che nel 2016 e 2017 ci siamo guadagnati il paradiso e ora possiamo vivere di rendita? :uh:
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cmq visto che non c'è alcuna invasione o nessun allarme non vedo quale sia il problema a ventimiglia. se non c'è invasione per l'italia tanto meno ci sarà per gli altri paesi con più risorse e più abitanti.
La conclusione non la suggerisce nemmeno l'articolo, anzi il sole 24ore cerca di puntare il dito contro Salvini perche' non c'e' una invasione.
A parte il fatto che non e' che il pregresso non conta, sono state censite 300000 persone sbarcate sulle nostre coste nei due anni precedenti, il giornale se proprio vuole fare un articolo davvero interessante, dovrebbe dirci i motivi per cui nel 2016 e nel 2017 ci sono stati cosi' tanti sbarchi.
Politicanti che ne hanno approfittato? Non abbiamo pagato Libia e Tunisia per tenere d'occhio le loro coste? Sono finiti i migranti?
attento che Kabra ti risponde "ma dai?".
oltre al fatto che vorrei vedere l'andamento anche degli altri mesi dell'anno, giusto per capire.
si potrebbe dire che grazie a Minnitti ci sia stato un calo degli sbarchi, calo di cui probabilmente beneficiamo tuttora, oppure che durante il 2016-2017 le migrazioni siano state in qualche modo addirittura favorite...
ma il dato che salta agli occhi è che se gennaio-febbraio e marzo (con tutti gli altri mesi invernali) sono quelli da sempre meno indicati per traversare il mare quindi l'effetto-minnitti non è che sia così evidente, aprile-maggio-giugno (e successivi) dovrebbero essere quelli più indicati e ora ci troviamo con un bel po' di sbarchi in meno.
mi concentrerei parecchio sui dati di aprile-maggio-giugno del 2016-2017. quindi in libia ci sono, ammassati, ad occhio e croce 200 mila persone che vorrebbero traversare ma che non possono farlo?
Il manifesto politico di Carlo Calenda
Un’alleanza repubblicana oltre gli attuali partiti. Cinque idee per cominciare
Caro direttore. Dall’89 in poi i partiti progressisti hanno sposato una visione semplificata e ideologica della storia. L’idea che l’avvento di un mondo piatto, specchio dell’Occidente, fondato su: mercati aperti, multiculturalismo, secolarizzazione, multilateralismo, abbandono dello stato nazionale, generale aumento della prosperità e mobilità sociale, fosse una naturale conseguenza della caduta del comunismo si è rivelata sbagliata. Oggi l’Occidente è a pezzi, le nostre società sono divise in modo netto tra vincitori e vinti, la classe media si è impoverita, la distribuzione della ricchezza ha raggiunto il livello degli anni Venti, l’analfabetismo funzionale aumenta insieme a fenomeni di esclusione sociale sempre più radicali. La democrazia liberale è entrata in crisi in tutto il mondo e forme di democrazia limitata o populista si vanno affermando anche in Occidente. La Storia è prepotentemente tornata sulla scena del mondo occidentale. Viceversa la globalizzazione ha portato benessere in Asia e in molti paesi emergenti, dove aumentano i divari sociali e culturali, ma in un contesto di crescita generale. Anche all’interno delle società Occidentali la competizione e i mercati aperti hanno portato allo sviluppo di eccellenze produttive e tecnologiche che sono però ancora troppo poche per generare benessere diffuso.
L’Unione Europea è figlia di una fase “dell’Occidente trionfante” da cui ha assunto un modello di governance politica debole, lenta e intergovernativa. L’Eurozona al contrario ha definito una governance finanziaria rigida ispirata da una profonda mancanza di fiducia tra “Sud e Nord”, incapace di favorire la convergenza, gestire gli shock senza scaricarli sui ceti deboli e promuovere la crescita e l’inclusione. Tutte queste pecche sono frutto di scelte degli Stati membri e non della Commissione Europea o dell’Europa in quanto tale.
