La battaglia del Riverside
Riverside Stadium di Middlesbrough. Va in scena una sfida importantissima per il proseguio del torneo...
Le condizioni per fare male ci sono tutte. Loro non stanno giocando benissimo e hanno perso qualche colpo, noi invece facciamo sempre risultato, nonostante le assenze. A centrocampo non abbiamo nessun cambio. Mancano anche uno dei due centrali titolari di difesa e una delle due punte (ormai da qualche settimana).
Insomma, la cabala è contro di noi... prima o poi una sconfitta dolorosa deve arrivare, e quale posto è migliore di questo? E come se non bastasse, uno dei loro attaccanti è a secco da quando è arrivato. E prima di arrivare qui ha girato molto, ma è rimasto soprattutto in un posto, a inizio carriera, vincendo una coppa e uno scudetto e rivelandosi un ottimo talento a livello europeo. Quel giocatore si chiama Jesse Lingard ed è stato uno dei miei pretoriani, uno degli artefici dei successi di Ruggero Acque in terra scozzese. Il rapporto è ancora saldo. In settimana gli viene chiesto cosa pensa di me... al giornalista risponde che per lui sono come un padre, e la stessa cosa vale per gli altri di quel fiabesco Dandì. Lo pensa sul serio, ma io già lo so che se c'è uno che mi farà del male sarà proprio lui. E' il destino.
Lo stadio non è strapieno come è lecito aspettarsi, qui sanno che se ci battono il discorso playoff è praticamente messo in archivio, però a Middlesbrough hanno visto fior di giocatori, e non c'è l'entusiasmo di un tempo. Da Londra arrivano in massa, perché ci credono, ma in fondo hanno tutti paura di rifarsi tutta la strada fino all'East End ubriachi di tristezza, e non di gioia.
Quella che vedranno però non sarà una normale partita di calcio... ma un dramma in pieno stile shakespeariano...
Spoiler:Il loro 4-3-3 si trova di fronte il nostro offensivissimo (ma obbligatissimo) 4-2-4. A centrocampo siamo in netto svantaggio, ed è per questo che voglio una squadra stretta, che giochi a massimo due tocchi e che tenti di imporre il proprio gioco, facendo circolazione di palla e intimorendoli. Per una buona mezz'ora non succede praticamente nulla. Negli spogliatoi sprono i ragazzi. I pronostici in effetti sono contro, la trasferta è ostica, e io voglio che ci credano. Però in campo nessuna delle due squadre fa molto. Da parte nostra sembra una replica della maggior parte delle partite precedenti, noiose e chiuse senza subire gol, ma giocate sostanzialmente maluccio, senza regalare uno spettacolo memorabile. Poi si comincia a vedere qualcosa... qualche entrata un po' più spigolosa, qualche tiraccio da fuori... le squadre vogliono far vedere che ci sono, che se sono 16mila e rotti la colpa è loro, che questa è una partita da almeno 30mila persone. La tensione sale piano piano, Lingard spreca una buona occasione in contropiede e impegna severamente Garlick, mentre io sto già per abbandonare la panchina e risalire sul pullman... e poi l'incoscienza. All'improvviso il signor Anthony Taylor decide di ergersi a protagonista e di dare una bella accelerata alle tensioni. Quando manca solo il recupero da giocare, su un angolo dalla destra vede un contatto fra la nostra ala sinistra Lloyd e un loro giocatore. Il contatto è veniale e fortuito, ma tra lo stupore generale, compreso quello degli stessi giocatori del Boro, l'arbitro indica il dischetto. Garlick ha la faccia di uno che vorrebbe prendere a testate tutto lo stadio. Lloyd tenta invano di prendere a calci il 45enne fischietto, trattenuto a stento dai compagni, che in cuor loro vorrebbero menargli pure loro. La rissa produce solo un cartellino giallo per Lloyd, ma l'incazzatura regna sovrana dal nostro lato del campo. Io in panchina sbuffo ironico, e guardo Garlick che nel frattempo sembra diventare sei volte più grande di quanto già è... il terzino avversario Kragbaek ha un'improvvisa nostalgia della sua Danimarca, e forse distratto dalla Sirenetta, angola alla sinistra del nostro portierone, imbattuto da più di 700 minuti... in realtà il tiro non è bruttissimo... sembra poter entrare, ma le manone di Alex si allungano e vanno a impattare contro il pallone destinato