“La serie A è la serie A in tutto il mondo”. Queste erano le parole che gli risuonavano in testa, quelle che gli aveva detto il suo agente qualche anno fa. Ora ci era arrivato alla serie A. Serie A del Lussemburgo, che si chiama “Nationaldivisioun”, ma sempre di serie A si tratta. La dirigenza del Rumelange gli diede carta bianca, e lui non perse l’occasione di rimaneggiare la squadra. I volti nuovi erano Strasser tra i pali, Yannick Theis e Kintzinger in difesa e infine Fullenwarth, Diop e Mike Theis a centrocampo. Il resto della formazione che si presentava all’esordio era riconfermata dalla stagione precedente. In uscita da segnalare era la partenza di Jean Marc Ferron, incantato dalle sirene dell’RC Hamm Benfica, che già ad inizio stagione si era garantita anche la firma dell’altra punta di diamante del Rumelange, Ibrahima Sangare, che si sarebbe unito alla sua nuova società durante la pausa invernale.
L’inizio fu esaltante, esordire in A con una vittoria non è da tutti, e tutta la prima metà del campionato continuò alla grande. Il Rumelange costruito per la serie A non sembrava essere una squadra che doveva salvarsi, bensì un’insidiatrice dello strapotere dello Jeunesse Esch e del Differdange, le due corazzate del campionato lussemburghese. Nelle 13 partite che portavano al giro di boa, solo queste due formazioni riuscirono a battere il Rumelange, che così a metà campionato si trovava nella metà alta della classifica ad accarezzare il sogno della qualificazione in Europa League.
Durante la pausa invernale bisognò fare i conti con la partenza di Sangare, trascinatore della squadra con 15 reti segnate nelle prime 14 di campionato, e per sopperire arrivarono due attaccanti di indubbio valore, Gardner e Colic
Si presentò anche l’occasione di tesserare un giovane terzino sinistro, Maier, che sarebbe stato inserito subito nell’undici titolare.
Gli entusiasmi del girone di andata a fine campionato si trovarono spenti in una dura realtà: Il calcio Lussemburghese è fatto così: davanti ci sono 4 squadre che si giocano il titolo, Jeunesse Esch, Fola Esch, Differdange e Dudelange, e indietro tutte le altre. Il Rumelange di De Santo si dimostrò essere né carne né pesce… finì in mezzo ai due gruppi, mai coinvolta nei giochi per non retrocedere, mai davvero vicina al vertice. A fine campionato chiuse 5 punti dietro le magnifiche 4 del Lussemburgo e 9 punti avanti al resto. A Vittorio sembrava di continuare a vivere in quel limbo che aveva caratterizzato la sua carriera da calciatore… primeggiava con i suoi pari, ma non abbastanza per passare al livello successivo.
Ma la verità è che il capolavoro lo aveva preparato per la coppa. Il Rumelange riuscì nell’impresa di vincere la coppa nazionale, superando proprio le grandi del calcio Nazionale, la Jeunesse Esch prima ed il Differdange poi. Una serie di fortunatissime coincidenza portarono in finale i dilettanti dello Schifflange, in quelle storie di calcio che si trovano di rado nei grandi campionati, e De Santo non perse l’occasione di chiudere la stagione con un titolo. La partita fu combattuta e negli ultimi minuti iniziò a puzzare di beffa, quando lo Schifflange segnò il gol del 2-3 all’83’. Ma la beffa non si realizzò, e a 33 anni De Santo mise in bacheca la sua prima coppa e l’accesso ai preliminari di Europa League.
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