La crisi dell’Occidente ha portato alla crisi delle classi dirigenti progressiste che hanno presentato fenomeni complessi, globalizzazione e innovazione tecnologica prima di tutto, come univocamente positivi, inevitabili e ingovernabili allontanando così i cittadini dalla partecipazione politica. Allo stesso modo l’idealizzazione del futuro come luogo in cui grazie alla meccanica del mercato e dell’innovazione il mondo risolverà ogni contraddizione, ha ridotto la narrazione progressista a pura politica motivazionale. Il risultato è stato l’esclusione del diritto alla paura dei cittadini e l’abbandono di ogni rappresentanza di chi quella paura la prova. I progressisti sono inevitabilmente diventati i rappresentanti di chi vive il presente con soddisfazione e vede il futuro come un’opportunità.
I prossimi 15 anni saranno probabilmente tra i più difficili che ci troveremo ad affrontare da un secolo a questa parte, in particolare per i paesi occidentali.
La sfida si giocherà da oggi al 2030. In questa decade le forze del mercato, della demografia e dell’innovazione porteranno a una drammatica collisione a meno di non correggerne e governarne la traiettoria. L’invecchiamento della popolazione porterà il tasso di dipendenza tra popolazione in età lavorativa e popolazione in età pensionistica vicino al rapporto di 1 a 1. Ciò avrà due conseguenze rilevanti: l’insostenibilità dei sistemi pensionistici e la diminuzione strutturale del tasso di crescita delle economie. Negli ultimi 65 anni infatti un terzo della crescita è derivata dall’aumento della forza lavoro. L’effetto potenzialmente positivo su stipendi e occupazione della riduzione di forza lavoro (meno persone dunque più domanda e meno offerta) sarà controbilanciata, dall’automazione. Ad un aumento della produttività derivante dall’innovazione tecnologica vicino al 30 per cento entro il 2030, corrisponderà la scomparsa del 20-25 per cento dei lavori che esistono oggi. L’aumento della produttività e la diminuzione dei posti di lavoro non si distribuiranno in modo omogeneo nei diversi settori. Le nuove professioni che si svilupperanno con l’innovazione saranno in grado di coprire i posti di lavoro perduti solo se politiche pubbliche adeguate verranno messe immediatamente in campo.
Se ciò non accadrà aumenteranno le diseguaglianze tra categorie di lavoratori e lo squilibrio tra salari e profitti.
Il cambio di paradigma economico avverrà ad una velocità mai sperimentata nella Storia. Le nostre democrazie, colpite da una gestione superficiale della globalizzazione, non possono sopravvivere a un secondo shock di dimensione molto superiori. Lo scenario che abbiamo sopra descritto richiederà un impegno diretto dello Stato in una dimensione mai sino ad ora sperimentata.
L’Italia anello fragile, finanziariamente e come collocazione geografica, di un occidente fragilissimo, è la prima grande democrazia occidentale a cadere sotto un Governo che è un incrocio tra sovranismo e fuga dalla realtà. Occorre riorganizzare il campo dei progressisti per far fronte a questa minaccia mortale. Per farlo è necessario definire un manifesto di valori e di proposte e rafforzare la rappresentanza di parti della società che non possono essere riassunti in una singola base di classe. Un’alleanza repubblicana che vada oltre gli attuali partiti e aggreghi i mondi della rappresentanza economica, sociale, della cultura, del terzo settore, delle professioni, dell’impegno civile. Abbiamo bisogno di offrire uno strumento di mobilitazione ai cittadini che non sia solo una somma di partiti malandati e che abbia un programma che non si esaurisca, nel pur fondamentale obiettivo di salvare la Repubblica dal “sovranismo anarcoide” di Lega e M5s.
Le priorità di questo programma sono:
Tenere in sicurezza l’Italia. Sotto il profilo economico e finanziario: occorre chiarire una volta per tutte che ogni riferimento all’uscita dell’Italia dall’euro ci avvicina al default. Deficit e debito vanno tenuti sotto controllo, non perché ce lo chiede l’Europa ma perché è indispensabile per trovare compratori per il nostro debito pubblico. Sotto il profilo della gestione dei flussi migratori proseguire il “piano Minniti” per fermare gli sbarchi. Accelerare il lavoro sugli accordi di riammissione e gestione dei migranti nei paesi di transito e origine secondo lo schema del “Migration Compact” proposto dall’Italia alla UE. Creare canali di ingresso regolari e selettivi. Occorre infine ribadire con forza la nostra appartenenza all’Occidente, all’alleanza atlantica e al gruppo dei paesi fondatori dell’Ue, come garanzia di stabilità, sicurezza e progresso.
Proteggere gli sconfitti. Rafforzando gli strumenti come il reddito di inclusione, nuovi ammortizzatori sociali, le politiche attive e l’apparato di gestione delle crisi aziendali in particolare quanto causate dalla concorrenza sleale di paesi che usano fondi europei e i vantaggi derivanti da un diverso grado di sviluppo per sottrarci posti di lavoro. Approvare il salario minimo per chi non è protetto da contratti nazionali o aziendali. Allargare ad altri settori fragili il modello del protocollo sui call-center per responsabilizzare le aziende e impegnarle su salari e il no a delocalizzazioni.
Investire nelle trasformazioni, per allargare la base dei vincenti, su infrastrutture materiali e immateriali (università, scuola e ricerca). Finanziare un piano di formazione continua per accompagnare la rivoluzione digitale. Proseguire il piano impresa 4.0 e portare a 100.000 i diplomati degli Istituti Tecnici Superiori. Implementare la Strategia Energetica Nazionale e velocizzare i 150 miliardi di euro previsti per raggiungere i target ambientali di CoP21. Aumentare la dotazione dei contratti di sviluppo e del fondo centrale di Garanzia per ricostituire al Sud la base industriale che serve per rilanciarlo. Rivedere il codice degli appalti per velocizzare le procedure di gara. Mantenere l’impegno sulla legge annuale per la concorrenza. Prevedere un meccanismo automatico di destinazione dei proventi della lotta all’evasione fiscale alla diminuzione delle tasse, partendo da quelle sul lavoro.
Promuovere l’interesse nazionale in UE e nel mondo. Riconoscendo che non esistono le condizioni storiche oggi per superare l’idea di nazione. Al contrario abbiamo bisogno di un forte senso della patria per stare nel mondo e in UE. Partecipando al processo di costruzione di una Unione sempre più forte, in particolare nella dimensione esterna (migrazioni, difesa, commercio), tra il nucleo dei membri storici ma ribadendo la contrarietà all’inserimento del fiscal compact nei trattati europei e all’irrigidimento delle regole sulle banche. Promuovere la rimozione dei limiti temporali sulla flessibilità legata a riforme e investimenti approvata sotto la Presidenza italiana della UE. Sostenere la conclusione di accordi di libero scambio per aprire nuovi mercati al nostro export, ma mantenere una posizione intransigente sul dumping rafforzando clausole sociali e ambientali nei trattati.
Conoscere. Piano shock contro analfabetismo funzionale. Partendo dalla definizione di aree di crisi sociale complessa dove un’intera generazione rischia l’esclusione sociale. Estensione del tempo pieno a tutte le scuole. Programmi di avvio alla lettura, lingue, educazione civica, sport per bambini e ragazzi. Utilizzo del patrimonio culturale per introdurre i bambini e i ragazzi all’idea, non solo estetica, di bellezza e cultura. E’ nostra ferma convinzione che una liberal democrazia non può convivere con l’attuale livello di cultura e conoscenza. L’idea di libertà come progetto collettivo deve essere posta nuovamente al centro del progetto di rifondazione dei progressisti.
Il crocevia della Storia che stiamo vivendo alimenta paure che non sono irrazionali o sintomo di ignoranza. Abbiamo davanti domande epocali a cui nessuno può pensare di dare risposte semplicistiche. La tecnologia rimarrà uno strumento dell’uomo o farà dell’uomo un suo strumento? lo spostamento di potere verso oriente, conseguente alla globalizzazione innescherà una guerra o avverrà, per la prima volta nella Storia, pacificamente? Le nostre società sono destinate a una stagnazione secolare?
Occorre affermare con forza che la paura ha diritto di cittadinanza. E rifondare su questo principio l’idea che compito della politica è rappresentare, anche e soprattutto, le attuali insicurezze dei cittadini. La competenza non può sostituire la rappresentanza come l’inesperienza non può essere confusa con la purezza. Questo vuol dire prendersi cura del presente e gestire le transizioni piuttosto che idealizzare il futuro, esorcizzare le paure e affidarsi alla teoria economica e alla meccanica del mercato e dell’innovazione tecnologica, come processi naturali che rendono ogni azione di Governo inutile e ogni processo dirompente inevitabile.
