prime 6 partite, che erano 35 alla fine dell’anno solare, e che volevano dire un’altra insperata cavalcata verso la cima della classifica.
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Inoltre arrivò anche il secondo successo in Challenge Cup
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Ma la realtà quell’anno ad Aberdeen era tutt’altro che rose e fiori. Lo spogliatoio per la prima volta era seriamente incrinato e la serenità iniziava a mancare. Il nodo della discordia era sempre il solito vil danaro. Gli elementi di spicco della rosa non erano più giovani ambiziosi in cerca di un palcoscenico su cui mostrarsi, ma professionisti già affermati che si avviavano a larghi passi verso il viale del tramonto ed erano soprattutto interessati a portare a casa gli ultimi corposi ingaggi che riuscivano a strappare. Tutto questo cozzava con la situazione, sempre più disastrosa, delle casse dei Cove Rangers, finché non si arrivò al punto di rottura. Si adottò così, a metà campionato, una strategia di abbattimento degli ingaggi che generò parecchi malcontenti tra gli elementi più pagati, in particolare i tre colpi del mercato estivo. Finì così che mentre Lallana riuscì ad accordarsi su un contratto che ridimensionava in maniera sostanziale il proprio ingaggio, con Ogbonna e Cani la rottura divenne irrecuperabile, e mentre la punta albanese riuscì ad accasarsi al Renate, in serie C italiana, il difensore finì emarginato e fuori rosa.
A questo punto bisognava mettere una pezza alla situazione che, durante il mese di gennaio, ebbe anche ripercussioni sui risultati e Vittorio riuscì a portare freschezza in squadra grazie agli ingaggi di Broadbent, e Burgess in attacco e Buatu e McQueen in difesa, oltre al prestito, dal Chelsea, della giovane punta Ian Smith
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Maledetti vecchiacci :sbavmad: largo ai giovani. :dito:
I nuovi acquisti diedero quasi subito nuovo vigore alla squadra, che riprese la marcia che si era interrotta alla fine del 2021, riuscendo a collezionare 10 vittorie ed un pareggio nelle ultime 12 partite di campionato.
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Con un ruolino di marcia simile il verdetto finale non potè che essere la vittoria per distacco del campionato, con conseguente promozione in Premiership
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E incetta di premi per allenatore e giocatori dei Cove Rangers
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Ma come se non bastasse, arrivò anche la seconda coppa stagionale da mettere in bacheca, la League Cup vinta sconfiggendo in finale il St.Mirren
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ottimo casso !!! :tunz:
In pratica si va in Europa? :look:
wolves re di coppa!,, ora sotto con la premiership
che fai ti bulli?
hai detto che è la coppa delle pippe meno pippe :esd:
Io sono la meno pippa tra le pippe :cigar:
È già qualcosa :esd:
anche questo è vero :esd: