cmq fate finta che non abbia scritto nulla, continuate pure il dibattito politico come se l'italia fosse una grandissima nazione o quanto meno una nazione normale.
è solo un problema mio :esd::rotfl2:
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cmq fate finta che non abbia scritto nulla, continuate pure il dibattito politico come se l'italia fosse una grandissima nazione o quanto meno una nazione normale.
è solo un problema mio :esd::rotfl2:
Non sono fascista e non lo sono mai stato. Il mio non è un discorso di razzismo, cioè quelli di una certa razza non li voglio perché noi "italiani" siamo tutti belli alti e biondi (ma de che!)
Stante questo sono d'accordo che una nazione, per quanto come dice @Bel Vale la nostra nazione nasce da presupposti aggregativi abbastanza diversi dagli altri paesi europei, deve avere una sua identità, delle sue tradizioni, una sua lingua (con anche tutte le declinazioni dei dialetti). Chiunque abbia voglia di far parte di questa comunità deve comunque adattarsi alle cose base. Non dico la religione, no quella è sfera personale, ma alle cose base si. Non si diventa italiani solo per nascita. Fortunatamente questa legge dovrebbe avere una visione lontana dallo ius soli puro.
ma ne avete mai visto bambini stranieri nati in Italia? a momenti sono più italiani di voi :asd:
Mi sono perso. Si sta parlando del valore della cittadinanza come identità di un popolo o della proposta di legge che sta passando alle camere? Sono due discorsi differenti.
Secondo me non si è proprio letta.
La proposta in discussione @enigmainsoluto è definita ius soli “temperato” proprio perché non basta essere nati sul territorio italiano per avere la cittadinanza. Anzi.
Prevede invece che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:
– deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
– deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
– deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.
L’altra strada per ottenere la cittadinanza è quella del cosiddetto ius culturae, e passa attraverso il sistema scolastico italiano. Potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie). I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.
Cioè che ci sia la conoscenza della lingua e della cultura di questo paese è un presupposto fondamentale per poterne diventare cittadino. Un po' diverso dal "regalare" la cittadinanza, no?
Poi, ti chiedo una cosa proprio su quello che scrivi tu:Che ne pensi quindi dei pronipoti di italiani emigrati in SudAmerica per esempio che hanno la cittadinanza italiana ma non parlano una sola parola e non sono nemmeno mai stati nel nostro paese? Sono italiani? La legge attuale, quella che non si vuole cambiare, basata sullo ius sanguinis, dice di sì.Citazione:
Comportati da italiano, parla italiano, rispetta valori e leggi e allora forse dopo dieci o vent'anni puoi farne domanda
Altra cosa che vorrei dire. Non ne posso più del discorso "nel loro paese però". Le leggi dobbiamo farle come "risposta" o "dispetto" in relazione a quello che fanno altri? Secondo me è un concetto un po' assurdo. Dovremmo valutare la nostra situazione e ragionare su quella.
E infine, secondo me, si fa confusione tra nazione e stato. Tra "appartenenza" a una comunità di popolo nazionale, culturale, linguistico, e essere cittadino di uno Stato. IMHO non è la stessa cosa. Ci sono stati composti da più nazioni (la Spagna per esempio) e nazioni divise tra più stati (vedi gli Armeni, gli albanesi del Kosovo, ma gli esempi sono tantissimi). Posso essere cittadino di uno stato ma sentirmi di appartenere a una nazione diversa. Faccio un esempio su di me: io sono nato in Colombia, ma da pochi mesi di vita fino a oggi sono cresciuto, vissuto in Italia. Sono sempre stato cittadino italiano, ho studiato qui, mi sento profondamente italiano, ma allo stesso tempo mi sento profondamente colombiano. Perché quella è la mia terra di nascita. E non mi sento in contraddizione con le due cose, credo possano convivere molto tranquillamente.
Anche perché io credo che l'aspetto cittadinanza sia essenzialmente "burocratico" - darti un documento in cui sei registrato e di conseguenza hai diritti e doveri di quella cittadinanza, ma non definisce a quale nazione appartieni.
Quindi arriva in Italia una madre incinta proveniente dal Soncazzostan. Si sposa con Tizio che pure lui è del Soncazzostan o che so io, ed è qua in Italia da 5 anni. Ha un reddito minimo e due parole in italiano le riesce a buttare giù. Nasce il bimbo, ed è italiano. Pertanto la madre che è in Italia da facciamo un mese ha il diritto di restare almeno diciotto anni per le cure parentali.
Ma per favore!
Siete voi a leggere le proposte di legge ma a non capirle.
Altro strumento della sinistra per cercare di andare a prendere voti in futuro da chi oggi non può (giustamente) votare. Vuoi venire a lavorare in Italia? Ottimo. Sono il primo ad esserne felice. Vuoi votare per l'Italia? Ma anche no.
Vi dirò di più. Io toglierei pure la cittadinanza a chi pur essendo italiano, non è mai stato in Italia o mai abbia votato per l'Italia.
Vorrei essere più specifico ma farei un wot interminabile. E non ne ho voglia. Tanto io non voglio convincere nessuno (al contrario di qualcuno). Semplicemente non sono d'accordo.
PS: non accomunare cittadinanza con politiche di integrazione significa non avere chiaro che vanno di pari passo.
No :esd:
I due genitori devono essere in italia da almeno 5 anni con documenti in regola. Quindi nell'esempio che fai tu, se la madre incinta sposa Tizio, lui non è il padre, quindi non è un genitore, quindi il bambino non ha diritto alla cittadinanza. E la madre potrebbe restare qui in regola per almeno 5 anni prima che il figlio diventi italiano. Non un mese :esd: Anche perché nell'esempio che fai tu presupponi che la madre sia extraUE (io ho capito questo) e quindi:
– deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
– deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
– deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.
Un po' diverso :esd:
Questo non lo commento nemmeno :esd:
Potrei anche essere d'accordo, anzi: a ogni rinnovo di CI io farei fare a tutti i cittadini un bell'esame di Educazione Civica. Sai quanti non lo supererebbero? :esd:
C'è il solito problema. Da noi ci sono mille leggi, anche precise e dettagliata, salvo che poi il controllo sui requisiti non avviene quasi mai, si accetta di tutto....salvo che poi ci sia un pezzetto di carta (spesso falsificato) che attesti che vada tutto bene.
Se facessero un po meno leggi, si sprecasse meno personale a dover prendere carta su carta per ogni singola attività, e si spostasse quel personale per effettuare i controlli sarebbe molto meglio.
Esempio pratico è l'edilizia. Mille documenti di ogni genere per poter fare anche un box di 2 mq, roba da impazzire. Poi una volta che hai presentato 10 tomi di carta....nessuno controlla che poi hai costruito una villa di 100 mq con piscina, perchè negli uffici comunali chi controlla è impegnato per il 99% del tempo a leggere le carte e vedere che ci siano tutte.
La mia paura è che questo succederà....tante carte da presentare per avere la cittadinanza...e poi presenti documenti falsi e sei più italiano di me.