Cap. 20 – Il futuro è viola! - Parte 7
La partita all'Artemio Franchi tra Juventus e Fiorentina fu molto equilibrata. Nessuna delle due formazioni voleva rischiare troppo in un match che poteva essere decisivo per le sorti del campionato. Il gol partita arrivo da calcio da fermo, quando Masaracchio ribadisce in rete un corner battuto dal solito Kamissoko. I tentativi di modificare il risultato arrivano da entrambe le parti, ma la partita finirà con la vittoria di misura della Fiorentina
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Le ripercussioni di questo risultato furono subito evidenti: la Fiorentina trovò nuovo entusiasmo, necessario per difendere la posizione di vertice, mentre la Juventus nelle partite successive ottenne solo due vittorie, contro Cagliari e Lecce, due sconfitte contro Sassuolo e Lazio e due pareggi anonimi contro Livorno e Inter.
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Al contrario la Fiorentina non frenò la sua marcia, fino a trovarsi, alla trentaduesima di campionato, ad aver accumulato ben 9 punti di vantaggio sui bianconeri. Ma si avvicinava un altro scontro diretto, contro la Lazio, che nel frattempo aveva scalzato la Juventus dal ruolo di principale contendente al titolo.
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Cap. 20 – Il futuro è viola! - Parte 8
La questione campionato fu chiusa a tre giornate dal termine, quando i viola vinsero contro il Torino grazie alla rete di Ozturk, mentre la Lazio fu fermata sul pari dal Sassuolo. La Fiorentina aveva conquistato il quarto scudetto della sua storia. A Firenze fu festa grande, e i ragazzi di mister De Santo, complici i festeggiamenti che si erano protratti più del dovuto e la concentrazione rivolta all'imminente finale di Coppa Italia, portarono a casa, contro il Cesena, la prima sconfitta stagionale, dopo 35 giornate di imbattibilità. Sarebbe comunque rimasto un caso isolato per quella stagione, dove di 43 gare ufficiali ne furono perse solo due, entrambe in trasferta.
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Dopo la conquista dello scudetto, rimaneva da giocare la finale di Coppa Italia, contro l'Inter. La partita fu abbastanza equilibrata, anche se la rete di Rahmati dopo soli 7 minuti di gioco sembrava metterla in discesa per la squadra viola. Per i restanti 83 minuti più recupero, il risultato rimase invariato e così la Fiorentina portò a casa il Double.
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Cap. 21 - A difesa del tricolore - Parte 1
La Fiorentina, grazie a Vittorio, poté fregiare le maglie del centenario con il tricolore simbolo dei campioni in carica del campionato, ma anche della coccarda che identifica gli ultimi vincitori del
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Il mister era entusiasta del gruppo che aveva costruito, serviva solo qualche limatura qua e là e qualche rattoppo.
Dal punto di vista delle cessioni, Granit Xhaka fu lasciato libero alla scadenza del proprio contratto, William fu ceduto allo Standard Liegi, Straub andò alla Sampdoria e Severs al Wigan insieme a Puscas. Cedere giocatori validi, ma relegati alla squadra riserve, come Avdijaj, Dimitrievski e Saponjic, fu più problematico, ma alla fine anche loro si accasarono, rispettivamente, al Benevento, al Twente e all'Academica.
La cessione che più di tutte lasciò perplessi tifosi e società, fu quella, avvenuta dopo la chiusura del mercato italiano, del portiere Lee Dae-Hwan, pilastro della difesa nella passata stagione. L'offerta dell'Arsenal permetteva effettivamente di portare a casa una notevole Plusvalenza sul giocatore, venduto per una cifra che si raccontava consistere in circa 20 Milioni di euro più vari bonus, mentre era stato acquistato per poco più di 4milioni solo l'anno precedente. La stampa si riempiva la bocca nel definire la cessione come un errore, l'estremo difensore coreano era ancora giovane ed il suo valore di mercato sarebbe cresciuto ulteriormente negli anni, ma Vittorio la pensava diversamente. Nel calciomercato infatti erano arrivati due giovani portieri, il primo, Pablo Salazar, arrivò per fare la riserva, mentre un po' per caso, fu ingaggiato dal Messico un giovane portiere statunitense, che nei piani originari doveva occupare il posto da terzo portiere. Seth Frye invece già nelle prime settimane di allenamenti aveva rapito le attenzioni del mister, che aveva deciso di dargli spazio in prima squadra, sconvolgendo le gerarchie. Veniva da se che Lee Dae-Hwan, che non avrebbe gradito il ruolo di comprimario, era ormai di troppo, e che la sua assenza dal campo avrebbe influito negativamente sulla sua valutazione. Si rendeva quindi necessario cederlo e farlo in fretta.
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L'altro tassello che rimaneva vacante era quello del terzino destro, visto che la partenza di William lasciava solo Lombardi a difesa della posizione. Ma il terzino bustocco non era mai stato reputato all'altezza di fare il titolare per una squadra che voleva stare ai vertici del calcio italiano, così le ricerche per il ruolo si conclusero individuando un giovane terzino senegalese, con passaporto italiano e diverse presenze nella nazionale under21 azzurra, che fu prelevato dal Sassuolo.
