Il freddo è pungente.
Faccio in tempo a rincasare un attimo prima che comincino a ricadere i fiocchi. A breve le strade saranno di nuovo ricoperte da un soffice manto bianco.
Il tepore della casa è un sollievo. Metto l'acqua della doccia a scaldare mentre mi spoglio velocemente dai vestiti zuppi di sudore. Ho sempre avuto il bisogno di correre, oltre che per il benessere fisico anche per quello mentale. Mi aiuta a riflettere e a mettere insieme i pensieri.
Il getto è bollente e per un attimo mi ritraggo prima di prendere coraggio.
Ripercorro mentalmente il percorso di dieci chilometri pensando a dove posso aver perso il tempo che non mi ha permesso di battere il personale, ma a metà tragitto i pensieri vanno in un altra direzione. Anche oggi nessuna novità. Negli ultimi mesi sono state decine le domande e solo una manciata le risposte ma tutte con lo stesso esito. In giro purtroppo non si trova nulla e da ormai un paio di settimane stiamo intaccando quella che doveva essere la riserva per le emergenze.
Il problema è anche quello. Che la mia testa si rifiuta di accettare il fatto che ormai in emergenza ci siamo da un pezzo.