in fondo alla rete. Mentre l'azione si chiude con un cross sbagliato e il pubblico bestemmia nel dialetto locale, noi siamo ancora scossi, e un misto di tremore ed eccitazione ci accompagnano negli spogliatoi. Per una distrazione imperdonabile mi fermo a pisciare un secondo all'entrata degli spogliatoi, e quando rientro scopro che il mio secondo non ha esattamente fatto del bene... sono tutti ancora più incazzati. "Volevo solo dargli coraggio", mi dirà poi, mentre io tento di smutandarlo come si vede nei film americani sui nerd... Perciò negli spogliatoi mi ritrovo uno stuolo di 11 vichingi assetati di sangue, che non promettono nulla di buono. Provo a calmarne qualcuno, con effetti quasi nulli, e li rimando in campo sperando che loro siano più scossi di noi... e in effetti lo sono. Kragbaek è stato lasciato negli spogliatoi, probabilmente a piangere, e nonostante il loro modulo non sia cambiato hanno già bruciato due cambi. Io invece spero solo che i nostri due ammoniti non si facciano cacciare... e mentre sto lì che penso a come giustificare l'assassinio di un avversario, Moncrieff va in gol. È il 52esimo quando McKeown, uno degli ammoniti, si sovrappone a Lloyd e salta netto il terzino avversario, mettendo al centro un pallone con scritto "basta spingere". In una partita normale la nostra panchina sarebbe già in campo a esultare, ma questa non è una partita normale. Moncrieff, che ha fatto una doppietta col Charlton la settimana prima, non ne vuol sapere di tirare. Aspetta l'uscita del portiere avversario e il difensore che rinviene alle sue spalle, li salta entrambi con un dribbling secco e deposita la sfera a porta vuota... Mentre il tecnico avversario prepara l'ultimo cambio e passa al 4-4-2, lo spicchio dei tifosi Hammers impazzisce... i giocatori esultano con moderazione, perché sono ancora imbestialiti, e io mi sento osservato. Lingard mi sta guardando mentre rimette la palla a centrocampo. Penso "Tu Quoque Fili Mi", e già ho il presagio di quello che sta per accadere. E infatti... neanche 4 minuti e uno dei due centrali sbaglia completamente lettura sulla sponda che libera il mio prediletto. Lingard si presenta solo davanti a Garlick, ma questa volta, al contrario di quello che era successo nel primo tempo, non aspetta di entrare in area, e lo supera con un magistrale tiro a giro da appena fuori l'area di rigore, il suo primo gol per il Boro. Stavolta quindi sono gli altri a esultare, e per un attimo ho l'impressione che abbiano fatto entrare altre 15mila persone perché il boato è assordante. 1-1... e penso che a questo punto devo cambiare qualcosa, perché sennò ce ne fanno un altro e chiudono la partita. Sembriamo un cavallo scosso al Palio di Siena, perciò dico alla squadra di... cambiare poco o nulla. Troppe volte ho visto il cavallo scosso arrivare al traguardo da vincitore... e chi sono io per impedirgli di compiere il suo destino? Per venticinque minuti le squadre tornano a fare un calcio maschio e poco spettacolare, ma estremamente intenso, sotto una pioggia leggera e fittissima, come la più tipica delle pioggie inglesi. Le entrate e gli stacchi aerei si moltiplicano, finché uno stanchissimo Shepherd non vede lo scatto di Day sulla destra e lo serve con un tracciante che brucia tutta la difesa avversaria, che sbaglia completamente il fuorigioco. Il giovane del vivaio, tifosissimo degli Hammers, ha pian piano scalato le gerarchie, anche per via degli infortuni occorsi ai suoi compagni, e ora si presenta al limite destro dell'area con a disposizione il cross più facile della sua vita. Stavolta Moncrieff non si crede Pelè, e tira di prima intenzione per anticipare l'uscita dell'estremo difensore avversario. Il 2-1 è servito, e i pochi tifosi del West Ham rimasti vivi sugli spalti esultano senza ritegno. Anche io mi lascio andare, anche se ho ancora paura che Lingard mi faccia di nuovo lo scherzo. Il Middlesbrough batte tre angoli in serie, ma la difesa regge, anche grazie ai cambi ultradifensivi fatti per tenere il risultato, alzare la squadra e sparare pallacce in tribuna. Al 95esimo anche il pessimo Taylor deve arrendersi, e fischiare la fine.
