prima finale federer-nadal nel 2006, l'ultima nel 2011
prima finale williams-williams nel 2001, l'ultima nel 2009
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Spettacolo Federer.![]()
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Non è saggezza: è attenzione
Secondo Ernest Hemingway, la saggezza dei vecchi è "un grande inganno. Non diventano saggi. Diventano attenti". Serena e Venus Williams e Roger Federer sono tennisticamente parecchio vecchi e dunque attentissimi se si dà credito sia all'autore di "Addio alle armi" sia a quanto i tre stanno mostrando sull'hard di Melbourne in questi giorni. E', forse, nell'estrema attenzione che si conquista con la maturità la risposta alla domanda "...perché l'età dei tennisti più forti tende a salire sempre di più?" che Monday's Net ha più volte posto a partire dalla giornata d'esordio degli Australian Open quando il commento alle ottime prestazioni di Paolo Lorenzi e Andreas Seppi venne titolato "L'Italia dei vecchietti"
La considerazione non riguarda solo i tre che oggi si sono guadagnati la finale. Sei degli otto semifinalisti dei tornei femminile e maschile degli AO sono infatti ampiamente ultratrentenni: Venus 36 anni e 6 mesi, Federer 35 e 4, Serena 35 e 3, Mirjana Lucic-Baroni 34 e 8, Stan Wawrinka 31 e 8, Rafael Nadal 30 e 6. Quest'ultimo domani contenderà a Grigor Dimitrov, che ha 25 anni, l'accesso all'evento di domenica. In alcuni casi siamo ai limiti dell'impossibile: solo Martina Navratilova nel 1994 a Wimbledon raggiunse una finale di Slam a un'età, 37 anni e 7 mesi, superiore a quella di Venus. Tutti e sei, senza eccezioni, hanno sfoggiato qui il miglior tennis degli ultimi tempi o addirittura di sempre come nel caso di Lucic-Baroni. L'"attenzione" hemingwayana di ciascuno di loro s'è esplicitata in precisione dei colpi, efficacia del servizio, velocità di esecuzione, massima concentrazione, soprattutto convinzione di poter ottenere, a dispetto del tempo che passa, risultati di altissimo livello grazie all'accurata preparazione fisica e psicologica. Il quinto set di oggi di Roger Federer condensa queste qualità, seppure limitate dalla stanchezza: a Stan Wawrinka in rimonta (7-5 6-3 1-6 4-6), l'ex numero 1 oppone un gioco più pratico che scintillante, che punta a contenere l'esplosività del connazionale e a sfruttarne ogni eventuale errore: che arriva puntuale al sesto game. E' il break decisivo. Da quel momento Federer si concentra solo sul servizio, che non può permettersi di cedere. È letteralmente perfetto: non ha più un attimo di distrazione e chiude 6-4 dopo 3 ore e 4 minuti di splendido tennis.
Secondo Ernest Hemingway, la saggezza dei vecchi è "un grande inganno. Non diventano saggi. Diventano attenti". Serena e Venus Williams e Roger Federer sono tennisticamente parecchio vecchi e dunque attentissimi se si dà credito sia all'autore di "Addio alle armi" sia a quanto i tre stanno mostrando sull'hard di Melbourne in questi giorni. E', forse, nell'estrema attenzione che si conquista con la maturità la risposta alla domanda "...perché l'età dei tennisti più forti tende a salire sempre di più?" che Monday's Net ha più volte posto a partire dalla giornata d'esordio degli Australian Open quando il commento alle ottime prestazioni di Paolo Lorenzi e Andreas Seppi venne titolato "L'Italia dei vecchietti"
