Giochi della II Olimpiade
PARIGI 1900
DATA: 20 maggio / 28 ottobre
NAZIONI PARTECIPANTI : 24
NUMERO ATLETI: 1233 (1211 uomini, 22 donne)
NUMERO DI GARE: 95
DISCIPLINE: Atletica, Calcio, Canottaggio, Ciclismo, Cricket, Equitazione, Ginnastica, Golf, Nuoto, Pelota basca, Polo, Rugby, Scherma, Tennis, Tiro, Tiro con l'arco, Tiro alla fune, Vela
STORIA
Le prime Olimpiadi moderne si erano rivelate un grande successo di pubblico. Nonostante le richieste della Grecia, che avrebbe voluto essere designata come sede unica dei Giochi, l’edizione successiva fu assegnata a Parigi. La proposta, anche questa volta, partì da De Coubertin, attratto dalla possibilità di far coincidere le Olimpiadi con l’Expo in programma nello stesso anno.
Ma le Olimpiadi ne vengono inghiottite. Il commissario generale dell'Esposizione Alfred Picart e il presidente della Francia Emile Loubert non si preoccuparono minimamente dei Giochi e così, de Coubertin deve amaramente constatare che, alla vigilia dell'inizio delle gare, delle strutture previste non c'è assolutamente niente. Le Olimpiadi finiscono per essere disputate in campi di gara improvvisati e si protraggono per oltre cinque mesi.
Bisogna entrare nello spirito dell'inizio secolo, nell'atmosfera d'eccitazione che prese la Ville Lumière durante l'Esposizione Universale. Frenesia del nuovo che avanzava, invenzioni mirabolanti, espositori da baraccone, e la Tour Eiffel che campeggiava da poco sulla Senna. In questo quadro, le competizioni originariamente previste da de Coubertin come olimpiche, con un puntiglioso calendario pubblicato il 29 maggio 1898, divennero gare da concorso internazionale dell'Esposizione, e nessuno parlò mai ai partecipanti di Giochi olimpici. Fu arduo perciò già all'epoca parlar d'Olimpiade; assai più arduo dopo recuperare le gare vere da quelle per professionisti, a handicap, con premi in denaro. E altrettanto arduo fu discernere fra i veri e i falsi partecipanti olimpici: si pensi che nel tiro con l'arco il rapporto olimpico - un'accozzaglia di errori e imprecisioni racchiuse in due enormi e quasi inutili volumi - elenca la bellezza di 5.254 partecipanti! Con tutta evidenza, questi cosiddetti dati tengono conto delle selezioni avvenute nelle più sperdute località della Francia, fino a livello di paesino: a Parigi i francesi furono 13, che con l'aggiunta di 4 belgi diedero vita a una sarabanda di gare mai più viste né sentite in zona olimpica: gare au berceau (sotto una galleria), e au popinjay (alla pertica), al cordon doré, au chapelet, sur la perche... meglio sorvolare: ma i belgi, che qui lottano ad armi pari con i francesi, si vendicheranno con un bel coacervo di gare ad Anversa vent'anni più tardi.
Quello dell'arco è solo un esempio: ma abbiamo anche altre stranezze come la gara di nuoto sott'acqua o quella a ostacoli, discipline mai più viste come il croquet e la pelota basca, fino a un intenso torneo di polo; e per fortuna gli storici ci hanno liberato di 13 gare di auto, due di moto e una di camion; di 18 prove di volo in pallone; delle bocce o del salvataggio, e di otto competizioni di motonautica. Semplicemente, non figuravano nel programma originario di de Coubertin.
Non vennero organizzate né la cerimonia d'apertura, né quella di chiusura, per l'associazione dell'Olimpiade con l'Expo.
La decisione di tenere le competizioni esclusivamente la domenica portò alle proteste ufficiali dal parte degli atleti statunitensi, che parteciparono come rappresentanti dei rispettivi collegi e preferirono ritirarsi piuttosto che gareggiare durante il giorno di riposo, dedicato a Dio
Dalla confusione di Parigi, emergono 18 sport e 95 gare, nell'arco di cinque mesi e mezzo di competizioni.