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A completare la difesa arrivarono due difensori centrali, per rimpiazzare Severs e Straub, che sarebbero state le riserve di Guarino e di Marcel Hohn, quest'ultimo promosso a titolare dopo le brillanti prestazioni della passata stagione.
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Gli altri acquisti, sempre in qualità di rimpiazzi per la squadra titolare, furono il trequartista del Suriname Joel Charan, arrivato a parametro zero dalla Dinamo Mosca, e l'attaccante Luciano Fagni, arrivato dall'Inter
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Ma quello che fu il vero colpo di mercato, arrivò un po' inatteso, un po' per vezzo del mister, dall'Atletico Madrid. Pagato 25 milioni di euro, era uno degli elementi inamovibili del centrocampo della nazionale, e si apprestava, insieme a Solomon e Ozturk, a prendere le redini del centrocampo viola.
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Cap. 21 - A difesa del tricolore - Parte 2
La seconda stagione alla guida dei viola iniziò così come era finita la precedente, ovvero alzando al cielo un'altra coppa, questa volta la supercoppa italiana, battendo ancora una volta i nerazzurri dell'Inter
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e prima di partire con il campionato vennero sorteggiati i gironi di Champions League. La Fiorentina si trovò in un girone durissimo, dove a parte il Basilea, si trovava ad affrontare Bayern Monaco e Atletico Madrid
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Intermezzo - Road to World Cup - Autunno 2026
In quell'anno Vittorio oltre alla riconferma sulla panchina della Fiorentina, si trovò a coronare il sogno di una vita: allenare la nazionale italiana.
L'offerta arrivò dopo i mondiali americani del 2026, in cui la nazionale azzurra non riuscì a superare il girone con Colombia, Turchia e Australia. La delusione della federazione, come spesso accade in questi casi, si riversò sul C.T. Vincenzo Montella, che dovette cedere il passo proprio a Vittorio, che aveva il compito di dominare il girone di qualificazione agli Europei del 2028 che si giocheranno in Scozia e Galles. L'obiettivo non sembrava impossibile, data la generosità del sorteggio che inserì nel girone degli azzurri le modeste Azerbaigian, Bosnia, Estonia, Grecia e Islanda.
Vittorio portò subito in nazionale una serie di volti nuovi, come il portiere Giannino Luconi e il centrocampista, che aveva già scoperto ai tempi dell'Austria Wien, Simone Vona, che nel tempo sarebbero diventati punti fermi della sua nazionale.
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L'esordio da C.T. lo vide affrontare in amichevole la nazionale di Israele, in una partita da dottor Jekyll e mister Hyde. Dopo un primo tempo a rincorrere gli ospiti, gli azzurri nel secondo tempo riuscirono a dilagare fissando il risultato sul 5-3
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Il secondo impegno, in terra azera, offrì subito una prestazione eccezionale, con Brancatisano sugli scudi. Il risultato finale, un rotondo 5-0, sembrava di buon auspicio per il futuro di Vittorio nel ruolo di selezionatore della nazionale
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Anche contro l'Islanda l'attacco azzurro fornì una grande prova, meno soddisfacente la difesa. Il risultato finale fu di 5-2, grazie alla rete del solito Brancatisano, ed alle doppiette di Simone Boccagna, punta del Monaco, e Luca Vagnoni, trequartista in forza al Real Madrid
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In terra greca le cose si fecero per la prima volta complicate. La partita finì con una vittoria di misura per l'Italia, ma il risicato 3-2, per come maturò e per come fu difficile da difendere nell'ultima mezz'ora, mise alla luce i problemi difensivi di cui Vittorio soffriva in quel periodo. A fronte di un attacco molto prolifico, le idee tattiche di mister De Santo lasciavano troppo spesso il fianco libero alle offensive avversarie. Questo poteva essere un problema per il futuro.
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Infatti, nelle amichevoli con Germania e Spagna, fu proprio la difesa a finire sotto accusa. Le due partite più impegnative affrontate fin'ora dalla nuova nazionale guidata da De Santo furono una vera tortura per i tifosi. Sebbene era vero che, nonostante tutto, la nazionale azzurra ne uscì bene, vincendo contro i tedeschi e pareggiando contro le furie rosse, il modo in cui maturarono i due risultati non era incoraggiante. D'altra parte per risultare vittoriosi bisognava avere una squadra che potesse essere affidabile in diverse condizioni, non roboante con le piccole e timorosa con le grandi. A salvare capra e cavoli contro la Spagna, furono i due laziali Nunez e Maisto, quando ormai i giochi sembravano chiusi e l'Italia sembrava già battuta.
