Originariamente Scritto da
smoldino
Vorrei cercare di mantenere la discussione tranquilla perché l'obiettivo è parlarne insieme.
Abbiamo già discusso cosa si intende per chiaro ed evidente errore.
Se l'arbitro ha visuale per giudicare un contatto, non è chiaro ed evidente errore per definizione. Quindi il VAR, ad oggi, non può intervenire. Né oggi, né ieri, forse domani se cambia qualcosa. Caso diverso sono simulazioni e falli di mano, ma per i contatti non può intervenire.
O meglio, non potrebbe, perché siamo arrivati all'assurdo che il capo degli arbitri ha chiaramente detto più volte di andare contro il protocollo.
Sul contatto, siamo nello stesso campo di mille altri episodi, tipo Lazio-Inter e il rigore scaturito per i nerazzurri, e via dicendo. Secondo me (sottolineo il secondo me) non andrebbero analizzati al VAR: sono contatti dove conta l'entità, variabile che solo l'arbitro di campo può valutare per regolamento e competenza. Accetto comunque il parere di chi vede fallo, riconoscendolo in tutte le situazioni simili. Se ci pensate, nel regolamento si parla di chiaro ed evidente errore proprio per slegarsi da una valutazione oggettiva (il replay del VAR) di un fenomeno soggettivo (l'entità del contatto).
Nel mondo della moviola in campo, che è quello che sta diventando il VAR a prescindere dal regolamento che dice altre cose, se vai al video e vedi un contatto dai fallo. È logico. Ma fallo è diverso da contatto, e questo per me ci porta ad un controsenso clamoroso, perché stiamo affrontando un problema introducendo una soluzione difettosa.
A prescindere che fosse rigore o meno, dato che tifo una squadra che è in B e quindi non è che sia molto interessato, secondo me è interessante notare come dall'introduzione del VAR si è aumentato il livello di soggettività, perché alle decisioni di campo si è aggiunta l'aleatorietà dell'intervento esterno, che non si sta dimostrando coerente da campo a campo.
In più, è evidente che i termini "chiaro" ed "evidente" non servano ad una mazza e non sono stati compresi né dagli addetti ai lavori né dai tifosi. Sono termini soggettivi, senza spiegazioni univoche, per descrivere un concetto oggettivo quale vuole essere il VAR.