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LuK
Stadio della Roma: fondi distratti, sospetti su bancarotta ex proprietari
Nel mirino dei pm gli ex titolari del terreno di Tor di Valle: forse un tentativo di alienare beni alla bancarotta la vendita al prezzo di 42 milioni di euro, versati alla Sais
ROMA, 17 ottobre 2014 - C’è un nuovo intoppo sulla strada che, entro due anni, dovrebbe portare la Roma ad avere il proprio stadio sui terreni di Tor di Valle. La Procura, infatti, ha aperto un fascicolo sulla bancarotta di alcune società proprietarie del terreno su cui James Pallotta e i suoi soci vogliono costruire il nuovo stadio giallorosso. Il pm Mario Dovinola vuole capire se il prezzo di 42 milioni di euro (77 al metro quadro) versati alla Sais dal project manager del nuovo impianto Luca Parnasi attraverso Eurnova, per la vendita di circa il 50% dei terreni (un altro 42% è di proprietà di altri privati e il restante 8% è pubblico) su cui sorgerà il nuovo stadio, sia congruo o se si tratti di una distrazione di fondi legata alla bancarotta, per cercare di alienare beni della società e sfuggire ai creditori.
Prima udienza il 14 dicembre
La prima udienza dell’inchiesta, iniziata a Napoli su impulso della procura locale e poi passata per competenza territoriale nella Capitale, è prevista per il 14 dicembre. Giorni fa sulla vicenda si era espresso il sindaco di Roma, Ignazio Marino. «Una buona notizia - le sue parole -: faremo il nuovo stadio della Roma, lo faremo nei tempi previsti e dove abbiamo stabilito». Cioè a Tor di Valle. Concetto, questo, ribadito più volte anche dal presidente romanista James Pallotta, che ha fissato nella primavera del 2015 la data per la posa della prima pietra, nella speranza che la squadra giallorossa possa giocare la sua prima partita nel nuovo impianto nella stagione 2017 sempre che, come ha ammonito a più riprese Marino, «siano completate tutte le infrastrutture necessarie».
Entro ottobre il via libera del consiglio comunale
Proprio su pressione del sindaco i manager che si sono occupati del progetto avevano modificato l’idea iniziale, aggiungendo tutte quelle opere (il parco sul Tevere, il potenziamento dei mezzi pubblici) che hanno reso quello dello stadio un progetto di pubblico interesse. Un iter lungo e complesso, insomma, che va avanti da tempo: un paio di settimane fa c’era stato il via libera del consiglio del IX Municipio, che comprende la zona interessata, con il riconoscimento dell’interesse pubblico dell’opera. Il primo via libera della Giunta comunale era invece arrivato a metà settembre. Il provvedimento, dopo un passaggio nelle commissioni comunali competenti, andrà in Assemblea capitolina dove potrebbe essere approvato entro la fine di questo mese. Nel frattempo passerà al vaglio della Regione e di una conferenza di servizi. Ora l’inchiesta della procura che complica i piani della Roma: la strada per avere una nuova casa, insomma, è ancora lunga.
Fonte: roma.corriere.it (G. Piacentini)