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Cap. 21 - A difesa del tricolore - Parte 3
La stagione 2026/27 partì alla grande. La Fiorentina si assestò subito in cima alla classifica, forte di quella imbattibilità che, dall'arrivo in panchina di Vittorio, era stata violata solo due volte. Le reti di Grillo trascinavano i la squadra gigliata verso una lunga fuga che sembrava essere destinata a lasciare gli avversari a guardare, sia in campionato che in Champions League.
Ma la troppa fiducia si sa che può essere un'arma a doppio taglio, e la batosta arrivò proprio all'ultima giornata del girone di Champions League, in cui la Fiorentina aveva primeggiato grazie alle 12 reti inferte in due gare ai campioni in carica dell'Atletico Madrid ed alle passeggiate sugli svizzeri del Basilea. I tedeschi anche all'andata, all'Allianz Arena, avevano dato filo da torcere ai viola, costringendoli ad un rocambolesco 3-3. All'Artemio Franchi, quando tutti si aspettavano una grande partita da parte della compagine di mister De Santo, furono i bavaresi a fare gioco e dare spettacolo. Il risultato fu catastrofico per l'immediato prosieguo della stagione. Il Bayern guidato da Philip Cocu dominò la gara in lungo e in largo, ridimensionando i viola. Il risultato finale, un 5-2 con due reti abbastanza casuali per le Fiorentina, fu una dura mazzata.
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Da quel momento le gambe iniziarono ad farsi pesanti, la strada per il gol sempre più tortuosa, e tutte le incertezze difensive vennero a galla. Si cominciò subendo una sconfitta di misura dal Sassuolo, non si riuscì ad andare oltre il pari con Sampdoria e Napoli, ed infine, per chiudere il girone di andata, arrivò anche la sconfitta contro la Roma, che a questo punto aveva accumulato 5 punti di vantaggio.
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Anche in Coppa Italia ci si trovò a soffrire molto. Servirono i supplementari per superare il modesto Novara, ma anche i quarti di finale contro la Roma furono decisi dopo i 90 minuti regolamentari. Il primo segno di ripresa si intravide nella doppia sfida con il Napoli, che si concluse con le vittorie per 2-1 a Firenze e per 4-2 al San Paolo. Questi risultati permisero alla Fiorentina di guadagnarsi per il secondo anno l'accesso alla finale della coppa nazionale.
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A questo punto toccava rimettersi subito in sesto in vista degli ottavi di finale di Champions League che, per via di un sorteggio infame, accoppiarono la squadra di Vittorio ai francesi del Paris Saint Germain.
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Cap. 21 - A difesa del tricolore - Parte 4
Dopo il sorpasso della Roma, la Fiorentina iniziò una lunga rincorsa, che riavvicinò le due squadre.
La Roma tutto sommato teneva botta ai tentativi di rimonta dei viola, anche se nei mesi aveva incassato delle sonore sconfitte, come il 4-0 subito dal Torino o il 5-0 subito dal Milan. Anche la Fiorentina aveva perso per strada punti preziosi che avrebbero potuto affrettare le manovre di sorpasso. I pareggi con Inter, Novara, Milan e Lazio erano tutti maturati male, con la squadra di mister De Santo recuperata in zona Cesarini, e lasciavano in bocca il sapore delle occasioni sprecate. La situazione sembrò mettersi per il meglio quando alla trentaquattresima giornata, con la Roma battuta in casa per 4-3 dal Crotone, e la Fiorentina, con una gara da recuperare contro il Lecce, che si faceva vedere negli specchietti, a -1. Ciononostante sembrava chiaro che questo campionato si sarebbe deciso solo all'ultima giornata.
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Il problema era che, a differenza della Roma, la Fiorentina era ancora impegnata sul fronte Champions League, e l'ambiziosa finale era ormai ad un passo.
La doppia sfida con il PSG si risolse a favore dei viola, grazie al pari rimediato a Parigi e alla larga vittoria ottenuta in casa
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Mentre nei quarti di finale un sorteggio che sembrava essere stato generoso, mise di fronte ai viola la Dinamo Kiev, che si rivelò essere avversario più ostico del previsto. Già all'andata, all'Artemio Franchi, la Fiorentina la spuntò solo grazie ad una rete nei minuti di recupero, grazie alla rete di Masaracchio che permise di chiudere la partita sul risultato di 2-1.
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Al ritorno, in Ucraina, la rete di Guarino, dopo soli 4 minuti, sembrò mettere le cose in discesa, ma il pareggio dei padroni di casa arrivò dopo poco più di un quarto d'ora, e da quel momento la partita si trasformò in un assedio a cui gli uomini di Vittorio riuscirono a resistere. Il risultato finale di 1-1 garantì alla Fiorentina l'accesso alla semifinale, da giocare contro il Chelsea.
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Cap. 21 - A difesa del tricolore - Parte 5
Il sorpasso in campionato arrivò grazie alla vittoria nel recupero contro il Lecce. La Roma, una volta tornata all'inseguimento, mollò la presa, e la Fiorentina di mister De Santo poté allungare nelle gare finali di campionato, legittimando il primato proprio all'ultima di campionato sconfiggendo in casa i giallorossi. Così i viola portarono a casa il secondo scudetto consecutivo.
