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Discussione: Taranto, storia di una città sulle montagne russe

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    Taranto, storia di una città sulle montagne russe



    Ebbene si, incuriosito dalle storie raccontate da @miroslaw88 sulle tormentate vicende legate al Taranto, decido di approfondire la sua storia e alla fine di intraprendere la carriera nella città ionica.

    Prima di cominciare ad entrare nella vera e propria gestione, non si può non raccontare la storia del Taranto.
    Sarà un pò lunghetto, ma merita sapere dove si va ad allenare


    Dagli esordi del calcio tarantino alla nascita dell'A.S. Taranto

    La storia calcistica tarantina inizia nel 1904: la prima società a giocare ufficiosamente a football fu il "Circolo Studentesco Mario Rapisardi", di natura podistica, entro il quale si iniziò a praticare lo sport seguendo l'esempio delle squadre inglesi. Nello stesso anno, il militare ferrarese Luigi Ascanelli fondò il primo club tarantino espressamente calcistico, denominato Società Sportiva Pro Italia, con colori sociali il bianco e il verde, che disputava le partite nella "Piazza d'Armi", vicino all'Arsenale Militare Marittimo.

    I dubbi sull'anno di fondazione della Pro Italia, inizialmente indicato come 1906, sono stati risolti grazie al ritrovamento di una vecchia intervista al fondatore Ascanelli. Ascanelli nacque a Ferrara il 2 febbraio 1864 e morì a Taranto il 23 gennaio 1947. Di antica e illustre famiglia ferrarese, fu Capo di 1ª classe (Maresciallo Capo) e contabile del reparto della Regia Marina. Si sposò a La Spezia dove nacquero tutti i suoi figli: Francesco Dante, Olga, Alcibiade, Alcide, Adolfo. Nei primissimi anni del 1900 si trasferì con tutta la sua famiglia a Taranto, dove concluse la sua carriera militare.

    La Pro Italia disputò fino alla fine degli anni dieci vari tornei pugliesi non ufficiali, arrivando sempre nelle fasi finali e vincendo il Campionato pugliese del 1915; nel 1910 terminò al secondo posto il Campionato regionale di Terza Categoria organizzato dalla F.I.G.C., prima storica competizione ufficiale della regione Puglia.

    Nel 1911 nacque l'Audace Foot-Ball Club per interessamento diretto del footballer Giovanni Sardella, con colore sociale il rosso e anch'esso esibitosi in piazza d'armi; questa compagine diventò presto rivale della Pro Italia, ma impiegò più tempo ad affermarsi ad alti livelli.

    Dal 1921 la FIGC pugliese organizzò i gironi regionali di Prima Divisione, la massima serie del tempo, a cui Audace e Pro Italia parteciparono con le rispettive selezioni, laureandosi campioni pugliesi rispettivamente in tre stagioni i bianco-verdi e in due stagioni i rossi; entrambe le formazioni non superarono mai le fasi finali nazionali.
    Altre società calcistiche dell'epoca, degne di menzione, furono l'U.S. Nettuno, la Libertas, il Foot-Ball Club Garibaldino, l'Enotria Foot Ball Club del 1917 (data incerta), e ancora il Veloce Foot-Ball Club del 1920; queste ultime quattro si fusero nel 1924, dando vita all'Unione Sportiva Tarantina, la cui attività si limitò alla sola stagione di Prima Divisione del 1924-1925, conclusa al quinto posto del campionato regionale.

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    Dalla nascita dell'Associazione Sportiva Taranto agli anni settanta Giancarlo Fabrello.

    Con la Carta di Viareggio del 1926 la Prima Divisione divenne la seconda serie del calcio italiano, a carattere interregionale (non più regionale).

    L'11 luglio 1927, dalla fusione tra S.S. Pro Italia e Audace F.B.C., nacque la A.S. Taranto, che nell'estate del 1928 assorbì anche l'U.S. Nettuno.

    La neonata formazione rossoblu continuò la militanza nel campionato di Prima Divisione (avendo mantenuto il titolo sportivo dell'Audace). La prima partita della stagione 1927-1928 fu vinta per 2-0 contro l'Ideale Bari nello stadio Corvisea; nonostante il buon inizio gli ionici terminarono con un quinto posto finale.[5] Nel campionato successivo il Taranto disputò un torneo di vertice arrivando alla finale per il titolo di Campione del Sud, valida anche per l'accesso nella costituenda Serie B: la sfida con il Lecce, all'andata a Napoli terminò 2-2, il ritorno a Bari fu vinto dai salentini 3-1.

    Ci vollero sei anni per raggiungere la promozione, nella stagione 1934-35 infatti l'A.S.Taranto prima vinse il girone di competenza e poi dominò gli spareggi promozione.

    La prima Serie B della storia non fu però fortunata, l'impatto con il girone unico fu difficile e la squadra chiuse all'ultimo posto in classifica e l'inevitabile retrocessione. Il riscatto avvenne l'anno dopo con un campionato dominato e vinto con sei punti di vantaggio sulla Salernitana, seconda in classifica.

    La seconda stagione in serie B ricalcò la falsariga della prima e anche stavolta il Taranto retrocede chiudendo la stagione con il penultimo posto.
    Amalio Ferrarese negli anni cinquanta.

    Dopo una stagione di transizione, nella stagione 1939-40 il Taranto vinse il girone davanti a Siracusa e Salernitana ma perse poi gli spareggi promozione con le formazioni del nord che si rivelarono nettamente superiori.Fu un decennio tribolato a causa della seconda guerra mondiale e un periodo confuso per il calcio ionico, nacquero nuove realtà calcistiche e per una stagione ben due formazioni ioniche parteciparono alla serie B. Nel 1940 nacque la Società Sportiva Pietro Resta dedicata al primo storico presidente del Taranto mentre nella stagione l'A.S. Taranto e l'U.S. Pro Italia si fusero costituendo l'U.S. Taranto, che concluse il campionato al 4º posto. Nel 1943 cessarono tutte le attività agonistiche a causa della guerra, l'U.S. Taranto modificò denominazione in Audace Football Club 1911, tornando alla tradizione mantenuta fino al 1927 e rinacque la S.S. Pro Italia, mentre la S.S. Pietro Resta diventò Unione Sportiva Arsenale, squadra composta per lo più da militari della Marina italiana.

    Le tre squadre tarantine parteciparono al campionato pugliese del 1945 e poi al successivo campionato Centro-Sud di Serie C. L'Arsenale e l'Audace si piazzarono rispettivamente al 2º e 3º posto, venendo ammesse entrambe al successivo campionato di Serie B mentre la S.S. Pro Italia, nel maggio del 1946 si fuse per la seconda volta con l'Audace, costituendo nuovamente la società A.S. Taranto.

    La Serie B 1946-47 vide dunque due squadre tarantine al via, in campionato l'Arsenale giunse ottavo mentre l'A.S. Taranto retrocesse in Serie C, nei due derby prevalse l'Arsenale che impattò 2-2, è proprio il caso di dirlo, tra le mura amiche della Marina e vinse 1-0 in "trasferta" (allo Stadio Corvisea).

    Il 9 settembre 1947 venne sottoscritto l'accordo tra i dirigenti della U.S. Arsenale e della A.S. Taranto, che sancì la nascita della U.S. Arsenaltaranto.[16]

    Alla fine della stagione di Serie B 1947/48 l'Arsenaltaranto arriva 3º nel proprio girone, sfiorando per soli 3 punti la promozione in serie A. Nella stagione 1949/50, dopo la cessione di alcuni dei giocatori migliori, la squadra terminò al terzultimo posto retrocedendo in serie C. Mario Tortul passa nell'estate 1951 all'Arsenaltaranto, che milita in Serie C. Schierato come centravanti, in riva allo Jonio si mette in luce realizzando ben 39 reti in due stagioni e portando la squadra a sfiorare per due volte la promozione; venduto, finirà in A e alla Nazionale.

