Cosa è il VAR e in cosa consiste l'esperimento proposto dalla Fifa? Nel senso comune la definiamo “moviola in campo”, per l’International Football Association Board (l’organismo internazionale indipendente che ha il potere di modificare le regole del gioco e introdurre innovazioni tecnologiche) e per la Fifa, che lo ha recepito, la definizione è VAR, acronimo di Video Assistant Referees. Si tratta di una nuova figura che andrà ad affiancare gli arbitri in campo attraverso il supporto tecnologico delle riprese televisive. Esistono già due esperienze del genere in Europa: in Italia c’è il progetto “Assistenti di tribuna” sviluppato dal Lanciano che si differenzia dal modello olandese per il fatto di collocare il box video all’interno dell’impianto. In sostanza, gli arbitri in questo caso avrebbero anche una visuale sul terreno di gioco. Possibile che la Fifa decida di testare entrambe le soluzioni, cioè box con vista sul campo di gioco e box “blindato”.
A quali situazioni di gioco si applica il ricorso alla tecnologia? La Fifa ha deciso di circoscrivere la sperimentazione della tecnologia video a tre specifiche situazioni di gioco e ad una quarta situazione “burocratica”, cioè lo scambio di persona in occasione di cartellini gialli e rossi. Si tratta delle azioni-decisioni che hanno maggiore impatto sulla partita. Il protocollo deve essere ancora definito nei dettagli (le specifiche infrazioni) e la Fifa finora ha tracciato solo delle linee guida. In linea generale, in occasione di un gol il video servirà a verificare che non siano state commesse infrazioni (fallo, fallo di mano, fuorigioco?); sulla concessione o mancata concessione di un rigore, il supporto tecnologico potrà chiarire se l’episodio è avvenuto dentro o fuori l’area, o se c’è stato un fallo di mano; l’aiuto dal box arriverà anche su fischi che portano ad una espulsione. O ad evitare appunto scambi di persona.
Sarà consentito alle squadre richiedere l'uso del video? No. A differenza di altre discipline sportive, nelle quali atleti e tecnici hanno la possibilità di richiedere un certo numero di volte il ricorso alla moviola (il cosiddetto “challenge”), il modello proposto dalla Fifa per la sperimentazione prevede che siano solo gli arbitri a poter decidere di utilizzare il supporto delle immagini tv. La richiesta può partire dal campo, cioè dal direttore di gara che chiede aiuto ai colleghi piazzati davanti ai monitor, ma può accadere anche il contrario, e cioè che siano gli arbitri nel box a segnalare al collega in campo l’opportunità di rivedere, con l’ausilio della moviola, una decisione già presa o una situazione di gioco su cui non si è intervenuti. In questo senso è un sistema “chiuso”, perché solo gli arbitri lo possono utilizzare. Però è illimitato: non c’è un tetto alle “chiamate” video.
Come funziona la "chiamata" e chi prende l'ultima decisione? La “chiamata” video può partire dal campo o dagli assistenti arbitrali che seguono il match davanti ai monitor. Una volta attivata la procedura, il secondo passo è la visione alla moviola dell’azione-situazione incriminata. I Var dal box sono in contatto con il direttore di gara via radio e gli comunicano cosa emerge dalla visione dei filmati. A quel punto il direttore di gara ha due opzioni. Può decidere di fidarsi del suggerimento degli assistenti video, e in quel caso adotta la decisione appropriata (che può essere anche la conferma di una decisione corretta già presa). Oppure può decidere di visionare direttamente il filmato: si recherà in una postazione a bordo campo, guarderà il video e poi deciderà. In ogni caso, l’ultima decisione spetta sempre e solo al direttore di gara che non vedrà limitata la sua discrezionalità.