Per fare tutto ciò occorre tornare ad avere uno Stato forte, ma non invasivo che garantisca in primo luogo ai cittadini gli strumenti per comprendere i processi di cambiamento e per trovare la propria strada NEI processi di cambiamento, ma che non butti i soldi pubblici per nazionalizzare Alitalia o Ilva. Stato forte vuol dire burocrazia efficiente e dunque una rivoluzione nel modo di concepire, regolare e retribuire la pubblica amministrazione. L’Italia ha bisogno poi di un’architettura istituzionale che coniughi maggiore autonomia alle regioni con una clausola di supremazia dell’interesse nazionale che consenta di superare i veti locali. Esiste un altro nemico da battere ed è il cinismo e l’apatia che di una larga parte della classe dirigente italiana. Dai media alla politica, dalle associazioni di rappresentanza agli intellettuali l’idea che ogni passione civile sia spenta e che si possa contemplare “Roma che brucia” con la “lira in mano” godendosi lo spettacolo, è diventata una posa tanto diffusa quanto insopportabile. La battaglia che abbiamo di fronte si vince anche sconfiggendo il cinismo dei sostenitori di un “paese fai da te”.
Si può fare: L’Italia è più forte di chi la vuole debole!
https://www.ilfoglio.it/politica/201...alenda-202545/
quello che abbiamo permesso ai libici è vergognoso! Io tra Minniti e Salvini non so chi sia peggio... uno fa le dirette FB e le fotine da bimbominkia come un ragazzino di sedici anni, poi però quando si riunisce per risolvere il problema propone cose già dibattute da anni (ma lui come poteva saperlo non essendoci mai andato al parlamento europeo :asd: ) l'altro si è macchiato di essere responsabile di gravissime violazioni dei diritti umani (non direttamente, e ci mancava solo quello)
ma io quelli manco li ascolto più, gli ultimi 20-25 anni di dirigenza ex comunista, la famosa sinistra progressista ha fatto danni ad ogni elezione dal 96 in poi... ogni tornata elettorale si sono spostati di un passo verso il centro pensando che ci fosse un elastico fortissimo indistruttibile che avrebbe tenuto la sinistra radicale nella stessa coalizione più centrista solo che ad un certo punto a furia di fare politiche di centro la sinistra li ha mollati, l'elastico si è spezzato, e il centro che avevano nel frattempo conquistato ha detto: originale per tarocco meglio scegliere gli originali no?
molto interessante vedere che ancora una volta il pd sbaglia i tempi di intervento.
non è il momento per stilare un programma. doveva avere pazienza ed attendere che il governo gialloverde si smaltasse contro il muro.
adesso chi se lo incula?
ma io mi sono anche stufato di sentire sempre sta cosa, se il post comunista deve diventare un'evoluzione del democristiano pre muro di Berlino, ma molto meglio rimanere agli anni 80! L'Italia stava benissimo allora rispetto a oggi... il PD ha sempre di più perso consenso con la base, nn mi va di sentire ancora una volta che la classe dirigente della sinistra estrema crede di essere in periodo di guerra fredda e la colpa sarebbe loro! Chi dice queste cose dimostra ancora una volta la sua incapacità di leggere ciò che accade nel paese! È la base che ti ha sfanculato, quelli che hanno votato M5S o Lega addirittura è perché nn hai capito cosa volevano, nn raccontiamoci minchiate
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Kabra non devi essere pesante a tutti i costi.
è rivolto alle macerie del PD e lui è un PD, poi il movimento o il partito lo potrà chiamare come vuole lui, la sostanza non cambia.
e infine si, è un programma. o un manifesto politico. o una lista di punti che lui propone di seguire.
ed è completamente sbagliato nei tempi. a meno che non voglia deliberatamente fallire o a meno che non sia stato fatto ora per anticipare qualcun'altro.
poi ha dato velatamente degli ignoranti e analfabeti funzionali ad un serbatoio di voti che dovrebbe poi, grazie alla cultura, cambiare idea e votare per lui.
e qui capisci che proprio non ce la fa a farcela nemmeno lui. continua a darsi le botte sui coglioni da solo.
siamo sempre li.
https://pbs.twimg.com/media/Dgk8i_JWsAA6s7C.jpg
Appunto, perché o troppo al centro o troppo a sinistra. Il post comunista può essere anche di sinistra senza per forza abbracciare la destra o rimanere dura e pura senza essere al passo coi tempi.
Non voglio essere pesante ma solo preciso su certe cose.