    Dopo tre anni, il Taranto nella stagione 1953/54 tornò in Serie B vincendo il campionato a pari merito con il Parma.
    Foto di gruppo mista allo stadio Salinella prima dell'amichevole tra Taranto e Real Madrid dell'8 settembre 1968

    L'11 agosto 1955 i marinai della Marina Militare lasciarono la squadra di calcio, e la società assunse nuovamente la denominazione di A.S. Taranto. Nei cinque campionati seguenti la squadra riuscì a mantenere la categoria ma a causa delle difficoltà societarie e delle cessioni nella stagione 1959/60 la squadra retrocesse dopo aver perso gli spareggi con la Simmenthal-Monza e il Venezia. Le difficoltà economiche della società non permisero progetti ambiziosi di risalita e in più di un'occasione dovette intervenire il Comune di Taranto con importanti sovvenzioni, Pignatelli rassegnò le dimissioni e Michele Di Maggio divenne il nuovo presidente all'inizio del 1964 ma i problemi economici persistettero. Urgeva la necessità di aumentare gli introiti e così fu decisa la costruzione di un nuovo stadio più capiente.

    L'impianto fu realizzato dalla ditta costruttrice dello stesso Di Maggio e fu realizzato in soli 100 giorni utilizzando 130 km di tubi innocenti e 900 metri cubi di gradoni di legno. L'inaugurazione dello stadio Salinella avvenne l'8 dicembre 1965 alla 14ª giornata contro la Sambenedettese, aveva una capienza di oltre 25.000 posti.

    La situazione economica migliorò e con essa anche le prestazioni, il Taranto disputò campionati di vertice ma senza riuscire a ottenere la sospirata promozione finché nel campionato 1968/69 dopo una partenza difficile i rossoblu cominciarono una rimonta che li portò a contendere il primato alla capolista Casertana.

    I campani alla fine giunsero primi con due punti sugli ionici ma durante l'estate scoppiò uno scandalo corruzione che coinvolgeva proprio la Casertana sospettata di aver comprato alcune partite. Tutta la città si mobilitò per protesta e dopo le indagini della FIGC il 6 settembre giunge il verdetto: la Casertana venne penalizzata di 6 punti per illecito sportivo. Il Taranto era promosso in B.
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  3. #3
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    Il Taranto della stagione 1973-1974, quinto classificato in Serie B, al miglior piazzamento della sua storia nei campionati.

    Negli anni '70 il Taranto disputò dei campionati di Serie B. Nel 1974 Michele Di Maggio lasciò, dopo aver ceduto i pezzi migliori, al nuovo presidente Giovanni Fico, che investi svariati milioni per rinforzare la squadra. Nell'autunno del 1976 comprò dal Mantova Erasmo Iacovone per 400 milioni di lire, il bomber di Capracotta (IS) debuttò il 31 ottobre 1976 a Novara e bagnò l'esordio con la rete del pareggio che fissò il punteggio sull'1-1. La prima stagione si chiuse molto positivamente per lui con un bottino di 8 reti in 28 gare, il Taranto terminò la stagione al 9º posto.

    Durante il campionato di Serie B 1977-1978, la città cominciò a sognare la Serie A. La squadra infatti, sospinta dal suo centravanti Erasmo Iacovone, totalizzò nel girone di andata 20 punti. Il calciatore mise a segno 9 reti in 20 partite giocate e, grazie ai suoi gol, tutta la città incominciò a sperare nella promozione nella massima serie in quello che sembrava diventare il Campionato di serie B più memorabile della storia del Taranto.Un beffardo destino stava però per spezzare i sogni dei tifosi tarantini, il 6 febbraio 1978, Erasmo Iacovone morì a causa di un incidente stradale, gettando un'intera città nello sconforto e facendo svanire i sogni di promozione in serie A. Lo stadio fu intitolato alla memoria dell'indimenticato calciatore scomparso e di una squadra che annoverò, tra gli altri, anche un calciatore lucano come Franco Selvaggi, divenuto nel 1982 con la Nazionale campione del mondo in Spagna e che dedicherà tale vittoria al compianto compagno rossoblu. Con la morte del calciatore, la squadra perse il suo trascinatore, totalizzando nel girone di ritorno 18 punti, chiudendo il campionato a quota 38 e mancando così la promozione.
    Una formazione del Taranto di fine anni settanta.

    La stagione successiva fu l'ultima di Giovanni Fico presidente, dopo il sogno della promozione il Taranto tornò a lottare per la salvezza, la squadra pur con ancora ottimi elementi in squadra come Selvaggi e Gori, si salvò non senza qualche patema di troppo. Nella stagione 1979/80 Donato Carelli rilevò la società. Sevaggi e Gori andarono via mentre arrivarono Legnari, Quadri e Roccotelli. In campionato la squadra ottenne l'ennesima salvezza ma lo scandalo del calcio scommesse, scoppiato in primavera toccò anche il Taranto, a causa del coinvolgimento di alcuni tesserati. La società fu assolta in prima istanza ma il 31 luglio 1980, la Commissione di Appello Federale condannò l'A.S. Taranto a 5 punti di penalizzazione da scontare nel successivo campionato. Il decennio si apri con le sirene della polizia e le manette ai calciatori, il primo grande scandalo del calcio italiano travolse squadre blasonate come Milan e Lazio ma anche "piccole" ma storiche realtà come Palermo e Taranto. Furono dieci anni di saliscendi tra la Serie B e la Serie C.

    Nel campionato 1980/81 la squadra fece il massimo ma i gravi problemi societari e la penalizzazione furono un fardello troppo pesante. Dopo dodici anni in Serie B, il Taranto retrocesse. Di quel campionato resta memorabile la vittoria per 3-0 sul Milan il 7 dicembre 1980. Dopo un campionato anonimo, i rossoblu tornarono a lottare per la promozione nella stagione 1982/83 ma il sogno si infranse a Salerno all'ultima giornata. Il Taranto pareggiò 0-0 mentre Empoli e Pescara, che erano a pari punti con gli ionici, vinsero e andarono in B. Nel 1983 la società passò a Luigi Pignatelli che allestì una rosa forte per il salto di categoria, in campionato la squadra lottò per il secondo posto alle spalle del Bari ma ottenne la promozione all'ultima giornata ai danni di Virtus Casarano e Francavilla. Il campionato di Serie B 1984/85, fu uno dei più travagliati della storia rossoblu. La squadra, nonostante gli ingenti investimenti di Pignatelli, andò male mentre lo stadio Iacovone venne dichiarato inagibile per le nuove norme sulla sicurezza e il Taranto, in attesa dei lavori di rifacimento, giocò in campo neutro. L'11 aprile 1985 la società, piena di debiti, fu dichiarata fallita, Vito Fasano divenne il nuovo proprietario e cambiò denominazione in Taranto Football Club S.p.A..
    Giuseppe Donatelli con la maglia del Taranto nel 1988.