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Anche in Coppa Italia arrivò il secondo successo consecutivo. A farne le spese questa volta fu il Milan allenato da Davide Callà, allenatore svizzero che subentrò a Vittorio alla guida dell'Austria Wien, e che subentrò a Vincenzo Montella pochi giorni prima della finale. Il risultato finale di quella partita era lo specchio fedele del gioco espresso dai viola. Partita dominata e caratterizzata da un unico momento di distrazione che permise ai diavoli di pareggiare anche se solo momentaneamente. Il risultato finale di 4-1 consegnava alla Fiorentina la coppa.
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Cap. 21 - A difesa del tricolore - Parte 6
Nei decenni precedenti la Champions League era diventata una competizione molto elitaria, basti pensare che bisogna tornare indietro di 23 anni per trovare una finale raggiunta da una vera e propria outsider (il Porto del 2004). In tutte le altre edizioni la competizione fu monopolizzata da quella decina di top club (Barcelona, PSG, Bayern Monaco,Man Utd, Real Madrid...) che non sembravano avere rivali. Tutta un'altra storia rispetto agli anni in cui la amata Coppa Campioni poteva riservare le sorprese che gli appassionati ricordano (La Stella Rossa del '92, lo Steaua Bucarest dell'86 o il mitico Nottingham Forrest di Brian Clough che riuscì a vincere due edizioni di fila).
La Fiorentina di Vittorio per raggiungere la storica finale doveva passare da Londra dove ad aspettare c'erano i Blues del Chelsea. La partita del Terry Park di Londra fu divertente ed equilibrata, con ripetuti cambi di fronte e pericoli da ambo i lati. A spuntarla furono i viola, che per l'occasione indossavano la maglia a quarti bianco rossi del centenario. Sugli scudi salì Luciano Fagni, promosso a terza scelta in attacco dopo la cessione di Rahmati alla Juventus, che sarebbe stata finalizzata all'inizio della stagione successiva. La doppietta della giovane punta di Grosseto dava buone speranze ai viola per la gara di ritorno. Speranza che si concretizzarono con la terza rete segnata da Kamissoko. La rete di Berardi allo scadere manteneva però tutto aperto per la gara di ritorno.
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La gara di ritorno a Firenze fu ben più dura della gara di andata. I londinesi ormai avevano ben poco da perdere e questo mise in difficoltà i viola che vedevano ribattersi colpo su colpo tutte le offensive. A sbloccare la situazione fu la rete di Nicolò Grillo, rete che poi lo avrebbe portato a quota 11 reti nella competizione consegnandogli la golden boot per l'edizione 2027, ma il Chelsea non sembrava intenzionato a demordere, ottenendo il pareggio quindici minuti più tardi. Il 2-1 arrivò dai piedi di Kamissoko, ma anche in questo caso durò poco, perché la rete di Abrahams rimise subito in discussione il risultato. A questo punto per Vittorio le cose diventarono complicate. Subire un'altra rete avrebbe vanificato gli sforzi della gara d'andata, per cui la scelta più appropriata sembrò dedicare gli sforzi principalmente a non prenderle. Nei successivi 30 minuti il gioco dei viola si era ridotto a qualche veloce ripartenza che però continuò ad essere sterile. Allo stesso tempo i tentativi del Chelsea venivano rintuzzati efficacemente, così il risultato finale fu un 2-2 che premiò la squadra di casa, regalando ai viola la finale di Champions League che era attesa dai tifosi dal lontano 1957.
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La finale mise di fronte alla Fiorentina, per la terza volta in stagione, i campioni in carica dell'Atletico Madrid. Sebbene il blasone fosse tutto dalla parte degli iberici, i toscani arrivavano favoriti sulla base dei precedenti incontri, nella fase a gironi, in cui i madrileni avevano portato a casa 12 reti subite contro le sole 3 fatte. Il canovaccio della finale non cambiò rispetto a quanto visto nel girone, e, nonostante le preoccupazioni dovute all'assenza di Frye e Charan impegnati con USA e Suriname nella Gold Cup, la Fiorentina si impose con un netto 4-1 grazie alle doppiette di Hassan e di Magalhanes. La Fiorentina, guidata da mister De Santo, portò così a casa la sua prima Coppa dei Campioni.
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Intermezzo - Road to World Cup - Primavera 2027
In primavera Vittorio ebbe anche vari impegni da C.T. della nazionale. Il cruccio maggiore che dovette affrontare era dovuto al fatto che nel ruolo di terzino sinistro non ci fossero sostituti validi a Lapo Andreini. La prima scelta in quel ruolo era il rumeno, con passaporto italiano, Georgian Musea. La seconda questione da affrontare, su cui la stampa continuava a rimarcare, era la scarsezza di talenti italiani nella serie A, che portava a convocare tanti giocatori che militavano all'estero (Luconi, Di Maio, Vagnoni, D'Alessandro, Anaclerio ecc...).
