Originariamente Scritto da
Khabar
La tesi ammetto di aver letto solo il sommario
Non ho avuto tempo di leggere tutto. Ma in sostanza mi pare di capire che - nonostante ci sia una legge particolare per gli sportivi e calciatori professionisti - alla fine dei conti i calciatori siano sostanzialmente dei lavoratori dipendenti.
Quindi io provo a fare un ragionamento di questo tipo: io sono titolare di un'azienda, e ho diversi dipendenti, tutti ottimi nelle loro competenze, ognuno importante per poter ottenere il meglio per la mia azienda. Ognuno di essi ha un contratto di lavoro a tempo determinato. Uno dei miei dipendenti riceve un'offerta di contratto da parte di un'altra azienda e lui decide di accettarla. Si dimette, con il dovuto preavviso, e alla scadenza lo saluto e arrivederci. Certamente per la mia azienda il fatto che lui se ne vada rappresenta un danno, perché devo trovare un sostituto, ma il preavviso o eventualmente penali nel contratto ampiamente evitano che il mio danno danneggi in modo significativo l'azienda. Ho tempo di trovare un sostituto e non ci rimetto soldi. In questo esempio, che senso avrebbe che l'altra società presso cui va a lavorare il mio (ex) dipendente mi paghi una cifra X per potergli offrire un lavoro? E' un contratto a tempo determinato. Mi ha dato preavviso. Abbiamo magari definito una penale per un caso di questo tipo. E qui faccio notare che una penale (clausola rescissoria) non sarebbe nemmeno sbagliata quindi secondo me MA in relazione al contratto del dipendente. In proporzione quindi dello stipendio che ha e in rapporto agli anni di contratto che ha ancora con me. Allora avrebbe senso. Ma dovrebbe essere un cifra che tenga appunto conto di questi due fattori e ovviamente del valore dell'azienda: se io ho una piccola società a conduzione famigliare non posso mettere una penale di mille fantastiliardi. Deve essere in proporzione oltre che al contratto del dipendente al fatturato dell'azienda.