    Lo Stadio Erasmo Iacovone venne rimodernato in più riprese, sostituendo la struttura fatta di tubi e gradoni con una nuova struttura in cemento armato, che ne aumentò la capienza a 27.584 posti. Sul campo però la squadra non riuscì ad evitare una nuova retrocessione. La risalita fu immediata, per la stagione 1985-1986 il nuovo patron cambiò quasi tutta la squadra, il Taranto arrivò secondo alle spalle del Messina tornando prontamente nella serie cadetta. Il campionato di Serie B 1986-1987 cominciò male, alla fine del girone d'andata il Taranto era all'ultimo posto; poi, con un girone di ritorno con altri ritmi, la truppa guidata da mister Veneranda tornò in corsa per la salvezza e vincendo l'ultima partita 3-0 contro il Genoa sul neutro di Lecce nell'ultima giornata di campionato terminò quartultimo a pari punti con Lazio e Campobasso. Gli spareggi furono organizzati a Napoli, la Lazio di Eugenio Fascetti era la logica favorita e la salvezza si riteneva fosse una lotta tra pugliesi e molisani con il vantaggio per i secondi di giocare l'ultima sfida conoscendo già i risultati degli ionici. Il primo incontro tra Lazio e Taranto fu però risolto da un gol del bomber Toto De Vitis per la gioia dei novemila tifosi venuti da Taranto, il successivo pareggio con il Campobasso per 1-1 sancì la salvezza dei rossoblu.
    Luca Brunetti al Taranto sul finire degli anni ottanta.

    Dopo la salvezza della stagione passata nel campionato 1987-1988, il presidente Fasano vendette Maiellaro al Bari per più di 2 miliardi e l'anno dopo cedette il bomber De Vitis all'Udinese. La squadra nel giro di due stagioni retrocesse di nuovo in Serie C. Nel giugno del 1989 Donato Carelli riacquistò il Taranto dopo nove anni e rinforzò la squadra puntando alla promozione. Fu una stagione trionfale, la squadra allenata da Roberto Clagluna fu quasi sempre nei primi due posti della classifica e alla fine vinse il campionato con 48 punti, record per il girone B della Serie C1. Per il campionato di Serie B 1990-1991, la panchina venne affidata a Walter Nicoletti, ex-Giarre, e Coppola venne sostituito da Zannoni. La squadra restò in zona promozione per quasi tutto il girone d'andata, calando dopo il derby perso in casa con il Foggia di Zeman e la squalifica dello Iacovone per 2 turni a seguito di incidenti in quella partita. A fine stagione fu 9º posto. La stagione successiva si classificò al 16º posto dopo aver battuto 2-1 la Casertana nello spareggio-salvezza.

    Il 3 agosto 1993, dopo un nuovo fallimento che condannò la squadra (che già era retrocessa sul campo per essersi piazzata penultima) al Campionato Nazionale Dilettanti, un gruppo di imprenditori locali fece nascere la Taranto Calcio 1906, e nella stagione 1994/95 vinse lo Scudetto Nazionale Dilettanti superando Catania, Viterbese e Tolentino.

    Il 15 luglio 1998, dopo la messa in liquidazione di quest'ultima, nacque la U.S. Arsenaltaranto.
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    Era Pieroni


    Il 29 giugno 2000 la società fu ceduta ad una nuova cordata di imprenditori e si costituì la Taranto Calcio S.r.l. Le quote azionarie andarono al 60% a Ermanno Pieroni, ex direttore sportivo ai tempi dell'ultima promozione in serie B nonché proprietario dell'Ancona, e al 40% tra gli imprenditori Fiore, Tagarelli e Giove, con quest'ultimo che assume la carica di presidente. Pertanto dopo il secondo posto nel precedente Campionato Nazionale Dilettanti e il fallimento del Marsala, si crearono i presupposti al Taranto per essere ripescato in serie C2 e tornare tra i professionisti dopo tre anni.

    L'ossatura della squadra viene rinforzata tra gli altri con l'acquisto di Bertuccelli e lo sconosciuto Riganò dall'Igea Virtus. In campionato riprende il duello con il Campobasso della precedente stagione ma questa volta a spuntarla sono gli ionici che vincono il campionato con una giornata di anticipo pareggiando a reti bianche a Castellammare con la Juve Stabia. Dopo dodici anni, nella stagione 2001-2002, il Taranto torna a disputare il campionato di serie C1, il doppio salto di categoria e i proclami della società risvegliano la passione dei tifosi che dopo anni di tribolazioni tornano a sognare la serie B. Una società che vede in questa stagione come presidente Massimo Giove, socio di maggioranza Ermanno Pieroni, soci di minoranza Antonio Palma, Cosimo Simonetti, Massimo Giove, Massimo Tagarelli, amministratore delegato Vincenzo Fogliamanzillo, general manager l'avvocato ex presidente della Cavese Gino Montella, team manager Domenico Di Napoli e medico sociale William Uzzi. In campionato l'inizio sotto la guida di Ezio Capuano è balbettante e così la proprietà decide la sua sostituzione dopo un mese con Gianni Simonelli. Con il nuovo allenatore i neopromossi rossoblu si insediano in zona play-off. Christian Riganò è capocannoniere del girone con 28 reti, record per la categoria e contribuisce al secondo posto finale che permette il vantaggio del fattore campo nei play-off promozione.

    La semifinale con il sorprendente Lanciano è una battaglia agonistica che si risolve nella partita d'andata quando sul 3-1 per i padroni di casa il difensore Galeoto segna un gol fondamentale in pieno recupero dopo una serpentina tra gli avversari. Il 3-2 finale viene ribaltato allo Iacovone nella gara di ritorno e spalanca le porte della finale promozione con il Catania di Gaucci. La finale di andata al Cibali, blindata dalle forze dell'ordine e disputata in un clima surreale, termina 1-0 per gli etnei con un gol di Fini dalla distanza, ma nell'intervallo succede praticamente di tutto, Gaucci insegue l'arbitro inveendogli contro mentre un giocatore del Taranto viene aggredito da un addetto del Catania. Il ritorno a Taranto termina 0-0, una partita strana che quasi non viene giocata dai padroni di casa, e il Catania viene promosso. I sospetti di combine su quella sfida non sono mai stati diradati, sia per i legami tra i due patron quando Pieroni era direttore sportivo del Perugia di Gaucci sia per i trascorsi del patron etneo per il Caso Siracusa-Perugia, ma anzi lo stesso Pieroni 8 anni dopo ha parzialmente confermato quei sospetti in una intervista..

    Nel campionato 2002-2003 inizia la parabola discendente dell'era Pieroni, l'allenatore lascia, la squadra viene smantellata e i pezzi migliori ceduti. Dopo il girone d'andata il Taranto si ritrova ultimo, i soci di minoranza entrano in contrasto con Pieroni che è sempre più assente per curare l'altra sua proprietà, l'Ancona di cui di fatto il Taranto diventa società satellite. A gennaio le cose si ricompongono e Pieroni rafforza la squadra che raggiunge alla fine una sofferta salvezza. Il campionato sofferto è solo la premessa per il disastro del successivo anno, la stagione 2003-2004, la società si spacca nuovamente tra i soci di minoranza che ricorrono alle vie legali e il patron. La società viene iscritta per il rotto della cuffia. Per tutta la stagione la squadra resta in piena zona play-out e i migliori giocatori vengono ceduti nel mercato di gennaio per fare cassa. Agli spareggi salvezza il Taranto affronta la Fermana ma il doppio pareggio condanna gli ionici per la peggiore classifica. Il Taranto retrocede in Serie C2. Nell'annata 2004-2005, la società è ormai alla deriva, l'iscrizione viene effettuata ma la squadra è ridotta a soli 4 elementi. La stagione comincia con la formazione Berretti in campo. L'ombra del fallimento si allunga sempre di più e ad accelerare il processo giunge la notizia dell'arresto di Pieroni per truffa aggravata allo stato[45]. Lo società viene messa in liquidazione e la FIGC revoca il titolo sportivo. Il tribunale fallimentare di Taranto indice una prima asta che va deserta, la seconda invece porta all'acquisizione da parte dell'imprenditore manduriano Luigi Blasi che diventa il nuovo proprietario.