Credo che lo abbia fatto per anticipare i tempi ma soprattutto perché un "partito"/coalizione come pensata da Calenda non si costruisce dall'oggi al domani e non si può pensare di mettersi al lavoro DOPO che magari il governo attuale si sfaldi da solo.
Non l'ho interpretata in questo modo sinceramente: non ne ha fatto una questione di cosa si voti ma un discorso più generale (che peraltro condivido).
Parere personale, potrei pure sbagliarmi.
sicuro che sia per questo? in ogni caso se il tuo fondo elettorale di centro ti considera troppo a sinistra e quello a sinistra ti considera troppo al centro, inizierei a farmi un esame di coscienza... conferma la mia tesi che a furia di allargare il bacino di voti possibili hai solo ottenuto il risultato che scontenti tutti e perdi anche le "roccaforti" rosse... rosse poi... sono stato a Ferrara anni fa, se c'è la paura dell'immigrato e il razzismo latente è proprio in Emilia Romagna anche più che in Veneto da quel che ho visto... quelli che hanno i soldi sono benestanti gli ex proletari che nel 2000 sono diventati la forza di governo..Per nn parlare delle schifezze che ho visto da parte di Nardella a Firenze
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meglio lasciar perdere... se volevo vedere un fascista a governare una città nn avrebbe dovuto farlo sotto la bandiera del PD, il tutto imho ovviamente! I raid di polizia e carabinieri contro i senegalesi nella via che porta a ponte vecchio, il messaggio a favore di nn ricordo chi (ma in ospedale a trovare l'immigrato ricoverato no) manco Salvini arriverebbe a tanto, quello è tutto tranne che scemo! ha pure fatto eleggere un immigrato nelle file della Lega
Infatti: il PD ha sbagliato tutto lo sbagliabile, non ha capito i problemi dei cittadini, non è stato in grado di ascoltare, ha creduto di avere risposte che in realtà erano solo supercazzole. Ha pensato di ampliare il proprio bacino ma ha toppato in tutto e per tutto
Bizio perdonami ma secondo me tu stai sbagliando città... se poi chiedere maggiore sicurezza è di destra allora son pure io un fascista!
Per quanto riguarda l'immigrato eletto da salvini cosa ci entra il sindaco di Firenze?
Giuro l'ho letto dopo aver scritto questo post... :asd:
no sei tu che nn hai capito cosa ho scritto :esd:
Nardella è l'espressione della svolta destrosa del PD che ha fatto perdere voti e ha lasciato a casa tutti quelli che sono schifati sia a votare M5S che lega e che nelle alternative a sinistra nn hanno trovato nulla di concreto :sisi:
nn le ho salvate nel mio HD personale ricordo solo che ogni volta che ho sentito una serie di news su Firenze ho pensato, minchia e dire che qui critichiamo Zedda perché è troppo poco di sinistra… da poco ricordo un gesto nn da primo cittadino eletto dalla "sinistra italiana", ma non ti preoccupare sono io che sono rimasto agli anni 80 :asd:
chiedere più sicurezza.
Per il bravo ragazzo di sinistra le città sono sicure, non bisogna fare allarmismo che l'allarmismo crea odio. Non ci sono quartieri poco sicuri, ci sono solo situazioni da conprendere a fondo. Infine chi delinque lo fa perché costretto dalle circostanze quindi la colpa è di tutti noi.
Vado avanti?
Se leggi il falso quotidiano non ho dubbi... se vivi la città avresti tutt'altra idea... la prima critica al sindaco è il troppo buonismo!!
Giusto oggi ha organizzato una manifestazione contro il razzismo... proprio ora che è una tematica che porta via voti piuttosto che l'inverso... quando un "fascio" qualche mese uccise un immigrato fu criticato molto proprio per la TROPPA vicinanza dell'amministrazione verso la comunità senegalese... se questo le rende di destra non oso immaginarese ci fosse Emiliano..... :look:
Ecco questo mi fa inca**are profondamente!!!
Perchè chiedere sicurezza NON è di destra... lo è agendo con uno "stato di polizia" piuttosto che con una VERA politica di inclusione... :dito:
In realtà non è neanche vero che le città sono meno sicure
Solo che quando vedete i nekri in giro vi spaventate mentre i camorristi non spiccano finché non aprono la bocca tirando fuori l'accento di secondigliano