Sebbene questa seconda questione non interessava a Vittorio, la prima invece era fonte di preoccupazione. Sebbene il giovane Musea poteva essere una valida alternativa nel mediocre girone di qualificazione in cui era stata sorteggiata la nazionale, lo stesso non si poteva dire per le partite contro squadre di alto livello. Ciononostante i risultati della nazionale portavano tutte queste questioni in secondo piano.
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Cap. 22 - Non c'è due senza tre...
Nemo propheta in patria.. la nota locuzione latina sembrava non adattarsi a Vittorio, che sembrava aver raggiunto, proprio in Italia, l'apice della sua carriera.
Era un eroe a Firenze, e anche alla guida della nazionale azzurra stava facendo cose egregie. Per lui presto risuonarono le trombe dei top team mondiali. Nell'estate del 2027 non si lasciò ammaliare dalle sirene della Premier League (per lui si mossero Arsenal, Liverpool, le due di Manchester) e restò alla guida della Fiorentina. In testa aveva un progetto, aveva l'occasione di realizzarlo, e non voleva farsela sfuggire.
La strategia di mercato di Vittorio lasciò basiti i tifosi e la stampa... il mister si concentrò sulle cessioni, così Charan e Ponce andarono al Leicester per una somma complessiva che superava i 25 milioni di Euro, Matteo Adamo si accasò al Wigan per 7.5 milioni. Asghar Rahmati firmò per la Juve, la cifra incassata per la cessione si aggirava intorno ai 32 milioni. Gli altri incassi degni di nota furono i 10 milioni versati dal Milan per accaparrarsi il cartellino di Masaracchio, gli oltre 17 spesi dal Sevilla per il terzino destro Lombardi ed infine i 20.5 milioni che arrivarono dalla cessione di Pedro Gouveia ai tedeschi dello Schalke. Quell'estate dalle cessioni arrivarono oltre 120 milioni, che furono solo parzialmente reinvestiti per gli acquisti, ma la maggior parte fu reinvestita in strutture sia per la prima squadra che per la primavera.
Gli acquisti per la prima squadra infatti si contarono sulle dita di una mano, e nella fattispecie erano rappresentati dai difensori Di Maio e Sane, dal centrocampista Gustavo Luiz e dall'attaccante Diego Dutto.
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per completare la rosa furono promossi molti ragazzi dalla primavera.
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Nonostante le perplessità destate dalla scelta di affrontare la nuova stagione con una rosa molto giovane e di poca esperienza, la stagione si aprì alla grande con la conquista dei due trofei estivi: la Supercoppa Italiana e la UEFA Super Cup
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Cap. 22 - Non c'è due senza tre... - Parte 2
La terza stagione alla Fiorentina era iniziata alla grande. Dopo aver portato a casa i primi trofei già nel mese di Agosto, i viola partivano favoriti in tutte le competizioni.
Il sorteggio dei gruppi di Champions League fu generoso, affiancando alla Fiorentina, nel girone C, lo Schalke, il Tottenham e la Dinamo Zagabria.
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Il passaggio del turno fu agevole. 4 vittorie, un pareggio, alla prima contro lo Schalke, e la sconfitta dell'ultima partita contro il Tottenham furono sufficienti a guadagnare il primato in classifica
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In campionato, invece, la giovane squadra costruita da mister De Santo faceva fatica a trovare il ritmo giusto. L'andamento altalenante aveva portato la Fiorentina a navigare a lungo lontana dalle posizioni di alta classifica, fino alla fine del girone di andata. Al giro di boa i viola si presentarono al terzo posto, con 9 punti da recuperare sulla Juve e due partite in meno a causa dell'impegno in Giappone con la Coppa del mondo per club.
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Proprio in Giappone però, Vittorio portò a casa il terzo titolo stagionale, proprio il mondiale per club.
L'impegno fu meno facile del previsto, in semifinale, contro i coreani del Suwon, fu la rete di Huseyn Ozturk, che intanto era finito ai margini della squadra titolare, a decretare la vittoria
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La finale contro il Corinthians fu decisa solo nei tempi supplementari, grazie alle reti di Abel e Kamissoko
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Cap. 22 - Non c'è due senza tre... - Parte 3
L'annata 2027 di Vittorio e della sua Fiorentina fu davvero esaltante. nel corso di quell'anno solare i viola avevano alzato al cielo il trofeo di tutte le competizioni a cui avevano preso parte. Coppa Italia, Campionato, Champions League, Supercoppa Italiana, Supercoppa Europea e per finire il Mondiale per Club.
Un'annata del genere era difficile da ripetere, e a confermarlo fu la prematura eliminazione dalla Coppa Italia, dove, dopo essersi sbarazzati agevolmente del Pescara, al San Paolo di Napoli si fermò il percorso dei viola.
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Diversa era la situazione in Champions League. In quell'anno i sorteggi europei furono particolarmente generosi con i viola, che vennero sorteggiati contro il modesto Lokomotiv Moska agli ottavi, liquidato con un risultato totale di 5-1, e contro la Lazio ai quarti, battuta all'andata per 4-2 e tenuta al ritorno sull'1-1.