    Era Blasi

    Il 16 dicembre 2004 viene costituita la Taranto Sport S.r.l., con conseguente restituzione del titolo sportivo da parte della FIGC. Il nuovo proprietario interviene pesantemente sul mercato per rafforzare l'organico, la panchina viene affidata a Carlo Florimbi e negli ultimi due mesi la squadra riesce a risalire la china dall'ultimo posto e agguanta gli spareggi salvezza con il Ragusa. La gara di andata allo Iacovone viene vinta dai rossoblu per 2-1, nella gara di ritorno è obbligatorio non perdere per mantenere la categoria, un massiccio esodo di tifosi parte alla volta della sicilia per incitare la squadra che li ripagherà con una vittoria per 2-1, eroe della giornata Malagnino che sigla una doppietta. Il Taranto è salvo. Nell'anno 2005-2006, dopo i problemi degli ultimi anni il Taranto può finalmente programmare la stagione senza patemi economici, la nuova proprietà si propone di fare un campionato di vertice, la squadra termina il campionato al secondo posto, dove accede ai playoff per la serie C1.Gli ionici nella semifinale dei playoff affrontano il Melfi. All'Arturo Valerio di Melfi sono i lucani a vincere 3-1. La squadra ionica, però, crede ancora nella promozione e una settimana dopo i rossoblù battono i lucani per 2-0 grazie alle reti di Emanuele Catania e Andrea Deflorio che fanno esplodere di gioia lo Iacovone. In finale i rossoblù trovano i calabresi del Rende, che hanno superato nell'altra semifinale la Pro Vasto, l'andata viene disputata al San Vito di Cosenza e la gara termina 1-1. Nella gara di ritorno il Taranto supera 1-0 il Rende grazie alla rete siglata nel secondo tempo di recupero da Vincenzo Deliguori. Il Taranto vince i playoff e viene promosso in C1. Nella stagione 2006-2007, la società si prefigge l'obiettivo di disputare un campionato di vertice in Serie C1.

    Il 27 agosto 2006, si aggiudica il "Memorial Michele Blasi", dedicato al figlio prematuramente scomparso del presidente Luigi, superando sia il Potenza che il Brindisi.
    Durante la Coppa Italia, supera al primo turno il Catania (formazione militante in Serie A), mentre è eliminato dal Brescia al turno successivo. In campionato, la Taranto Sport si classifica al quinto posto, totalizzando 15 vittorie, 11 pareggi, 8 sconfitte, 45 gol fatti e 31 subiti, e meritando l'accesso ai play-off per la serie B. In semifinale incontra l'Avellino piazzatosi secondo. La squadra ionica vince la gara di andata per 1-0 con un gol di Antonio Zito, ma la gara di ritorno è vinta per 1-0 dall'Avellino con un gol di Vincenzo Moretti su calcio di punizione a pochi minuti dalla fine, risultato che consente ai campani di accedere alla finale play-off in virtù del migliore piazzamento in classifica.

    Nella stagione 2007/08, la società si prefigge l'obiettivo di puntare alla promozione diretta in Serie B. La stagione non parte nel migliore dei modi: in un mercato estivo caratterizzato da più ombre che luci[46] il Taranto ingaggia in sostituzione di Aldo Papagni il tecnico Adriano Cadregari, che nella precedente stagione ha guidato la squadra primavera della Fiorentina, ma questi si dimette per motivi personali il 18 agosto 2007. Il nuovo tecnico chiamato in sua sostituzione è Marco Cari, nella precedente stagione al Perugia. In campionato, la Taranto Sport si classifica in terza posizione accedendo ai play-off. Dopo aver battuto in semifinale il Crotone, è sconfitta in finale dall'Ancona (andata 0-0; ritorno 2-1).

    Nel campionato 2008-2009, il Taranto si prefigge subito l'obbiettivo della promozione, cercando di riconquistare i play-off in campionato. Ma questa stagione fu meno brillante del previsto, anzi, il Taranto ha dovuto lottare per evitare i play-out per lungo tempo. I deferimenti della Procura Federale a seguito delle molteplici inadempienze finanziarie nei confronti di ex tesserati, inducono il Presidente Luigi Blasi a nominare Direttore Generale della società Giuseppe Iodice ex Napoli e Salernitana. Giunto al capezzale della società nel mese di marzo del 2009, grazie all'esperienza accumulata negli anni e alla sapiente opera professionale, Iodice evita alla squadra gravi penalizzazioni in classifica che avrebbero costretto gli jonici alla lotteria dei play-out. Nell'ultima giornata, vincendo 3-2 in trasferta contro il Sorrento, il Taranto evita i play-out e si classifica al 9º posto.
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    Era D'Addario


    Il 6 settembre 2009, Enzo D'Addario, imprenditore tarantino operante nella commercializzazione online di automobili, rileva il 100% della società da Luigi Blasi dopo una brevissima parentesi di co-presidenza. Divergenze di programmi fanno sì che ad inizio campionato vengono consensualmente rescissi prima il contratto del direttore sportivo Danilo Pagni e poi quello del direttore generale Giuseppe Iodice.

    L'obiettivo dichiarato del neo proprietario rossoblù e di conquistare la promozione in serie B, e viene costruita una rosa sulla carta molto competitiva. In societá entra a far parte Evaristo Beccalossi nel ruolo di consulente esterno e personale del presidente. Come tecnico viene ingaggiato l'esperto Piero Braglia, ma la sua avventura in riva allo Ionio dura poco. Infatti dopo la sconfitta interna contro la SPAL alla quinta giornata e un inizio di campionato un po' a rilento viene esonerato, e al suo posto arriva Giuseppe Brucato. Nel prosieguo del campionato il Taranto delude molto le attese iniziali disputando un campionato altalenante anche a causa di altri avvicendamenti in panchina. Infatti all'inizio del girone di ritorno dopo la sconfitta esterna di Rimini l'allenatore Brucato viene sostituito da Francesco Dellisanti, alla terza esperienza sulla panchina ionica e fino a quel momento allenatore della Berretti. Con lui la squadra ottiene una striscia di risultati positivi che portano il Taranto a ridosso della zona play-off, ma a causa di divergenze con il presidente D'Addario decide di dare le dimissioni. Lo sostituisce l'esordiente Francesco Passiatore affiancato da Gianpaolo Spagnulo, essendo sprovvisto di patentino. Il tecnico tarantino non riesce a portare la squadra ai play-off nelle ultime giornate e il Taranto chiude il campionato all'ottavo posto. Dopo la fine del torneo di Prima Divisione, la società rossoblù modifica la sua denominazione ufficiale in A.S. Taranto Calcio.

    Nella stagione 2010-2011 l'obiettivo del Taranto è quello di centrare i play-off. Valentino Angeloni viene designato consulente di mercato e personale del presidente D’Addario. Nella scelta del tecnico, il presidente prende la decisione di far tornare l'allenatore Brucato, esonerato nella stagione precedente. Tuttavia questa rinnovata fiducia non viene ripagata dai risultati. Infatti dopo un inizio di campionato non ottimale, viene nuovamente sollevato dall'incarico all'undicesima giornata dopo la sconfitta in casa contro il Foligno.

