domani Schwazer ritorna a gareggiare ufficialmente
e va a caccia del tempo di qualificazione per Rio
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toh sembra quasi fatto apposta sto articolo![]()
domani Schwazer ritorna a gareggiare ufficialmente
e va a caccia del tempo di qualificazione per Rio
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gara non ufficiale perchè non c'erano i giudici, però per quello che può valere Schwazer sui 20km ha stampato il sesto tempo mondiale dell'anno
Doping, Wada: "Sospendete la Russia dall'atletica"
La commissione indipendente istituita dall'agenzia mondiale antidoping chiede alla federazione internazionale (che ha avviato la procedura) di sospendere gli atleti russi da Olimpiadi, Mondiali ed Europei.
Accusati anche i servizi segreti e indirettamente il governo di Mosca
ROMA - Fuori la Russia dell'atletica dai Giochi di Rio.
La commissione indipendente istituita dalla Wada (l'agenzia mondiale antidoping) ha chiesto alla Iaaf (la federazione mondiale dell'atletica) che la Russia sia bandita dalle competizioni internazionali fino a quando Mosca non farà chiarezza sulle reiterate vicende doping che hanno negli ultimi tempi riguardato atleti russi. Nel dettagliato rapporto della Wada, 323 pagine redatte dopo una indagine durata 11 mesi, si individuano "fallimenti del sistema che impediscono o diminuiscono la possibilità di un programma antidoping efficace". Se la IAAF (tra l'altro anch'essa accusata nel rapporto) accoglierà tale richiesta, gli atleti russi dovrebbero essere esclusi da Giochi olimpici e campionati mondiali ed europei.
Nel rapporto la commissione chiama in causa anche il governo russo, accusandolo di complicità in tutti i casi di doping diffuso, arrivando ad affermare il coinvolgimento dei servizi segreti di Mosca (FSB), accusati di aver controllato il laboratorio antidoping moscovita anche durante le Olimpiadi invernali di Sochi 2014. La commissione interna, presieduta da Dick Pound, invita la Wada stessa a dichiarare immediatamente la Russia "non conforme al codice mondiale antidoping e che la Iaaf sospenda la federazione da tutte le competizioni finché tutto non sia chiarito". La prima ovvia conseguenza, in caso di accoglimento, sarebbe l'esclusione degli atleti russi da Rio 2016. Una bufera ulteriore sull'atletica leggera, visto che l'Interpol sta guidando una operazione internazionale sulla corruzione che coinvolge dirigenti e atleti. Una indagine partita dalla Francia che accusa l'ex presidente della Iaaf, Lamine Diack, di aver incassato somme di denaro dalla federazione russa in cambio del silenzio su più casi di positività al doping.
Pronta la replica della Russia, affidata al ministro dello sport, Vitaly Mutko, che ha negato tutte le accuse: "La Wada non ha il diritto di sospendere. Le conclusioni della commissione
non sono sostenute da prove e non contengono fatti nuovi. Se si legge il rapporto è scritto più o meno così: secondo le nostre informazioni c'è l'influenza dello Stato, rappresentato dal ministero, su tutto questo sistema. Non abbiamo le prove, però allo stesso tempo riteniamo che questa (influenza, ndr) ci sia. Ma che tipo di accusa è?".
"Qualsiasi sospensione deve essere discussa nella riunione della Iaaf nel mese di novembre - ha ribadito il presidente ad interim di RusAthletics Vadim Zelechenok - Dovrebbe essere dimostrato che le violazioni erano colpa della federazione e non dei singoli sportivi. Dovrebbero darci la possibilità di difendere la nostra reputazione". "Non c'è alcun motivo di privare i nostri atleti delle medaglie, anche olimpiche, o di squalificarli, e nemmeno gli allenatori. Le conclusioni della Wada hanno una motivazione assolutamente politica, come le sanzioni contro la Russia"", ha infine commentato Vladimir Uiva, capo dell'agenzia federale medico-biologica russa.
giusto per fugare ogni dubbio che si tratti di un attacco anche e soprattutto politico, stamattina le prime pagine dei principali quotidiani nazionali sono dedicate all'argomento con titoloni e accuse più o meno velate al governo russo.
l'unico giornale fuori dal coro, oltre ovviamente a quelli sportivi che alla politica hanno lasciato solo un trafiletto, è il Tempo che titola sul presunto progetto di rapire il figlio di Totti![]()
Così la Russia truffava il mondo. Spy story: tra 007 e servizi segreti
La Wada stana il sistema corrotto che distruggeva le prove e minacciava gli atleti.
Chiuso il Laboratorio di Mosca. Le relazioni pericolose del ministro...
Un copione da 007, una spy-story, quasi un fumettone: le 324 pagine del “Report finale” della Commissione indipendente dell’agenzia mondiale antidoping che, divise in 23 capitoli, lunedì hanno stravolto il mondo dello sport (e non solo quello), portano a galla intrighi e coperture, contengono clamorose rivelazioni e regalano colpi di scena degni di un giallo d’autore. Quello condotto dal 73enne canadese Dick Pound e dalla sua squadra è un lavoro minuzioso, dettagliatissimo, enciclopedico, terminato in soli sei mesi (dal 10 febbraio al 9 novembre), partendo praticamente da zero. Anzi, dalle denunce di un grande inchiesta giornalistica firmata da Hajo Seppelt e proposta in dicembre dal canale televisivo tedesco Ard. E’ la sintesi di testimonianze dirette e indirette, di documenti secretati e di prove riservate. Nel giro di ventiquattro ore ha già portato ad alcuni risultati concreti: ieri mattina la Wada, accogliendo la richiesta della Commissione, ha sospeso l’accredito al proprio Laboratorio di Mosca, responsabile dei controlli di oltre venti discipline. Il direttore, Grigory Rodchenkov, poche ore più tardi, come annunciato dal ministro dello sport russo Vitaly Mutko, si è dimesso dall’incarico.