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La finale al Meazza di Milano se la sarebbero giocata Monaco e Real Madrid da un lato e Chelsea e Fiorentina dall'altro
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In campionato invece, con l'inizio del girone di ritorno partì una lunga rincorsa per recuperare gli 11 punti di ritardo sulla Juve. Vittorio nel mese di gennaio, per rattoppare la rosa che non era considerata all'altezza dagli addetti ai lavori, stupì tutti portando a casa solo un rinforzo in attacco, il diciannovenne russo Pavel Ivanov
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Nonostante il gioiellino russo stentasse a convincere, la Fiorentina vinceva, vinceva e continuava a vincere. A parte il pareggio per 0-0 contro il Palermo, dall'inizio dell'anno la Fiorentina aveva vinto tutte le partite in campionato, riuscendo, punto dopo punto, a rosicchiare tutto il vantaggio accumulato dai bianconeri, contro cui, nella stagione corrente, ancora non avevano giocato, per via dei continui rinvii della gara di andata dovuti agli impegni internazionali delle due squadre.
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Il sorpasso arrivò inaspettatamente alla giornata 33, con la vittoria della Fiorentina sul Cesena, e la sconfitta della Juve nel posticipo serale contro il Torino.
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Così alla vigilia del recupero della gara di andata, la Fiorentina si presentò con due punti di vantaggio sui rivali per il titolo, anche se con una partita giocata in più.
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Cap. 22 - Non c'è due senza tre... - Parte 4
Nel primo dei due scontri diretti contro la Juventus, la Fiorentina di Vittorio dominò la partita in lungo e in largo, ma non riuscì mai a fare breccia nella difesa bianconera. Il risultato finale di 0-0 non cambiò nulla in classifica, e i viola si trovavano a dover difendere un vantaggio di soli due punti, con anche una partita in più giocata.
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nelle due partite successive arrivarono le vittorie contro Lazio e Milan, ma anche la Juve ottenne il massimo risultato contro Palermo e Udinese, entrambe liquidate per 2-0
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Con queste premesse, la gara di ritorno, a Torino, tra Juventus e Fiorentina poteva dare una svolta al campionato.
La Fiorentina di mister De Santo però era ancora impegnata anche sul fronte Champions. Per la semifinale contro il Chelsea, la stampa vedeva favoriti i londinesi. Invece i viola andarono a vincere di misura a Londra, grazie al gol di Ville Sivikko, per poi dominare all'Artemio Franchi, dove le reti di Diouf, Ivanov e Kamissoko garantirono un posto alla finale di Milano
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Dall'altro lato del tabellone, la doppia gara tra Monaco e Real Madrid sembrava già decisa all'andata, con i monegaschi che in casa si erano imposti per ben 4-0 sui blancos. Al Santiago Bernabeu però il Real Madrid rischiò di rimettere tutto in discussione. Non bastò però la determinazione per completare la rimonta. Il 3-0 a favore degli iberici non fu sufficiente per guadagnarsi la finale.
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Cap. 22 - Non c'è due senza tre... - Parte 5
Anche la gara di ritorno contro la Juve finì con un pareggio, che ai viola stava bene, perché permetteva di restare avanti in classifica, anche alla luce del pareggio ottenuto contro il Napoli dai bianconeri nell'altro recupero disputato in settimana.
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Una chiusura di campionato perfetta, battendo nettamente Lecce e ChievoVerona, assegnarono alla Fiorentina il terzo scudetto consecutivo
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L'ultimo impegno stagionale, la finale di Champions League, sulla carta vedeva i viola favoriti contro i Francesi del Monaco. Ma al Meazza di Milano alla rete al 5' di Ivanov, rispose Boccagna per i monegaschi. Furono necessari i rigori per decidere l'incontro. Se da una parte i rigoristi viola furono perfetti, segnando 5 reti su 5, dall'altra Inaki Calvo si lascia ipnotizzare da Frye e tira un rigore debole e centrale che il portiere statunitense non ha problemi a fermare. Così la Fiorentina vince anche la seconda Coppa dei Campioni
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Intermezzo - Road to World Cup - Autunno 2027
Con la nazionale, liquidata la pratica qualificazione ad EURO 2028, concedendo all'ultima giornata il pareggio alla Bosnia, Vittorio affrontò con tranquillità, fin troppa, le amichevoli con Croazia e San Marino.
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Gli impegni con la nazionale adesso sarebbero ripresi in primavera inoltrata con la preparazione al Campionato Europeo da giocare in Scozia&Galles
Intermezzo - Road to World Cup - Verso Euro 2028
Ad inizio Maggio fu diramata la lista preliminare dei 30 giocatori che si sarebbero contesi la partecipazione al campionato Europeo in Scozia e Galles. Vittorio scelse tra gli uomini che avevano conquistato la qualificazione, dovendo però rinunciare ad alcuni infortunati, su tutti Simone Vona. La sorpresa della lista preliminare fu destata dalla chiamata al giovanissimo terzino sinistro Fabrizio Montaruli, classe 2008 del Manchester City, e dal trequartista del Genk, classe 2007 ed ex della Fiorentina, dove non ha mai trovato sufficiente spazio, Daniele Zerbini.