Tutte, comunque, furono incastonate nella Fiera, aperta il 15 aprile 1900, alla presenza di governanti di 40 paesi. Le esposizioni furono oltre 83.000, di cui ben 7000 dagli USA, distribuite su un'estensione di 279 acri sulle rive della Senna, e su altrettanti al bosco di Vincennes.
L'Expo chiuse il 12 novembre, visitata da quasi 51 milioni di persone; l'Olimpiade ne fu solo un piccolo contorno.
L'esperienza di Parigi depresse profondamente de Coubertin che commentò: "I Giochi sono stati quello che potevano essere nelle condizioni in cui si sono disputati, ed è un miracolo che l'Olimpiade sia sopravvissuta a questa celebrazione". De Coubertin subito dopo Parigi commise l'errore di dar via libera a St. Louis, ma soprattutto mostrò di non aver fatto tesoro dell'esperienza parigina nell'abbinamento nefasto Olimpiade-Esposizione Universale: a St. Louis i Giochi diedero coloritura olimpica a qualunque evento sportivo, ma il tono da fiera paesana svilì molte competizioni e provocò anche una abominia come le gare riservate alle 'razze minori', di cui il barone si vergognerà per tutta la vita.
I PROTAGONISTI
Il regolamento dei Giochi olimpici consentì, per la prima volta, la partecipazione delle donne alle competizioni: il barone de Coubertin, influenzato dalla cultura dell'età vittoriana, in cui il genere femminile era considerato inferiore rispetto a quello maschile, e dalla tradizione dei Giochi olimpici antichi (in cui solo gli uomini erano autorizzati a partecipare agli eventi, con l'esclusione di donne, schiavi e barbari, ovvero non greci), aveva impedito la loro presenza ai Giochi della I Olimpiade; credeva che "la partecipazione di atleti donne fosse un male per l'atleta di sesso maschile, e che le sportive dovessero essere escluse dal programma olimpico".
Inoltre, a partire da questa Olimpiade, poterono partecipare esclusivamente gli atleti professionisti, a differenza di quanto deciso generalmente per Giochi olimpici di Atene del 1896.
Il numero di concorrenti - una stima che si affina anno dopo anno, a mano a mano che le ricerche storiche scovano nuovi dati - salì a oltre 1200 iscritti, rispetto ai 245 di Atene, in rappresentanza di 24 paesi: le donne furono 22
Nonostante tutte le difficoltà le nazioni partecipanti raddoppiarono (da 14 a 28) e le discipline passarono da 9 a 20 Gli atleti francesi la fecero da padroni – non senza qualche polemica – aggiudicandosi 26 medaglie d’oro e 101 totali, contro le 19 (e 47) degli Stati Uniti. A Parigi arrivarono molte prime volte: il primo titolo olimpico della storia per l’Italia, con Giangiorgio Trissino nell’equitazione, seguito poi dallo sciabolatore Antonio Conte; la prima medaglia d’oro per un atleta asiatico, l’indiano Norman Pritchard, che vinse nei 200 e 200 ostacoli; e, naturalmente, la prima campionessa olimpica, ovvero la tennista inglese Charlotte Cooper.
LE GARE
L'atletica fece la parte del leone, sul piano tecnico e dell'interesse suscitato.
Il programma definiva l'evento 'campionati universali', e mescolava gare a handicap per professionisti alle prove amateur, su piste e pedane del Racing Club di Francia al Bois de Boulogne. Si corse su una pista in erba, piena di buche e monticelli, lo sviluppo era di 500 m, il rettilineo finale era incastonato fra gli alberi, in mezzo ai quali finì spesso il disco lanciato dai concorrenti, talora vanificando buone prestazioni.
