e così, la pancia dell'inghilterra, la parte rurale, quella operaia, soprattutto quella over 50, ha votato per uscire dalla ue.

economicamente per loro potrebbe, dovrebbe essere un disastro. non esportano una beata minchia, la loro forza si basa quasi esclusivamente sugli istituti di credito (istituti di credito che ora minacciano di andarsene in altri paesi). per comprare dovranno creare nuovi accordi con la ue e con gli usa (che hanno già detto che ora si dovranno mettere in fila), accordi sicuramente meno vantaggiosi.

in buona sostanza chi ha soffiato sotto il "leave" l'ha fatto senza un piano vero e proprio di uscita. hanno puntato molto sullo stop all'immigrazione ma sul resto c'è nebbia fitta e smarrimento per un risultato che nemmeno loro credevano fosse possibile. mai sottovalutare il popolino.

d'altro canto anche la campagna per il "remain" non era basata sui benefici dello restare in ue ma solo sui possibili guai ad uscirne.

L'inghilterra ha fatto la propria scelta e storicamente sceglie sempre sbagliato per poi rimediare in corsa. Una volta però erano una superpotenza, ora non lo sono più (ma pensano di esserlo ancora).

La scozia ha scelto in blocco di rimanere e ora, giustamente, pretende un nuovo referendum per l'indipendenza (forse se avessero fatto prima questo i pro indipendenza sarebbero schizzati alle stelle)

ln irlanda del nord sono per la maggior parte a favore del remain, anche qui chiederanno un referendum per riunirsi all'irlanda?



la speranza è che l'uscita della uk riporti a più miti consigli i sapienti che comandano in ue.

una cosa in tutto questo casino è certa: per un po' di tempo la sterlina andrà talmente in basso che potremo andare là a gozzovigliare senza problemi