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Per la preparazione erano state organizzate addirittura 6 partite amichevoli, tutte di basso profilo per poter familiarizzare con le tattiche. I risultati non furono entusiasmanti, in particolare il pareggio con il Senegal e la sconfitta contro l'Irlanda generarono molto malcontento tra i media, che già iniziavano a chiedere la testa del C.T.
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Su queste basi, l'annuncio dei 23 selezionati, da cui furono esclusi, tra gli altri, Alberto Compiani, Gustavo Nunez, Leone Tommasi e Tommaso Conte, sollevò un polverone. La scelta di portare due esordienti, Montaruli, preferito a Musea, e Zerbini preferito a Galluzzi, fu fonte di aspre discussioni da parte dei soliti corvi che riempiono le stanze dei principali mass media nazionali. Addirittura qualcuno lamentò il fatto di aver lasciato a casa le vecchie glorie Verratti, Bryan Cristante e Jorginho, senza considerare tutti questi nomi, ormai al declino e prossimi al ritiro, non avevano mai fatto parte dei piani di Vittorio, che, seppur non negando mai le qualità di questi giocatori, ha sempre preferito puntare su elementi di prospettiva.
Così i 23 che avrebbero preso parte ad EURO2028 furono i seguenti
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Intermezzo - Road to World Cup - EURO 2028 - Gruppi - Prima Giornata
I Campionati Europei del 2028, in Scozia e Galles, presero il via alle 18:00 del 10 giugno, con la partita tra i campioni in carica del'Inghilterra e l'Islanda, nazionale in grande crescita, alla terza partecipazione consecutiva alla competizione ed entrata saldamente tra le prime 20 in classifica FIFA. Al White Rocks Stadium di Swansea, gli inglesi non andarono oltre il 2-2.
La cerimonia di apertura si tenne la sera dello stesso giorno al Millennium Stadium di Cardiff, dove, di fronte ad oltre 70.000 spettatori, il Galles padrone di casa uscì battuto per 2-0 dalla Francia.
La prima giornata dei gironi non regalò grosse sorprese.
Gruppo A
12.06.2028 Ibrox Stadium, Glasgow Russia - Scozia 1-2
12.06.2028 Celtic Park, Glagow Danimarca - Slovacchia 1-0
Gruppo B
10.06.2028 Millennium Stadium, Cardiff Galles - Francia 0-2
11.06.2028 Wrexham Sport Park, Wrexham Ucraina - Turchia 2-3
Gruppo C
13.06.2028 Hampden Park, Glasgow Bulgaria - Romania 0-1
13.06.2028 Celtic Park, Glasgow Germania - Polonia 0-0
Gruppo D
11.06.2028 Bridgend Community Stadium, Bridgend Olanda - Rep. Ceca 0-1
11.06.2028 Millennium Stadium, Cardiff Spagna - Croazia 2-0
Gruppo E
10.06.2028 White Rocks Stadium, Swansea Inghilterra - Islanda 2-2
11.06.2028 Aberdeen Sport Park, Aberdeen Belgio - Svezia 0-3
Gruppo F
12.06.2028 Dundee Community Stadium, Dundee Svizzera - Portogallo 0-0
13.06.2028 Cardiff City Stadium, Cardiff Serbia - Italia 0-2
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Intermezzo - Road to World Cup - EURO 2028 - Gruppi - Seconda Giornata
La sorpresa della seconda giornata fu la sconfitta per 4-1 della Francia contro l'Ucraina. Intanto iniziavano a delinearsi le prime sorprese e delusioni del torneo. L'Islanda confermò di non essere arrivata in Scozia e Galles a fare la comparsa, mentre la Russia dopo le prime due partite era praticamente già fuori dai giochi. Anche il Galles confermò il ruolo di comparsa, mentre gli altri padroni di casa, la Scozia, dominavano il proprio girone.
Il gruppo D si presentava come il più equilibrato di tutti, con l'Olanda che sembrava più indietro rispetto alle altre.
L'Italia di Vittorio, contro la Svizzera, fornì una grande prestazione, che culminò in un rotondo 4-1. Ciononostante era ancora considerata una outsider, mentre i grandi favoriti del torneo restavano Inghilterra, Spagna e Germania.