    Come suo successore, D'Addario decide di scommettere contro lo scetticismo della piazza sull'esordiente Davide Dionigi, ex calciatore rossoblù della gestione Blasi. Stavolta la scelta si dimostra azzeccata. Il nuovo tecnico porta fiducia e serenità nell'ambiente, e gli ionici disputano un buon campionato grazie anche al mercato di riparazione dove la rosa viene rimpinguata nei ruoli carenti. Tra i risultati ottenuti quello di aver interrotto alla ventottesima giornata l'imbattibilità della corazzata Nocerina, battuta allo "Iacovone" per 2-1, che al termine della stagione conquista la promozione diretta in Serie B. Il Taranto termina il campionato al quarto posto e si qualifica per i play-off. In semifinale affronta l'Atletico Roma. All'andata i rossoblù perdono in casa per 1-0. Nella gara di ritorno al Flaminio c'è un esodo di oltre 3000 tifosi tarantini che credono nell'impresa. Il Taranto deve vincere con almeno due gol di scarto per accedere alla finale. La gara è molto avvincente é piena di emozioni. A pochi minuti dalla fine gli ionici sono in vantaggio per 1-3 ed è un risultato che sta bene agli uomini di Dionigi, ma quando sta per iniziare il recupero i capitolini siglano il secondo gol, e nonostante la sconfitta per 2-3 accedono in finale per il miglior piazzamento in classifica. Malgrado la beffa e il conseguente mancato approdo alla finale, questa gara rimarrà una delle più belle ed emozionanti della storia del Taranto.

    Nella stagione 2011-2012, gli ionici sono inseriti nel girone A della Lega Pro Prima Divisione. Il tecnico Dionigi viene confermato, e la rosa é praticamente quella della stagione precedente, con gli arrivi di alcuni elementi. Prima dell'inizio della stagione, al Taranto viene comminato un punto di penalità per presunta responsabilità oggettiva in merito a una partita della stagione passata (Taranto Benevento 3-1). La società, nonostante le alte probabilità di successo, decide di non fare ricorso a questo provvedimento.

    I rossoblù lottano per la promozione diretta e trascorrono, dopo l'inizio del campionato, due settimane in testa alla classifica. In seguito, il Taranto si vede impegnato in un testa a testa con la Ternana, la quale resta al primo posto per la maggior parte del campionato. Problemi di natura economica minano il cammino dei rossoblù. Infatti problemi finanziari delle aziende del presidente D'Addario influiscono anche nelle casse della società, e non sempre gli stipendi possono essere pagati in tempo, e durante la stagione a causa di queste inadempienze economiche vengono tolti 6 punti in classifica. Gli umbri al termine del campionato conquistano la promozione diretta con 65 punti. Il Taranto malgrado i 7 punti di penalizzazione, conclude al secondo posto con 63 punti ed accede ai play-off con i favori dei pronostici. Infatti il Taranto risulta non solo la miglior difesa del girone ma di tutti i campionati professionistici d'Italia con soli 16 gol subiti. In semifinale affronta la Pro Vercelli, classificatasi quinta nella stagione regolare. L'andata in Piemonte vede i rossoblù sconfitti per 2-1. Il ritorno viene giocato una settimana dopo allo "Iacovone". Ai rossoblù basta vincere con qualsiasi risultato ma gli uomini di Dionigi non riescono ad andare oltre lo 0-0, e così mancano nuovamente l'approdo alla finale per la promozione in Serie B.

    Il 30 giugno 2012 il presidente Enzo D'Addario rinuncia a presentare la domanda di iscrizione alla Lega Pro Prima Divisione sancendo la fine della società.

    Taranto F.C. 1927, la società fondata e partecipata dai tifosi

    Il 20 luglio 2012, presso lo studio del notaio Riccardo Frascolla, è stata costituita tra l'A.P.S. Fondazione Taras 706 a.C. (un Supporters' trust composto dai tifosi del Taranto) e Gianluca Sostegno la società sportiva “Taranto Football Club 1927 s.r.l“. Claudio Andriani, rappresentante della Fondazione viene nominato presidente. Il 6 agosto 2012, una cordata di imprenditori tarantini entra nel capitale sociale e il Taranto F. C. 1927 viene iscritto, come previsto dal Lodo Petrucci, nel Campionato Nazionale Dilettanti e assegnato al girone H. Per la prima volta nella storia del Taranto, è prevista la partecipazione attiva dei tifosi con una quota nel capitale sociale e dei diritti particolari sanciti dallo Statuto del club a tutela degli stessi tifosi. Il 9 agosto 2012 viene ufficializzato il nuovo organigramma societario con Elisabetta Zelatore presidente. È la prima donna a ricoprire la massima carica nella storia del calcio tarantino.

    Il 18 agosto 2012 viene ufficializzato l'ingaggio dell'allenatore Tommaso Napoli. L'allenatore in seconda sarà Gilberto D'Ignazio Pulpito. Il capitano della gestione precedente Fabio Prosperi decide di restare a Taranto pur scendendo di due categorie.

    In società viene designato Antonio Borsci come Direttore Generale. Per lui si tratta di un ritorno. Infatti fece parte della compagine ionica nelle vesti di Direttore Sportivo durante la presidenza Papalia tra la fine degli anni 90 e l'inizio del nuovo millennio. Per la costruzione della rosa viene scelto Giuseppe Tambone nel ruolo di Consulente di mercato. I rossoblù tornano a disputare la Serie D a 12 anni di distanza dall'ultima partecipazione. L'esordio del "nuovo" Taranto in campionato avviene il 2 settembre 2012 a Trani, con al seguito dei rossoblù circa 500 tifosi, con la gara che poi sarà sospesa sull'1-0 per gli ionici per un malore all'arbitro e ripetuta il 12 settembre con vittoria tarantina per 2-0). Le sconfitte contro Gladiator, Foggia e Bisceglie lasciano perplessa la nuova società, e si decide dopo il pareggio scialbo casalingo contro il Sant'Antonio Abate di sollevare dall'incarico l'allenatore Napoli. Nei giorni successivi la conduzione tecnica della squadra viene affidata a mister Giacomo Pettinicchio, allenatore della Berretti con ottimi risultati nell'annata precedente. L'organico costruito si dimostra lacunoso e alquanto incompleto, e nel mercato di riparazione si interviene decisamente per rinforzare la rosa per far si che il Taranto disputi un campionato dignitoso. Nel girone di andata infatti gli ionici si posizionano nella parte destra della classifica a ridosso della zona play-out. Nel frattempo il Consulente di mercato Tambone interrompe il rapporto di collaborazione e il Direttore Generale Borsci rassegna le proprie dimissioni per vedute diverse con la proprietà. Al suo posto arriva Domenico Pellegrini, anche lui con un passato qualche anno prima da dirigente nel Taranto a cui viene affidata anche la parte tecnica. Il 4 febbraio 2013 si registra un cambio alla guida della società. Infatti a causa di dissapori tra i vari soci, l'incarico di presidente passa a Fabrizio Nardoni, che sostituisce la presidente Zelatore. La squadra grazie pure al mercato di riparazione dove su tutti spicca l'arrivo del bomber argentino Hernan Molinari, cambia marcia e disputa un buon girone di ritorno e conclude il campionato al 7º posto in classifica dopo la prima parte sottotono.

    La stagione 2013-2014 parte con programmi ambiziosi di disputare un campionato di vertice. Alessandro De Solda diventa il nuovo direttore sportivo, mentre la scelta del tecnico ricade su Vincenzo Maiuri. In società c'è l'avvento dell'imprenditore Mario Petrelli, che diventa vice presidente del club. La rosa viene rinforzata a dovere in linea con le ambizioni di essere protagonisti e di giocarsela per la vittoria finale. Ma l'inizio non è dei migliori. Due vittorie, tre pareggi e due sconfitte sono il bilancio delle prime sette giornate di campionato, e la vetta della classifica è già abbastanza distante. Il 13 ottobre 2013, dopo un pareggio in casa con il San Severo (1-1), Maiuri viene esonerato, e con lui anche il ds Alessandro De Solda.

