Cookie Consent by Free Privacy Policy website Di punto in bianco - Pagina 2

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Risultati da 11 a 17 di 17

Discussione: Di punto in bianco

  1. #11
    Promessa per il futuro L'avatar di astreo
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    La rosa non è malvagia, comunque. Ottimi i portieri, Marchetti e Berisha, discreta la difesa: non male i centrali, accanto al capitano Cana si alternano Biava, Ciani e André Dias, carenti le alternative ai terzini titolari, Radu e Konko.
    Il progetto prevede, per il centrocampo a tre, un mediano roccioso, Onazi, uno dai piedi buoni (Ledesma o Biglia) ed un terzo uomo abile negli inserimenti e dal grande fiato. È in questo ruolo che siamo più scoperti e Gonzalez mi dà continuamente l'impressione di essere un adattato. Il titolare designato dovrebbe essere Mauri, ma la squalifica lo terrà fuori fino a febbraio.
    Sugli esterni, indiscutibili le qualità di Candreva e Lulic, mentre Felipe Anderson, seppur lontano parente, quanto valori, di quello che stiamo ammirando in serie A, e Ederson sembrano essere ottime alternative. In avanti tre punte di ruolo, benché dalle caratteristiche diverse, Klose, Postiga e Perea, ed infine Keita, gioiello ancora un po' grezzo.
    Come già anticipato, il mercato, bloccato per scelta, ci porta in dote il solo Padoin, che apprezzo soprattutto per la versatilità in più ruoli del campo.

  2. #12
    Riserva L'avatar di maimau
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    Forza dacci dentro e noi ti accompagneremo
    Segui la mia storia:
    Il-Nizzardo

  3. #13
    Promessa per il futuro L'avatar di astreo
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    Il precampionato, quando non c'è praticamente mercato da fare, scorre via in fretta e la tournée in Israele passa abbastanza velocemente tra alti, dovuti principalmente alla debolezza degli avversari, e qualche basso, causato da una condizione fisica che, a luglio, è ben lungi dall'essere ottimale.
    Tornati a Formello organizziamo qualche altra amichevole, se non altro per i famosi novanta minuti nelle gambe. Ad oggi non ricordo neppure un risultato: non debbono essere state gare particolarmente esaltanti, ma neppure troppo modeste. Ricordo solo di un 3 a 1 in rimonta rifilato a domicilio all'Hibernian, che probabilmente è anche la squadra tecnicamente più dotata che abbiamo incontrato.

    Così mi ritrovo, a una sola settimana dalla partita di Supercoppa contro la Juventus, senza che la mia squadra abbia affrontato alcun serio banco di prova. Decido di contattare in fretta e furia qualche grande squadra disponibile a farci da sparring partner: trovo il Milan di Clarence Seedorf, un esordiente, proprio come me, solo un po' più famoso.
    L'amichevole di cartello termina sullo 0 a 0 ma, contrariamente alle mie aspettative, siamo noi a detenere il pallino del gioco per buona parte della gara e solamente l'imprecisione dei nostri uomini d'attacco ci impedisce di coronare di gioia la serata.

    E' sicuramente esagerato affermare che l'amichevole con i rossoneri ci galvanizzi in vista della Supercoppa ma, di sicuro, una parte del mio timore reverenziale nei confronti dei bianconeri sfuma. Penso di aver trovato la quadratura del cerchio dopo solo tre settimane che sono di stanza a Formello ed è con questa illusione che affronto la mia prima partita ufficiale da allenatore che coincide già con una finale, al cui raggiungimento io ho peraltro contribuito meno di zero.
    Ho l'occasione di passare alla storia portando a casa un trofeo all'esordio assoluto da allenatore, una sorta di Re Mida, un novello Di Matteo, peraltro beniamino da queste parti.

    Niente di tutto questo. La Juventus passa con un elegantissimo due a zero: apre Tevez a una manciata di secondi dal fischio d'avvio, chiude Llorente a una manciata di secondi dal novantesimo. In mezzo tanta, tantissima Juve e pochissima Lazio. Penso che abbiamo giocato male perchè la Juventus è troppo forte ma commetto l'errore biblico di guardare la pagliuzza nell'occhio altrui senza vedere la trave nel nostro e, col campionato dietro l'angolo, la faccenda rischia di diventare terribilmente seria.