Gruppo A
17.06.2028 Murrayfield, Edimburgo Scozia - Danimarca 1-0
17.06.2028 Ibrox Stadium, Glasgow Slovacchia - Russia 1-0
Gruppo B
14.06.2028 Millennium Stadium, Cardiff Francia - Ucraina 1-4
15.06.2028 Brigend Community Stadium, Brigend Turchia - Galles 1-0
Gruppo C
18.06.2028 Murrayfield, Edimburgo Polonia - Bulgaria 3-0
18.06.2028 Ibrox Stadium, Glasgow Romania - Germania 1-2
Gruppo D
16.06.2028 Brigend Community Stadium, Brigend Rep. Ceca - Spagna 2-2
16.06.2028 Millennium Stadium, Cardiff Croazia - Olanda 2-2
Gruppo E
14.06.2028 Ibrox Stadium, Glasgow Islanda - Belgio 2-1
14.06.2028 Murrayfield, Edimburgo Svezia - Inghilterra 1-3
Gruppo F
16.06.2028 Celtic Park, Glasgow Italia - Svizzera 4-1
17.06.2028 White Rocks Stadium, Swansea Portogallo - Serbia 1-1
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Intermezzo - Road to World Cup - EURO 2028 - Gruppi - Terza Giornata
All'ultima partita dei gruppi, tutte le squadre già certe di passare al turno successivo tirarono i remi in barca per risparmiare energie per la fase ad eliminazione diretta. La metà delle partite disputate finirono in pareggio. La vittoria del Belgio, nazionale n°6 in classifica FIFA, non servì a nulla ai diavoli rossi, che chiusero il girone all'ultimo posto.
Partite ricche di emozioni furono Danimarca - Russia e Rep. Ceca - Croazia.
L'Ucraina passeggiò sul Galles, concludendo la disastrosa esperienza dei padroni di casa, che nell'edizione 2024, giocata in Italia, era arrivata addirittura fino ai quarti di finale.
Nel gruppo F, quello degli azzurri, il girone si conclude con due pareggi scialbi, che garantiscono il passaggio del turno al Portogallo, oltre che all'Italia.
Le 4 migliori terze classificate, ripescate per la fase ad eliminazione diretta, furono Slovacchia, Francia, Islanda e Romania.
Eliminate dopo i gironi Russia, Olanda, Croazia, Galles, Belgio, Bulgaria, Serbia e Svizzera.
Gruppo A
20.06.2028 Ibrox Stadium, Glasgow Danimarca - Russia 4-2
20.06.2028 Hampden Park, Glasgow Slovacchia - Scozia 0-0
Qualificate: Scozia 7pt- Danimarca 6pt- Slovacchia 4pt
Gruppo B
19.05.2028 Millennium Stadium, Cardiff Turchia - Francia 1-2
19.05.2028 Bridgend Community Stadium, Bridgend Ucraina - Galles 3-0
Qualificate: Ucraina 6pt - Turchia 6pt - Francia 6pt
Gruppo C
21.06.2028 Ibrox Stadium, Glasgow Bulgaria - Germania 0-0
21.06.2028 Celtic Park, Glasgow Romania - Polonia 1-1
Qualificate: Polonia 5pt - Germania 5pt - Romania 4pt
Gruppo D
21.06.2028 Wrexham Sport Park, Wrexham Olanda - Spagna 0-0
21.06.2028 Millennium Stadium, Cardiff Rep. Ceca - Croazia 4-1
Qualificate: Rep. Ceca 7pt - Spagna 5pt
Gruppo E
19.05.2028 Cardiff City Stadium, Cardiff Belgio - Inghilterra 1-0
19.05.2028 Dundee Community Stadium, Dundee Svezia - Islanda 3-0
Qualificate: Svezia 6pt - Inghilterra 4pt - Islanda 4pt
Gruppo F
20.06.2028 Aberdeen Sport Park, Aberdeen Portogallo - Italia 1-1
20.06.2028 Dundee Community Stadium, Dundee Svizzera - Serbia 1-1
Qualificate: Italia 7pt - Portogallo 3pt
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Intermezzo - Road to World Cup - EURO 2028 - Ottavi di Finale
Agli ottavi di finale uscirono di scena i padroni di casa della Scozia, la sorprendente Islanda, ma soprattutto, nell'incontro con la Spagna, la favorita Germania.
L'Italia non trovò particolari problemi contro la Slovacchia, vincendo con un comodo 2-0
Passarono il turno anche Turchia, Svezia, Ucraina, Inghilterra e Francia.
Ottavi di Finale
24.06.2028 Ibrox Stadium, Glasgow Turchia - Scozia 2-2 (4-1 d.c.r.)
24.06.2028 Cardiff City Stadium, Cardiff Portogallo - Svezia 0-2
25.06.2028 Hampden Park, Glasgox Ucraina - Romania 4-1
25.06.2028 Bridgend Community Stadium, Bridgend Italia - Slovacchia 2-0
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26.06.2028 Murrayfield, Edimburgo Danimarca - Inghilterra 1-2
26.06.2028 Millennium Stadium, Cardiff Francia - Polonia 2-2 (5-4 d.c.r.)
27.06.2028 White Rocks Stadium, Swansea Islanda - Rep. Ceca 1-3
27.06.2028 Aberdeen Sport Park, Aberdeen Spagna - Germania 0-0 (1-1 d.t.s. - 4-1 d.c.r.)