La considerazione non riguarda solo i tre che oggi si sono guadagnati la finale. Sei degli otto semifinalisti dei tornei femminile e maschile degli AO sono infatti ampiamente ultratrentenni: Venus 36 anni e 6 mesi, Federer 35 e 4, Serena 35 e 3, Mirjana Lucic-Baroni 34 e 8, Stan Wawrinka 31 e 8, Rafael Nadal 30 e 6. Quest'ultimo domani contenderà a Grigor Dimitrov, che ha 25 anni, l'accesso all'evento di domenica. In alcuni casi siamo ai limiti dell'impossibile: solo Martina Navratilova nel 1994 a Wimbledon raggiunse una finale di Slam a un'età, 37 anni e 7 mesi, superiore a quella di Venus. Tutti e sei, senza eccezioni, hanno sfoggiato qui il miglior tennis degli ultimi tempi o addirittura di sempre come nel caso di Lucic-Baroni. L'"attenzione" hemingwayana di ciascuno di loro s'è esplicitata in precisione dei colpi, efficacia del servizio, velocità di esecuzione, massima concentrazione, soprattutto convinzione di poter ottenere, a dispetto del tempo che passa, risultati di altissimo livello grazie all'accurata preparazione fisica e psicologica. Il quinto set di oggi di Roger Federer condensa queste qualità, seppure limitate dalla stanchezza: a Stan Wawrinka in rimonta (7-5 6-3 1-6 4-6), l'ex numero 1 oppone un gioco più pratico che scintillante, che punta a contenere l'esplosività del connazionale e a sfruttarne ogni eventuale errore: che arriva puntuale al sesto game. E' il break decisivo. Da quel momento Federer si concentra solo sul servizio, che non può permettersi di cedere. È letteralmente perfetto: non ha più un attimo di distrazione e chiude 6-4 dopo 3 ore e 4 minuti di splendido tennis.
Ci sono anche motivazioni più tecniche e meno letterarie dietro il ritorno sotto i riflettori di quanti hanno imparato a giocare in condizioni diverse da quelle imposte recentemente da ATP, da WTA e dagli organizzatori dei maggiori tornei. Negli Australian Open 2017 ha pesato la maggiore velocità della rinnovata superficie in Plexicushion, che ha riproposto ritmi pre-2007. Roger Federer ha parlato di una velocità "drammaticamente aumentata", come piace a chi attacca. "In questa situazione - ha spiegato - la mia generazione si trova meglio. E' il caso di Venus, per esempio. Come me, predilige i campi rapidi, dove devi agire d'istinto".
L'analisi di Roger spiega indirettamente anche il fenomeno del quale ha magistralmente raccontato ieri su Repubblica Gianni Clerici: la riscossa del rovescio a una mano. Prendo per buona l'informazione che mi passa il competente Michele Pascolini via Twitter: "L'ultimo Australian Open con tre rovesci a una mano in semifinale risale al 2007: Federer, Haas, Fernando Gonzalez e Roddick". Il lettore si riferisce, oltre a Federer, a Wawrinka e Dimitrov. Il bulgaro dispone, a detta di molti tecnici, del più bel rovescio a una mano del circuito, che l'ha aiutato per la seconda volta in carriera a raggiungere una semifinale di Slam dopo UsOpen 2014. Non è un caso, credo, e va correlato anch'esso all'effetto Plexicushion.
Di Venus e Serena, di nuovo l'una contro l'altra in una finale dopo Wimbledon 2009 (allora prevalse la più giovane in due set), si dirà e scriverà allo sfinimento da oggi a sabato. A contare è quanto hanno dichiarato, separatamente, dopo aver eliminato oggi Coco Vandeweghe (6-7 6-2 6-3) e Mirjana Luci-Baroni (6-2 6-1): "Per noi questa finale è il più grande sogno che si avvera. Nessuna mi ha mai battuto tanto quanto lei" (Serena). "Sarebbe bellissimo sconfiggere mia sorella, che io adoro" (Venus). Amore e rivalità possono convivere solo nello sport.
Nadal-Dimitrov 6-3 il primo set
edit: Dimitrov vince il secondo 7-5 dopo aver fatto quasi di tutto per perderlo
Ultima modifica di ataris; 27-01-2017 alle 10:34
bellissimo tiebreak al terzo, vinto da Nadal 7-5
Prevedo una finale dura per Roger, a meno che questi finiscano 30-28 al quinto...![]()
Ex allenatore di Fiorentina, WBA ed Everton alle prime edizioni di FMREV...bei tempi
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