Tempo di bilancio, anche per quanto riguarda la nostra Nazionale Under 17. La delusione del girone di ferro in Azerbaigian è ancora un ferita marchiata a fuoco: Serbia, Olanda e Spagna, un’urna impietosa che ha costretto l’Italia alle proverbiali sette camicie, senza peraltro strappare il pass per la fase ad eliminazione diretta. Sei mesi dopo siamo qua, di fronte ad un’altra squadra, che con tre ottime prestazioni ha chiuso il discorso qualificazioni per l’Europeo in Croazia a maggio del prossimo anno. Dei ragazzi agli ordini di mister Dal Canto – oggi alla Primavera dell’Empoli – il 12 maggio, nello Spagna-Italia (4-2) che decretò l’eliminazione degli azzurrini, sono rimasti solo Bellanova e Caligara, adesso trascinatori dei nostri colori in questa categoria. Ma andiamo con ordine.
DIFESA – Albania, Macedonia e Serbia: zero gol presi in tre partite. Certo, il fattore casa ha sicuramente giocato un ruolo protettivo della porta difesa da Ghidotti, ma anche l’altissima qualità della disposizione in campo e dei giocatori ha fatto la differenza. L’estremo difensore della Fiorentina è stato chiamato in causa con il contagocce, segnale di un’ottima solidità, ma – fatta eccezione forse per un paio di uscite – si è dimostrato sicuro e affidabile, che è quello che conta per un portiere. Capitan Bettella non ha praticamente sbagliato un intervento nei tre match e il compagno Anzolin si è dimostrato complementare e in sintonia. Gli esterni sono uno dei nostri punti di forza: Bellanova, scuola Milan e dalle grandi potenzialità, nelle prime due partite è stato il migliore in campo, dimostrando di saper fare entrambe le fasi con una puntualità esemplare. Di là, a sinistra, Campeol ha dato prova di grande lucidità, chiudendo tre partite senza sbavature e con qualche buono spunto in avanti.
CENTROCAMPO – Un nome: Rizzo Pinna. Gioiello del vivaio dell’Atalanta, questo è un mediano completo, dalle qualità più disparate: onnipresenza, interdizione, geometrie, ritmo, aggressività e cinque polmoni. Sconosciuto ai più, da oggi lo guarderemo sicuramente con rinnovato interesse. Caligara è l’altro golden boy della Juventus, che insieme a Moise Kean, ha già trovato la propria dimensione nel Campionato Primavera, nonostante sia solo un classe 2000. Grande fisico e ottimo temperamento, se riesce a dare continuità negli 80′ ha i colpi per fare la differenza. Candela, schierato a sorpresa interno di centrocampo, è il jolly di questa squadra: tanta quantità al servizio dei compagni e la duttilità che gli permette di occupare più ruoli tra centrocampo e difesa. Nel ruolo di trequartista si sono alternati Biancu, uno che ha già esperienza in Primavera e che è andato in gol contro la Serbia, e Visconti: due ragazzi che hanno saputo interpretare bene un ruolo complicato, con il primo forse schierato in maniera più naturale, mentre il secondo si è dimostrato un ottimo rimpiazzo per quella posizione.
ATTACCO – Quella di Moise Kean è un’incognita importante: il ragazzo farà il salto di categoria o rimarrà in Under 17 almeno fino all’Europeo? La sua assenza si è sentita molto in queste tre partite, soprattutto quando il muro dei macedoni non sembrava intenzionato a crollare. C’è, però, Davide Merola a guidare l’attacco azzurro: capocannoniere della Nazionale, brevilineo e rapace, è uno che in area di rigore sa sempre cosa fare. Fisicamente non è importante, ma compensa con un elevatissimo stacco da terra e una rapidità invidiabile negli ultimi undici metri. Poi c’è il più giovane, il 2001 Pellegri, che nel Genoa Primavera ha già fatto parlare di sé. Grande capacità di raccordo tra i reparti, ha i colpi per far male sia negli ultimi sedici metri, sia al di fuori dell’area di rigore. è il complemento ideale al compagno Merola.
FATTORE BIGICA – Il migliore in questa delicatissima fase di qualificazione è stato, però, mister Bigica. Il CT barese, chiamato dagli Allievi Nazionali dell’Empoli a portare in alto i colori azzurri, si è dimostrato una guida sapiente e lo ha fatto vedere andando a migliorare quella che era stata la pecca dello scorso Europeo di categoria: la capacità di stare in campo di questa squadra. Con le forze del Nuovo Millennio Bigica è riuscito a schierare in campo una squadra che non si allunga mai e copre tutte le zone come se stesse giocando con ragazzi ben più esperti. Il rombo è una soluzione che ben si adatta ai singoli, perchè – pur rinunciando agli esterni – il CT può contare sull’apporto offensivo dei terzini, che aumentano la quantità e la qualità delle soluzioni offensive. Il centrocampo è un equilibrio di tecnica e polmoni, con Rizzo Pinna che è sempre più il centro del nevralgico del gioco azzurro. E’ vero, manca la capacità di reggere l’attacco da solo di Kean, ma Bigica riesce a compensare con interni di qualità e un trequartista versatile, che può essere utile sia in fase di inserimento che in quella di finalizzazione.

tratto da mondoprimavera.com

Praticamente, in maniera molto velata, l'articolo conferma che l'allenatore dell'under 17 italiana all'ultimo europeo è un pò scarso. D'altronde riuscire a non passare il turno con Moises Kean, Pinamonti e Scamacca in attacco è degno del peggior Carlos Bianchi versione romana. Dal Canto viene spedito all'Empoli in cambio di Bigica che era agli allievi e la differenza la fa in sole tre partite.