Molte delle prove atletiche, grazie soprattutto agli Stati Uniti, furono di buon livello. La Francia ne vinse una sola, ma ricerche successive le hanno tolto anche quell'oro. Infatti le indagini svolte nel 1990 dal francese Alain Bouillé hanno appurato che il vincitore della maratona, Michel Théato, garzone di panettiere nella banlieu, era in realtà nato in Lussemburgo, figlio di un mobiliere trasferitosi prima a Bruxelles e poi a Parigi. Il controllo sul percorso non fu impeccabile, se il quinto arrivato, l'americano Newton, sosterrà di non essere mai stato superato da nessuno e crederà d'aver vinto... Molti, dunque, probabilmente Theato compreso, hanno tagliato il percorso tra i vicoletti del centro: e a Newton arriveranno le scuse dei giornalisti francesi.
Nuoto e tiro con l'arco testimoniarono lo stato di confusione e l'approssimativa organizzazione di questi Giochi. Il nuoto si disputò in una Senna intasata di battelli, inquinata, con detriti di ogni natura, dall'11 al 19 agosto, in un caldo asfissiante. Fra le prove in programma, un incredibile 'nuoto subacqueo', in cui i concorrenti si dovevano tuffare e riemergere più lontano possibile dalla partenza (vinse il francese Charles de Vendeville, dopo 60 m e 1′08″4 dal via), e i 200 m a ostacoli, in cui i concorrenti dovevano arrampicarsi su un'asta, poi scavalcare un ponte di barche e nuotare a slalom fra altre imbarcazioni. Il tiro con l'arco ha messo a dura prova gli storici. Le gare 'olimpiche' si svolsero, in realtà, in tutti i villaggi francesi, e circa 5000 arcieri vi presero parte: il rapporto olimpico ne cita la maggior parte, ma è opinione comune che vada presa in considerazione solo la serie di prove disputate al bosco di Vincennes, dal 27 maggio al 14 agosto, con 13 superstiti francesi e 7 belgi.
Il canottaggio, sempre nella Senna, fece registrare il più giovane olimpionico della storia, di cui però si ignora il nome. Quando l'equipaggio del due con del Minerva di Amsterdam si rese conto che il timoniere Hermanus Brockman era troppo pesante rispetto ai ragazzini che timonavano le altre barche, assoldò un fanciullo fra gli spettatori della Senna o fra i timonieri delle prove juniores appena concluse e sostituì Brockman, aggiudicandosi la vittoria. Del fanciullo rimasto innominato esiste una foto, che lo mostra dell'apparente età di 7-10 anni.
In spregio a de Coubertin che non voleva le donne ai Giochi, alcuni sport ammisero competizioni femminili. Il primo oro olimpico femminile individuale lo fece registrare il tennis e andò a una britannica, Charlotte Cooper, che in finale batté 6-1, 6-4 la francese Hélène Prévost. Cooper, vincitrice a Wimbledon nel 1895, 1896 e 1898, conquistò in coppia con Reg Doherty anche il doppio misto. Sposatasi con il presidente della Federazione britannica, come Mrs. Sterry vinse di nuovo a Wimbledon nel 1901 e, a quasi 38 anni, nel 1908, a tutt'oggi la più anziana trionfatrice del torneo inglese. Morì a 96 anni.
Cooper non fu però la prima donna a conquistare un oro olimpico: la contessa Helen de Pourtalès, nata nel 1868, figlia di un banchiere di New York, il conte Bernard, il 22 maggio era con il padre a bordo dello yacht Lérina, di proprietà dello zio (svizzero) Hermann Alexandre de Pourtalès, quando vinse la prova riservata alle imbarcazioni fra 1 e 2 tonnellate, sostenuta nelle acque della Senna, a Meulan. Due giorni dopo, Lérina arrivò secondo nella stessa prova: le gare di vela furono infatti tutte disputate due volte, ciascuna considerata una finale.
MEDAGLIERE
L'ATLETA SIMBOLO
Alvin Kraenzlein (4 ori: 60 metri, 100 metri ostacoli, 200 metri ostacoli, salto in lungo)
IL FILMATO