    Il 16 ottobre 2013 il Taranto ufficializza Aldo Papagni allenatore della prima squadra, che torna sulla panchina ionica dopo 6 anni dalla sua prima esperienza. Con il cambio in panchina i risultati migliorano e il Taranto, specialmente nel girone di ritorno, riesce a mettersi in piena corsa per la promozione. La stagione entra nel vivo il 30 marzo 2014 quando è in programma lo scontro diretto con la capolista Matera, maggiore antagonista al salto di categoria. Lo "Iacovone" è una bolgia, e gli ionici vincono per 1-0 accorciando le distanze in classifica dai lucani. Nella giornata successiva i rossoblù vincono in trasferta nel difficile campo del Monopoli, e approfittando del turno di riposo del Matera si piazzano al primo posto, e la domenica successiva ottengono un'altra vittoria importante per lo sprint finale. Tre giorni dopo è in programma un turno infrasettimanale dove stavolta sono gli ionici al riposo forzato, e il Matera grazie a una vittoria casalinga agganciano il Taranto al primo posto. Il 27 aprile 2014 si gioca la penultima giornata di campionato, e il Taranto è di scena a Marcianise. I rossoblù si fanno raggiungere per due volte dai campani e il match finisce 2-2, mentre il Matera vince in trasferta e si porta al primo posto solitario a +2. I rossoblù vincono in casa 3-0 all'ultima giornata ma risulta inutile ai fini della classifica, visto che i lucani vincono in casa col medesimo risultato e vengono promossi in Lega Pro. Il Taranto disputa i play-off eliminando prima il Marcianise (3-2) e poi il Monopoli (1-1 dts), passando il turno contro i biancoverdi per via del miglior piazzamento in classifica. I rossoblù accedono nella fase nazionale dove vengono battuti in casa dall'Arezzo (0-1).
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    Il caso Miale e la tentata combine Taranto-Matera

    Sul finale della stagione 2013-2014 il presidente del Taranto Fabrizio Nardoni al termine dell'incontro casalingo con il Matera, valido per la 29ª giornata e vinto 1-0 dai rossoblù, denunciò ai media un tentativo di combine ai danni degli ionici. Un ex dirigente rossoblù, Alessandro De Solda (non più tesserato del Taranto da mesi) aveva tentato di "avvicinare" il giocare Claudio Miale per combinare l'incontro con i lucani ma il giocatore, con grande onestà, aveva informato la società che si era messa subito in contatto con i legali e denunciato l'accaduto alla FIGC prima dell'incontro.

    Il campionato si concluse con il Matera promosso con due punti di vantaggio proprio sui rossoblù ma la vicenda ebbe inevitabili strascichi giudiziari. A seguito delle indagini condotte dai rappresentanti federali la società lucana a distanza di un anno venne deferita per illecito sportivo e alla conclusione del dibattimento condannata dal Tribunale Federale per responsabilità oggettiva con 4 punti di penalizzazione da scontare nel campionato successivo, 3 anni di inibizione e 50.000€ di ammenda al patron Saverio Columella e 3 anni di inibizione e 50.000€ di ammenda ad Alessandro De Solda.

    La pena a carico della società materana venne poi ridotta a 2 punti di penalizzazione dalla Corte Federale d'appello mentre le condanne ai singoli vennero confermate.

    Il Matera tentò di far annullare del tutto la sanzione per Columella, e quindi i due punti residui di penalizzazione alla società, il 5 maggio 2016. Presso il tribunale di Taranto infatti parallelamente al processo sportivo si era aperto il processo penale per corruzione sportiva a carico degli imputati Columella e De Solda. I legali del patron lucano chiesero di anticipare il giudizio sul proprio assistito stralciando la sua posizione da quella dell'altro imputato. Ciò perché in caso di proscioglimento del patron la società lucana avrebbe potuto chiedere alla giustizia sportiva di far decadere la sentenza di penalità alla propria squadra in vista del finale di stagione che vedeva il Matera impegnato nella lotta play-off per la promozione in serie B. La richiesta venne però eccepita per vizio di notifica dai legali del Taranto e dell'Aps Fondazione Taras e il giudice dando loro ragione rinviò il dibattimento al 6 ottobre 2016. Nello stesso dibattimento la società del Taranto si costituì parte civile contro gli imputati per chiedere il risarcimento dei danni. La vicenda giudiziaria si concluse con la sentenza di condanna da parte del Tribunale di Taranto per De Solda, che aveva patteggiato, e l'assoluzione di Columella per mancanza di prove certificando così l'avvenuto tentativo di corruzione ai danni di un calciatore del Taranto da parte di un intermediario ma senza individuare con prove solide il vero beneficiario nonché mente e mandante del tentativo di combine. In parole povere, è stato accertato che qualcuno cercò di aggiustare quella partita ma non esistono prove per esplicitare penalmente ciò che invece la Giustizia Sportiva, pur se in colpevole ritardo e senza risarcimenti, ha pienamente riconosciuto.

    Era Campitiello

    Il 29 luglio 2014, dopo lunghe trattative, Domenico Campitiello, imprenditore campano comproprietario del club pallamanistico PDO Salerno, rileva il 51% della società dalla cordata tarantina presieduta da Nardoni e diventa così azionista di maggioranza[56]. La nuova proprietà tenta l'immediata risalita presentando domanda di ripescaggio nel campionato di Lega Pro 2014-2015 nel cui organico era rimasto vacante un posto ma la F.I.G.C. il 5 settembre delibera il ripescaggio dell'Arezzo posizionato meglio dei rossoblù nella graduatoria, e che ironia della sorte aveva eliminato proprio il Taranto dai play-off.

    Il Taranto riparte quindi per la terza stagione consecutiva dalla serie D, inserito nel girone H. La nuova compagine societaria viene ulteriormente rafforzata con la ricapitalizzazone operata da Campitiello che al 31 ottobre 2014 lo porta a detenere il 92% delle quote, mentre alla Fondazione Taras rimane il 5%. Nel nuovo organigramma Francesco Montervino viene designato come Direttore Sportivo, mentre la prima squadra viene affidata a Massimiliano Favo. Quest'ultimo viene esonerato il 19 gennaio 2015 per i risultati non in linea con le ambizioni di promozione della società dopo la sconfitta del Taranto a Cava de' Tirreni.

    Al suo posto viene chiamato Pierfrancesco Battistini, che dal 20 gennaio 2015 assume la guida della prima squadra e subito inverte la tendenza ottenendo buoni risultati e rilanciando la squadra nei piani alti della classifica. Tuttavia nella settimana più importante della stagione che precede la sfida alla capolista Fidelis Andria, si verifica un vero e proprio terremoto societario che azzera quasi tutte le cariche. Il 23 marzo il ds Montervino lascia il suo incarico a causa di lunghe incomprensioni con la presidenza, e per solidarietà nel giro di pochi giorni si dimettono anche l'allenatore Battistini, tutto lo staff tecnico e il Direttore Generale Domenico Napoli. In piena emergenza il 24 marzo 2015 Campitiello nomina allenatore il tarantino Michele Cazzarò, già vice di Battistini. Il presidente incontra la squadra e rassicura i tifosi circa la sua intenzione di proseguire la sua esperienza in riva allo Ionio. I rossoblù concludono la stagione al secondo posto, a 5 lunghezze dall'Andria capolista, dopo un girone di ritorno che li ha visti recuperare 15 punti e 5 posizioni. I play-off terminano con l'eliminazione nella semifinale della fase nazionale dopo la sconfitta per 3-1 a Sestri Levante.