  4. #14
    Promessa per il futuro L'avatar di astreo
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    Nell'ultima settimana prima dell'inizio ufficiale del campionato andiamo a Nyon, per il sorteggio di Europa League. Siamo campioni nazionali di coppa in carica, per cui siamo già alla fase a gironi, evitando la buccia di banana del preliminare. La sorte non ci è particolarmente avversa e ci designa in un ben amalgamato gruppo J: gli iberici della Real Sociedad, i transalpini del Saint Etienne ed i cechi dello Jablonec si interpongono tra noi ed i sedicesimi di finale.
    Il presidente Lotito tiene moltissimo a questa competizione, tanto che mi ha chiesto di mettercela tutta per arrivare almeno in semifinale, al limite sacrificando qualcosa anche in campionato, dove si accontenterebbe di una serena posizione di metà classifica.
    Condivido, anche perché decide lui.

    I giorni passano in fretta e questo precampionato esente da squilli si trasforma in una stagione che ci vedrà impegnati su tre fronti, speriamo il più a lungo possibile.
    All'Olimpico, dove non sono mai stato da tifoso, entro da allenatore. Davanti a noi c'è una neopromossa, il Livorno. Nonostante i giornalisti le abbiano provate tutte per caricare la gara di significati extracalcistici, il mister Nicola ed io, entrambi all'esordio nel massimo campionato, proviamo, da buoni pompieri, a rasserenare gli animi.
    E' la partita che aspettavo: in casa, contro una piccola, per rodare gli automatismi del mio 4-3-3. Ma non passano neanche cinque minuti, neppure il tempo di digerire l'emozione e di dissolvere il nugolo di fotografi intorno alla mia panchina, neanche cinque minuti che sono i labronici a portarsi in vantaggio con Belfodil. Sono gelato.
    Mi alzo in piedi, provo a cambiare qualcosa, forse ci azzecco perché produciamo il massimo sforzo che si traduce nel pareggio, naturalmente di testa, di Miro Klose.
    L'intervallo, anziché restituirci le forze sperate, sembra annientare la nostra verve. Siamo padroni del campo ma non troviamo lo spunto vincente, anzi lo lasciamo a Paulinho che, a sorpresa, fa 2 a 1.
    Niente, finisce così.
    Tra me e me, imboccando il tunnel degli spogliatoi, penso: "E' la serie A, bellezza!".

  5. #15
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    Squadra preferita
    Juventus
    ti seguo

  6. #16
    Riserva L'avatar di BfC
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    Rosa secondo ma da metà classifica, non di più

    sconfitta prevedibile con la Juve, male perdere in casa col Livorno

    ma la strada è lunghissima, forza.

  7. #17
    Promessa per il futuro L'avatar di astreo
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    Gli inizi sono difficili per tutti, tanto più se non sei un allenatore di fama, uno di quelli che ottengono il rispetto della truppa con un semplice schiocco di dita. I tifosi sono ancora legati a Petkovic, a quell'uomo pacato venuto dall'est che ha portato loro in dote uno dei momenti di più alto godimento del tifo biancoceleste contemporanea: la vittoria in finale di Coppa Italia contro la Roma. Anche i senatori della squadra sono ancora legati al serbo, anche se fanno di tutto per non farmelo capire, ma questo cambio della guardia improvviso ha lasciato interdetti anche loro.

    Nella mia situazione, quelli come me hanno pochissime cartucce e devono giocarsele subito. Iniziare bene, con gioco brillante e risultati interessanti, farebbe passare in fretta la nostalgia per il mio navigato collega serbo. Il problema è che proprio quelli non arrivano.
    La sconfitta col Livorno non è un caso isolato: i giocatori sembrano non digerire per niente bene il mio 4-3-3. Decido di essere caparbio, di insistere, ma la serie A non perdona niente e proprio le prime partite, quelle che avrebbero dovuto lanciarmi nei cuori biancocelesti e che la sorte aveva voluto neppure troppo impegnative, vanno male, malissimo. Neanche il tempo di incuriosirsi a me che i giornali già mi vedono sulla graticola.

    Verona-Lazio 1-0
    Lazio-Sampdoria 0-2

    Tre partite, un solo gol fatto e cinque reti subite. Zero punti in classifica.

    Sono in apnea, provo a prendere fiato, ma il tempo è tiranno. In settimana facciamo l'esordio in Europa, proprio l'Europa conquistata dal mio predecessore in quel pomeriggio domenicale di maggio. Che poi la squadra non è neanche cambiata molto, però sembra essere cambiato tutto.

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