Leggendo tutto l'articolo mi vengono in mente un paio di osservazioni che vorrei condividere:
Non trascurerei il fatto del "taglio" dell rose delle squadre meno competitive; questo, nell'ottica anche di un probabile (e forse auspicabile) taglio nel numero di squadre di Lega Pro porterebbe ad un incremento di calciatori senza squadra che potrebbe portare a malumori anche all'interno della AIC stessa...
Ma la principale osservazione è un'altra: indubbiamente diminuire le squadre aumenta la qualità media del campionato. Ma ciò non porta automaticamente ad una maggiore competitività delle squadre in Europa... Fermo restando che la competitività non deve dipendere necessariamente dai diritti TV (e la Bundensliga ne è l'esempio), da quello che scrivi tu @JacopoP , il passaggio a 16 squadre comporterebbe una perdita media dell'1,32%, quindi sostanzialmente gli introiti sarebbero equivalenti. Questo è positivo. Ma a quanto ammontano i diritti TV della Premier o della Liga ad esempio? A memoria (quindi posso sbagliare) mi pareva di aver letto che fossero di gran lunga superiori a quelli della Serie A, è vero? E se è vero, credi che tutti gli aspetti positivi legati al passaggio a 16 squadre che hai giustamente elencato nell'articolo possano essere sufficienti a rendere il "pacchetto" più attraente e a colmare questo gap economico? E se sì, perchè Premier e Liga non si pongono il problema (magari se lo pongono?) di abbassare a loro voltà il numero di squadre nella massima serie?
Questo se il fine di tutta la riforma è quello di riportare il calcio italiano ai vertici d'Europa come era negli anni '90...
Tutto ovviamente IMHO...
si ma nessuno sano di mente con un calendario meno compresso deciderebbe di iniziare ad ottobre e finire ad aprile perché fa figo fare i turni infrasettimanalinel momento in cui hai meno squadre e meno turni da giocare ovviamente ti organizzi per gestire i soliti mesi di calendario partite (fine agosto la prima di campionato, entro fine maggio l'ultima)
Condivido gran parte di quello scritto, ma sono d'accordo anche su alcuni spunti messi da @alemar78
Diminuire a 16 la A non porta a rendere a 26 la B, anzi, di regola dovrebbe essere messa la medesima cosa anche nei campionati sotto, quindi con una drastica riduzione delle squadre professioniste. E come diceva Alemar, con perdita di "lavoro" per un gran numero di calciatori delle serie inferiori.
C'è da dire che il calcio non professionistico sta sempre più dimagrendo per fallimenti ed incapacità di gestire un mondo che dovrebbe essere solo "di divertimento". Qui in Liguria mi hanno detto che l'anno prossimo potrebbero cancellare la terza categoria per mancanza di squadre. Non che la terza categoria fosse qualcosa di imprescindibile, ma è un segno che il calcio non professionistico a costi troppo elevati per quello che realmente vale e dovrebbe fare.
Sulla competitività in Europa. Va detto che prima, quando la facevamo da padroni in europa anche noi, era un periodo dove i nababbi non c'erano, dove i presidenti, tranne pochi, giocavano tutti sulla stessa riga di soldi. Oggi l'arrivo di questi nababbi ha letteralmente distrutto il nostro calcio, perchè non siamo riusciti a dare un prodotto ricercato per l'estero, e quindi ben pochi vengono ad investire seriamente da noi. La Juve è l'unica squadra che ha tenuto la stessa proprietà per decenni, e quindi ha mantenuto alto il suo livello, visto anche che dietro c'è comunque un famiglia potente. Le altre si stanno cercando di riciclare fra americani e cinesi che, bontà loro, non capiscono una cippa di calcio e stanno investendo spesso male.
Aggiungiamo una cosa...16 squadre, con il mercato aperto come adesso, significherebbe anche la definitiva perdita per i nostri giovani di emergere, perchè verrebbero meno tutte quelle squadrette di secondo livello dove metterli a crescere. E questo porterebbe ad impoverire la base della nazionale.
mi allaccio a questo per provare a rispondere in parte al ragionamento che lo precedeva... secondo me invece la B potrebbe essere da più di 16 squadre, perfino ipotizzando di fare due gironi diversi e rendendo più competitivo sia un girone che l'altro e quindi dando buone possibilità di crescita per i giovani che non trovassero spazio nelle squadre di A
a tutto questo aggiungo che chi ha una politica di sviluppo del vivaio come autofinanziamento la adotterebbe sia che avesse 15 pretendenti sia che ne avesse 19
I soldi che girano in B, per i diritti tv, sono pochissimi. Le squadre falliscono a ripetizione perchè non tengono il ritmo dei costi. Fare addirittura due gironi servirebbe ben poco, visto che il livello tecnico della B non è tale ed utile per far crescere i giovani, almeno per me. I giovani, quelli che realmente servono e sono potenziali campioni, devono giocare ed essere a stretto contatto con i campioni, durante gli allenamenti. E' li che il giovane cresce, non certo andando a fare partite dove il tasso tecnico è bassissimo, dove le attrezzature di allenamento sono minime. Coì non crescono, invecchiano.
I giocatori crescono bene se giocano. Se si allenano e basta insieme ai campioni crescono ben poco! Detto questo ogni società ha la sua politica ma le riforme dei campionati non possono prendere in considerazione le scelte societarie su come allestire la rosa e su cosa privilegiare...
Il campionato di B è più competitivo del campionato primavera, se hai un giovane promettente che può giocare 25-30 partite da titolare in B meglio li che ad allenarsi una settimana con il tuo "tutor" di prima squadra e poi al sabato gioca in Primavera!
Ovvio che entro una certa età deve rientrare alla base, secondo me la B serve per i 18-19 enni massimo se a 20-21 anni lo mandi in B stai solo ammortizzando il costo dell'ingaggio e di formazione di un giocatore di tua proprietà che sai già che non serve per la tua prima squadra e magari provi a dargli visibilità per cederlo
Che il nostro campionato primavera è inutile sono d'accordo.
Ma un giovane di 18-19 anni anche in B va a fare spesso la riserva, perchè in quei campionati conta, più che in A, l'esperienza e la cattiveria di gioco. Quanti campioni sono usciti da giocatori che hanno fatto 2-3 anni in B? Pochissimi, solitamente li hanno fatto giocando in squadre di secondo livello ma in un campionato di A. Che debbano poter giocare è vero, fare solo panchina serve a poco, ma personalmente non vedo la serie B come una fucina per insegnare ai nostri giovani il gioco del calcio.
Soprattutto perchè in quelle squadre NON li valorizzano (non sono loro...figurati quanto gliene freghi), hanno strutture pessime di allenamento e spesso anche tecnicamente sono mediocri. In quell'età il giocatore si deve anche formare fisicamente, e se sbagli le preparazioni ti ritrovi un giocatore con problemi fisici nel momento in cui deve uscire
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