    Il 16 giugno 2015 attraverso un comunicato ufficiale Domenico Campitiello lascia la carica di presidente rossoblù e mette in vendita la società. Le quote vengono cedute alla A.p.s. Fondazione Taras 706 a.C. che in questo modo diviene titolare del 97% delle quote del club. Viene nominato presidente l'avvocato Gianluca Mongelli, già socio della stessa società in proprio e come rappresentante del gruppo Mariano Gold Bank Ta-Ba-Rm-Al-Ve.
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    Il ritorno del duo Zelatore-Bongiovanni

    Dopo una trattativa non andata a buon fine con un gruppo di imprenditori locali, il 29 luglio 2015 Elisabetta Zelatore e Antonio Bongiovanni acquistano il 90% delle quote della società tornando al timone degli ionici dopo due stagioni di assenza.[62] Nell'area tecnica viene deciso di richiamare il Direttore Sportivo Montervino e di confermare l'allenatore Cazzaró. La nuova società tenta immediatamente la carta del ripescaggio in Lega Pro ma senza successo, cosicché nella stagione 2015-2016 il Taranto riparte dalla serie D per il quarto anno di fila[63].

    La squadra vive di alti e bassi, e all'undicesima giornata dopo la sconfitta in trasferta contro l'Aprilia l'allenatore Michele Cazzarò viene esonerato. Al suo posto arriva l'esperto Salvatore Campilongo, a cui viene data carta bianca sul mercato di riparazione. La squadra viene rinforzata con l'arrivo di tanti nuovi elementi, soprattutto nel reparto avanzato. Il girone di andata è abbastanza deludente e si chiude al quinto posto a 6 punti dalla vetta, e tuttavia il rendimento nell'inizio del girone di ritorno non migliora, e la sconfitta a Francavilla Fontana contro la capolista fa sprofondare i rossoblù a 10 punti dalla vetta. La dirigenza, insoddisfatta dei risultati, raggiunge un accordo con Campilongo per la risoluzione consensuale del contratto[64] e alla guida degli ionici viene richiamato Cazzarò. Il Taranto cambia marcia e inizia una rimonta che lo porta a chiudere il campionato al secondo posto a tre punti dalla vetta sfiorando quantomeno lo spareggio promozione con la Virtus Francavilla, che sale per la prima volta in Lega Pro. I rossoblù accedono ai play-off, dove vengono eliminati in semifinale dal Fondi, piazzatosi quinto nella stagione regolare.

    Per la stagione 2016-2017 viene ingaggiato il tecnico Aldo Papagni, già due volte alla guida del Taranto, con all'attivo una promozione in C1, un play-off promozione in B e un secondo posto in D. Francesco Dellisanti, anch'egli in passato allenatore degli ionici, diventa Responsabile dell'Area Tecnica. Aldo Roselli entra nei quadri dirigenziali con la carica di Direttore Generale. La società presenta domanda di ripescaggio in Lega Pro, la seconda della gestione Zelatore-Bongiovanni, questa volta andata a buon fine. Il ritorno in Lega Pro dei rossoblù, ripescati a completamento organici, avviene ufficialmente il 4 agosto 2016 dopo ben quattro anni di assenza dalla terza serie italiana.

    Il girone meridionale si presenta molto competitivo, con diverse sfide affascinanti che evocano vecchi ricordi. L'obiettivo stagionale è quello di raggiungere una tranquilla salvezza. L'inizio nel campionato professionistico è soddisfacente, con la squadra che nelle prime giornate si piazza nella zona medio-alta della classifica, ma dopo alcune prestazioni poco convincenti cominciano i primi strascichi. All'indomani della sconfitta di Catanzaro dell'ottava giornata l'allenatore Papagni, alla soglia delle 100 presenze sulla panchina ionica, viene esonerato.

    In sua sostituzione viene scelto Fabio Prosperi, ex difensore e capitano storico del Taranto, al suo esordio su una panchina di prima squadra. Inizialmente allena grazie a una deroga, essendo sprovvisto di patentino per poter allenare in Lega Pro, e viene successivamente affiancato da Pantaleo De Gennaro dopo le dimissioni di Dellisanti per motivi personali. In società viene chiamato l'esperto dirigente Fabrizio De Poli nel ruolo di General Manager, con il compito di rinforzare la rosa durante il mercato di riparazione. Tuttavia il rendimento della squadra dopo l'avvicendamento in panchina non porta i suoi frutti e i risultati sono sempre più negativi: gli ionici si ritrovano nei bassifondi della classifica in piena lotta per non retrocedere. Nel mese di gennaio ci sono vari acquisti e cessioni, ma alla chiusura del mercato di riparazione la rosa sembra essersi più indebolita che rinforzata.

    Dopo la ventiquattresima giornata, nel derby contro la Fidelis Andria, dove il Taranto esce sconfitto per 2-1 nei minuti finali, la società prende la decisione di un nuovo cambio in panchina. Prosperi-De Gennaro vengono esonerati e in loro sostituzione viene ufficializzato l'ingaggio di Salvatore Ciullo. Il primo impegno del neo tecnico è proibitivo. Infatti allo Iacovone arriva la capolista Foggia, un'altra sfida molto sentita dai tifosi per via della rivalità. Contro ogni pronostico della vigilia i rossoblù vincono per 2-0 e nelle giornate successive, sulle ali del ritrovato entusiasmo, arrivano altri risultati positivi che portano il Taranto fuori dalla zona play-out. In città si inizia a credere di poter raggiungere la salvezza più agevolmente. Dopo questa striscia positiva arrivano, però, due sconfitte negli scontri diretti contro Akragas e Messina. Nelle ore successive alla sconfitta di Messina, il 22 marzo 2017, dopo la ripresa degli allenamenti, viene denunciato l'episodio di un gruppo di persone che aggrediscono fisicamente i calciatori rossoblù, facendo irruzione nel campo B dello Iacovone. I più bersagliati sono il portiere Roberto Maurantonio e i difensori Mariano Stendardo ed Errico Altobello. I tre calciatori presentano dei certificati medici con prognosi di diverse settimane e la loro esperienza a Taranto finisce di fatto dopo questo spiacevole avvenimento. La squadra, sotto shock, accusa un crollo nell'ultimo mese e mezzo di campionato e chiude addirittura all'ultimo posto in classifica, con conseguente retrocessione in Serie D con una giornata di anticipo. Dura dunque una sola stagione il ritorno degli ionici tra i professionisti e si conclude una delle annate più negative e turbolente del calcio tarantino, nell'anno in cui si celebrano i 90 anni del club.

    Dopo l'amara retrocessione il duo Zelatore-Bongiovanni, nonostante i malumori della tifoseria, decide di restare alla guida del Taranto, programmando rapidamente la stagione 2017-2018 con l'ingresso nella dirigenza dell'imprenditore umbro Roberto Damaschi. Come Direttore Sportivo viene scelto Luigi Volume, già dirigente ionico durante la gestione Nardoni. Nel ruolo di allenatore viene ingaggiato Francesco Cozza. Il 26 luglio 2017 i soci di maggioranza comunicano la decisione di mettere il club in vendita al prezzo simbolico di un euro a causa del perdurare del clima di mancanza di fiducia nei loro confronti da una parte della tifoseria. Nei giorni successivi, dopo aver ricevuto attestati di stima, decidono di tornare sui loro passi e di proseguire la gestione del club. Il 17 agosto 2017 il direttore generale Aldo Roselli, in procinto di acquisire il 2% delle quote societarie, rassegna le dimissioni per divergenze con la proprietà. La rosa viene completamente rivoluzionata con l'intento di centrare una pronta risalita nei professionisti. Il Taranto, per la decima volta nella sua storia, partecipa al massimo campionato dilettantistico.

    Dopo aver perso in casa contro la Sarnese e di aver racimolato tre punti nelle prime tre giornate di campionato, viene deciso di sollevare dall'incarico l'allenatore Cozza e di chiamare al suo posto Michele Cazzarò, che torna nuovamente ad allenare i rossoblù. In seguito a tale decisione l'imprenditore Damaschi interrompe il rapporto di collaborazione con Zelatore-Bongiovanni.