LABORATORIO FANTASMA — L’inchiesta scoperchia una realtà che si credeva lontana, se non morta e sepolta: quella del sistema sovietico anni Settanta-Ottanta. Non c’è il Kgb, ma ci sono i nuovi servizi segreti della Fsb. La sostanza è (quasi) la stessa. Proprio quanto accaduto nei laboratori antidoping di Mosca (e di Sochi, durante l’Olimpiade invernale 2014), pare sia la trama di un film. C’è quello della capitale, uno dei trentadue accreditati Wada sparsi per il mondo e – ha scoperto la commissione Pound, arrivando a interrogare il relativo personale – ce n’è un secondo, sempre in città, all’apparenza fornito delle stesse avanzate tecnologie necessarie per effettuare i test. E’ noto come “Laboratorio della commissione dello sport moscovita per l’identificazione di sostanze proibite nelle provette degli atleti”. E’ gestito da autorità comunali ed è situato in una zona industriale periferica, a circa 10 km dal centro. Il direttore è stato identificato nel georgiano Giorgi Gezhanishvili: sotto le sue direttive opererebbero almeno sei persone. Con il Laboratorio Wada, teoricamente, non avrebbe rapporti. In realtà – ecco l’inghippo – potendo operare con regole diverse, sarebbe utilizzato per identificare in prima battuta gli atleti positivi ai controlli (delle urine) o comunque gli atleti in odore di positività. Atleti i cui esami, naturalmente (“coperti”, nascosti o spariti), non approdano mai all’altro Laboratorio. Dove invece arrivano regolarmente quelli “puliti”.
Ultima modifica di ataris; 11-11-2015 alle 10:03
Atletica, doping: Rio a rischio per 26 azzurri: Donato, Howe e Meucci è squalifica?
Un terremoto senza precedenti: l’atletica italiana è sotto shock. Ventisei azzurri, la maggioranza dei quali ancora in attività, con nomi di punta della Nazionale e anche alcuni possibili protagonisti all’Olimpiade di Rio 2016, sono accusati di aver eluso controlli antidoping.
La Procura per loro, in seguito agli sviluppi dell’indagine “Olimpia” scattata nell’estate 2014, ma riferita a un periodo compreso tra il primo trimestre del 2011 e il secondo del 2012, chiede due anni di squalifica. Da Andrew Howe a Daniele Meucci, da Fabrizio Donato a Daniele Greco, da Ruggero Pertile ad Anna Incerti: nessun settore è escluso, ma i più colpiti sono quelli della maratona e del salto triplo: nelle ultime stagioni, tra tante difficoltà, hanno tenuto alta la bandiera del movimento.
L’ITER — L’indagine, partita da un’accusa di mancata reperibilità ai controlli (il cosiddetto sistema dei “whereabouts”, quello del punto 2.3 del Codice Wada), ha riguardato 65 atleti: per 39, ieri, è stata chiesta l’archiviazione. Per gli altri (il 40%), ora alle prese con un nuovo capo d’imputazione (il punto 2.4), sarà il Tribunale antidoping del Coni a deciderne le sorti. I 26 non sono attualmente sospesi (lo si è solo in caso di positività) e, coloro ancora in attività, in attesa di “processo”, potranno continuare a gareggiare. Le audizioni, affidate a due distinte sezioni in base al valore tecnico dell’atleta, difficilmente cominceranno prima del mese di febbraio. I tempi, presumibilmente, saranno molto lunghi.
QUI FIDAL — “Nel ribadire la totale fiducia nell’operato della Procura Antidoping del Coni ed auspicando una rapida conclusione dell’iter giudiziario – commenta Alfio Giomi, il presidente della Fidal – ribadisco quanto affermato il 18 settembre 2014, all’insorgere del caso. La somma di negligenze, superficialità, incompetenza, inadeguatezza e chi più ne ha più ne metta, è senza fine. Ma la vicenda riguarda tutto (o quasi) lo sport italiano e non solo l’atletica, senza che questo sposti di una virgola la nostra responsabilità.Scaricare solo sugli atleti la responsabilità di quanto è accaduto (non si tratta in ogni caso di atleti dopati) è troppo semplice. L’atleta è il punto di partenza e di arrivo di tutto il movimento, ma in mezzo ci sono tecnici, società, federazione, Coni”.
I DEFERITI — Questi i 26 atleti deferiti: Roberto Bertolini; Migidio Bourifa; Filippo Campioli; Simone Collio; Roberto Donati; Fabrizio Donato; Giovanni Faloci; Matteo Galvan; Giuseppe Gibilisco; Daniele Greco; Andrew Howe; Anna Incerti; Andrea Lalli; Stefano La Rosa; Claudio Licciardello; Daniele Meucci; Christian Obrist; Ruggero Pertile; Jacques Riparelli; Silvia Salis; Fabrizio Schembri; Daniele Secci; Daddour Slimani; Gianluca Tamberi; Marco Vistalli; Silvia Weissteiner.
Non ci credo che si dopavano pure ste pippe![]()
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pensa se non si dopavano![]()
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