Siamo sesti. Un risultato che soltanto qualche mese fa sembrava impensabile. E mentre il Millwall retrocede, dando un altro motivo per festeggiare ai nostri tifosi, noi ci prepariamo ad affrontare il Sunderland, che purtroppo è di un'altra categoria. Se posso scegliere quando perdere, scelgo questa.
Il loro 4-3-3 si trova di fronte il nostro offensivissimo (ma obbligatissimo) 4-2-4. A centrocampo siamo in netto svantaggio, ed è per questo che voglio una squadra stretta, che giochi a massimo due tocchi e che tenti di imporre il proprio gioco, facendo circolazione di palla e intimorendoli. Per una buona mezz'ora non succede praticamente nulla. Negli spogliatoi sprono i ragazzi. I pronostici in effetti sono contro, la trasferta è ostica, e io voglio che ci credano. Però in campo nessuna delle due squadre fa molto. Da parte nostra sembra una replica della maggior parte delle partite precedenti, noiose e chiuse senza subire gol, ma giocate sostanzialmente maluccio, senza regalare uno spettacolo memorabile. Poi si comincia a vedere qualcosa... qualche entrata un po' più spigolosa, qualche tiraccio da fuori... le squadre vogliono far vedere che ci sono, che se sono 16mila e rotti la colpa è loro, che questa è una partita da almeno 30mila persone. La tensione sale piano piano, Lingard spreca una buona occasione in contropiede e impegna severamente Garlick, mentre io sto già per abbandonare la panchina e risalire sul pullman... e poi l'incoscienza. All'improvviso il signor Anthony Taylor decide di ergersi a protagonista e di dare una bella accelerata alle tensioni. Quando manca solo il recupero da giocare, su un angolo dalla destra vede un contatto fra la nostra ala sinistra Lloyd e un loro giocatore. Il contatto è veniale e fortuito, ma tra lo stupore generale, compreso quello degli stessi giocatori del Boro, l'arbitro indica il dischetto. Garlick ha la faccia di uno che vorrebbe prendere a testate tutto lo stadio. Lloyd tenta invano di prendere a calci il 45enne fischietto, trattenuto a stento dai compagni, che in cuor loro vorrebbero menargli pure loro. La rissa produce solo un cartellino giallo per Lloyd, ma l'incazzatura regna sovrana dal nostro lato del campo. Io in panchina sbuffo ironico, e guardo Garlick che nel frattempo sembra diventare sei volte più grande di quanto già è... il terzino avversario Kragbaek ha un'improvvisa nostalgia della sua Danimarca, e forse distratto dalla Sirenetta, angola alla sinistra del nostro portierone, imbattuto da più di 700 minuti... in realtà il tiro non è bruttissimo... sembra poter entrare, ma le manone di Alex si allungano e vanno a impattare contro il pallone destinato in fondo alla rete. Mentre l'azione si chiude con un cross sbagliato e il pubblico bestemmia nel dialetto locale, noi siamo ancora scossi, e un misto di tremore ed eccitazione ci accompagnano negli spogliatoi. Per una distrazione imperdonabile mi fermo a pisciare un secondo all'entrata degli spogliatoi, e quando rientro scopro che il mio secondo non ha esattamente fatto del bene... sono tutti ancora più incazzati. "Volevo solo dargli coraggio", mi dirà poi, mentre io tento di smutandarlo come si vede nei film americani sui nerd... Perciò negli spogliatoi mi ritrovo uno stuolo di 11 vichingi assetati di sangue, che non promettono nulla di buono. Provo a calmarne qualcuno, con effetti quasi nulli, e li rimando in campo sperando che loro siano più scossi di noi... e in effetti lo sono. Kragbaek è stato lasciato negli spogliatoi, probabilmente a piangere, e nonostante il loro modulo