    Il rapporto tra società e tifoseria, già da tempo compromesso a causa della decisione, tra gli altri, dei gruppi organizzati del tifo di disertare le gare casalinghe in segno di protesta, con il passare delle settimane diventa sempre più insostenibile. La squadra che ne risente sul campo, allontanandosi, dopo sole poche giornate di campionato, dalle zone alte della classifica. Conseguentemente sono esclusi alcuni calciatori non ritenuti più utili al progetto tecnico. L'A.P.S. Fondazione Taras 706 a.C., all'indomani del Consiglio di Amministrazione del Taranto svoltosi il 17 ottobre 2017, rende pubblica la disponibilità dei soci di maggioranza di cedere le loro quote societarie, impegnandosi a intavolare un dialogo con gli interlocutori più attendibili.

    Il ritorno di Giove

    Il 24 ottobre 2017, dopo alcune manifestazioni di interesse, tramite un comunicato ufficiale il duo Zelatore-Bongiovanni annuncia di aver raggiunto l'accordo con Massimo Giove per la cessione delle quote del Taranto di loro proprietà (92%). L'accordo viene siglato tre giorni dopo da un notaio. L'imprenditore tarantino, già socio di minoranza del Taranto di Pieroni, torna a ricoprire la carica di presidente del sodalizio ionico dopo 15 anni[65]. Il nuovo proprietario avvia un percorso di normalizzazione tentando di riavvicinare la tifoseria delusa alla squadra. Incontra dapprima i gruppi organizzati, i quali pur non osteggiando il nuovo corso mostrano scetticismo e freddezza a causa dei trascorsi di Giove nella società di Pieroni che mancò, con veleni e sospetti, la promozione in serie B nella finale playoff del 2002 contro il Catania che per i tifosi, pur a distanza di diversi anni, resta una ferita aperta. Nei primissimi mesi non sono idilliaci neanche i rapporti con il direttivo della Fondazione Taras, per via di alcune incomprensioni sul reale progetto che ha in mente il presidente per il club. Nel mercato di riparazione la squadra viene in parte rivoluzionata, e grazie ai nuovi innesti migliora nel gioco e nei risultati. Vengono adottati prezzi popolari in occasione degli incontri più importanti per invogliare la gente a tornare allo stadio. Sul versante societario comincia invece l'opera di ristrutturazione interna rimuovendo dal suo incarico il Direttore Sportivo Luigi Volume, fortemente voluto dai precedenti proprietari e oramai inviso a una parte consistente della tifoseria e assegnando di contro il ruolo di Direttore Generale all'avvocato Gino Montella, che fu dirigente rossoblù durante la prima esperienza da presidente di Giove.[66] Il Taranto, pur non riuscendo a rientrare nella lotta promozione, disputa un ottimo girone di ritorno e chiude il campionato al quarto posto, qualificandosi di conseguenza ai playoff. Nella semifinale affronta in trasferta l'Altamura, piazzatosi davanti al Taranto di un solo punto. In terra murgiana i rossoblù si impongono per 2-0 e si qualificano per la finale. Nell'atto conclusivo della stagione il Taranto è impegnato in un'altra trasferta difficile contro la Cavese, che ha concluso il campionato al secondo posto. In Campania i rossoblù non riescono a ripetersi fuori dalle mura amiche ed escono sconfitti per 3-1. La Cavese si aggiudica la vittoria dei playoff del girone H. Per il Taranto il "Simonetta Lamberti" si conferma un campo inviolabile.
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    Ed è qui che arriva l'allenatore esordiente alla sua prima esperienza in panchina
    Sa tanto di scelta fatta per cedere la squadra...
    Qualunque sia la ragione di questa scelta, il presidente Giovi mi lascia ogni tipo di scelta societaria sia a livello di staff che di giocatori e per di più mi fa un bel biennale da 71mila euro a stagione. Il che anche se fosse una scelta per far scomparire la squadra, sarebbe comunque un bel guadagnare.
    Ufficialmente mi dice che l'obiettivo societario è tornare tra i professionisti.
    Io proverò ad accontentare lui e una città che da sempre, come si è visto, per troppe volte è rimasta delusa sul traguardo.

    Le mie prime mosse non sono proprio il massimo per comprare un pò di amicizia della tifoseria.
    Contratti rescissi per Montervino, responsabile settore giovanile e un pò osservatore, per Ciro Russo, preparatore atletico da 6/7 anni, per la bandiera rossoblu Triuzzi che lascia il suo posto da allenatore in seconda e per l'eterno Santino Simone, fisioterapista da 20 anni a Taranto.
    Li ringraziamo, ma abbiamo bisogno di uomini di nostra fiducia.

    L'allenatore in seconda a sorpresa è un campione del Mondo. Con grande sorpresa e sono sicuro che se accetterà mi darà una grande mano, ho in tasca il contratto di Beppe Bergomi; lo zio lascia Sky per venire a Taranto. Forse sarà lo stress per stare per troppo tempo vicino a Caressa.
    Preparatore Atletico sarà Fabrizio Tafani attualmente al Tor di Quinto. Loris Parise (ex Bassano) sarà il nuovo osservatore, mentre Paolo Di Camillo (ex Lanciano) si occuperà di preparare i portieri.

    Presto nuovi aggiornamenti di staff e vediamo un pò di analizzare la rosa per cercare di migliorarla.
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  9. #9
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    SEI UN PAZZO!!!!! ahahahaha come vedi ne abbiamo passate tante tante tante! questa è la storia sui libri poi ci sono quelle cittadine che solo noi custodiamo ahaah

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da geofriFMITA Visualizza Messaggio
    Ed è qui che arriva l'allenatore esordiente alla sua prima esperienza in panchina
    Sa tanto di scelta fatta per cedere la squadra...
    Qualunque sia la ragione di questa scelta, il presidente Giovi mi lascia ogni tipo di scelta societaria sia a livello di staff che di giocatori e per di più mi fa un bel biennale da 71mila euro a stagione. Il che anche se fosse una scelta per far scomparire la squadra, sarebbe comunque un bel guadagnare.
    Ufficialmente mi dice che l'obiettivo societario è tornare tra i professionisti.
    Io proverò ad accontentare lui e una città che da sempre, come si è visto, per troppe volte è rimasta delusa sul traguardo.

    Le mie prime mosse non sono proprio il massimo per comprare un pò di amicizia della tifoseria.
    Contratti rescissi per Montervino, responsabile settore giovanile e un pò osservatore, per Ciro Russo, preparatore atletico da 6/7 anni, per la bandiera rossoblu Triuzzi che lascia il suo posto da allenatore in seconda e per l'eterno Santino Simone, fisioterapista da 20 anni a Taranto.
    Li ringraziamo, ma abbiamo bisogno di uomini di nostra fiducia.

    L'allenatore in seconda a sorpresa è un campione del Mondo. Con grande sorpresa e sono sicuro che se accetterà mi darà una grande mano, ho in tasca il contratto di Beppe Bergomi; lo zio lascia Sky per venire a Taranto. Forse sarà lo stress per stare per troppo tempo vicino a Caressa.
    Preparatore Atletico sarà Fabrizio Tafani attualmente al Tor di Quinto. Loris Parise (ex Bassano) sarà il nuovo osservatore, mentre Paolo Di Camillo (ex Lanciano) si occuperà di preparare i portieri.

    Presto nuovi aggiornamenti di staff e vediamo un pò di analizzare la rosa per cercare di migliorarla.
    allora già per queste scelte potevi esser cacciato ahahahah SANTINO NON SI TOCCA E' TIPO LA SACRA SINDONE A TARANTO, poi 71 mila euro ahahah fino a gennaio li vedi

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