non sia cambiato hanno già bruciato due cambi. Io invece spero solo che i nostri due ammoniti non si facciano cacciare... e mentre sto lì che penso a come giustificare l'assassinio di un avversario, Moncrieff va in gol. È il 52esimo quando McKeown, uno degli ammoniti, si sovrappone a Lloyd e salta netto il terzino avversario, mettendo al centro un pallone con scritto "basta spingere". In una partita normale la nostra panchina sarebbe già in campo a esultare, ma questa non è una partita normale. Moncrieff, che ha fatto una doppietta col Charlton la settimana prima, non ne vuol sapere di tirare. Aspetta l'uscita del portiere avversario e il difensore che rinviene alle sue spalle, li salta entrambi con un dribbling secco e deposita la sfera a porta vuota... Mentre il tecnico avversario prepara l'ultimo cambio e passa al 4-4-2, lo spicchio dei tifosi Hammers impazzisce... i giocatori esultano con moderazione, perché sono ancora imbestialiti, e io mi sento osservato. Lingard mi sta guardando mentre rimette la palla a centrocampo. Penso "Tu Quoque Fili Mi", e già ho il presagio di quello che sta per accadere. E infatti... neanche 4 minuti e uno dei due centrali sbaglia completamente lettura sulla sponda che libera il mio prediletto. Lingard si presenta solo davanti a Garlick, ma questa volta, al contrario di quello che era successo nel primo tempo, non aspetta di entrare in area, e lo supera con un magistrale tiro a giro da appena fuori l'area di rigore, il suo primo gol per il Boro. Stavolta quindi sono gli altri a esultare, e per un attimo ho l'impressione che abbiano fatto entrare altre 15mila persone perché il boato è assordante. 1-1... e penso che a questo punto devo cambiare qualcosa, perché sennò ce ne fanno un altro e chiudono la partita. Sembriamo un cavallo scosso al Palio di Siena, perciò dico alla squadra di... cambiare poco o nulla. Troppe volte ho visto il cavallo scosso arrivare al traguardo da vincitore... e chi sono io per impedirgli di compiere il suo destino? Per venticinque minuti le squadre tornano a fare un calcio maschio e poco spettacolare, ma estremamente intenso, sotto una pioggia leggera e fittissima, come la più tipica delle pioggie inglesi. Le entrate e gli stacchi aerei si moltiplicano, finché uno stanchissimo Shepherd non vede lo scatto di Day sulla destra e lo serve con un tracciante che brucia tutta la difesa avversaria, che sbaglia completamente il fuorigioco. Il giovane del vivaio, tifosissimo degli Hammers, ha pian piano scalato le gerarchie, anche per via degli infortuni occorsi ai suoi compagni, e ora si presenta al limite destro dell'area con a disposizione il cross più facile della sua vita. Stavolta Moncrieff non si crede Pelè, e tira di prima intenzione per anticipare l'uscita dell'estremo difensore avversario. Il 2-1 è servito, e i pochi tifosi del West Ham rimasti vivi sugli spalti esultano senza ritegno. Anche io mi lascio andare, anche se ho ancora paura che Lingard mi faccia di nuovo lo scherzo. Il Middlesbrough batte tre angoli in serie, ma la difesa regge, anche grazie ai cambi ultradifensivi fatti per tenere il risultato, alzare la squadra e sparare pallacce in tribuna. Al 95esimo anche il pessimo Taylor deve arrendersi, e fischiare la fine.
Siamo sesti. Un risultato che soltanto qualche mese fa sembrava impensabile. E mentre il Millwall retrocede, dando un altro motivo per festeggiare ai nostri tifosi, noi ci prepariamo ad affrontare il Sunderland, che purtroppo è di un'altra categoria. Se posso scegliere quando perdere, scelgo questa.