Infatti semplicemente non si può! Giulini ha un progetto, dicevamo... però la FIGC non è per niente contenta di questo scombussolamento; da qui a Luglio quando ci saranno i calendari dei nuovi campionati non è previsto un consiglio federale, la federazione è concentrata sui mondiali brasiliani, prossimi allo svolgimento e una modifica così profonda deve per forza di cose passare per un iter ben preciso.

A metà Maggio 2014 però le cose si smuovono, con una mossa a sorpresa la UE riconosce lo status di nazione autonoma alla Sardegna che tramite il Governatore in carica Pigliaru prende la palla al balzo e inizia a promulgare leggi per la neonata nazione. La gestione dei contributi statali passa unilateralmente da Roma a Cagliari e il governo Italiano da un giorno all'altro rimane con il cerino in mano. Forse per la neonata nazione è una scelta avventata, ci sono tante cose in ballo oltre che questo e mettersi muro contro muro con i "continentali" forse non fa bene alla causa generale. Qui entra in scena il Presidente Giulini che vola a Roma e parla con i massimi esponenti del calcio italiano e insieme ad alcuni politici sardi eletti in Parlamento prova ad avere colloqui informali con il Premier italiano. Bisogna ricucire lo strappo e soprattutto pensare al lato sportivo. A queste trattative partecipa solo il Cagliari anche se tutte le altre squadre sarde sono dietro il carro principale solo che il loro potere contrattuale è così basso che pensano più al rischio di vedersi cancellati dai tornei FIGC. Probabilmente un campionato "sardo" avrebbe poco senso, ma voci di corridoio parlano di un possibile piano B qualora si arrivasse ad un punto di non ritorno, è anche vero che il Cagliari è troppo più forte di qualunque squadra presente sul territorio, per molti presidenti i soldi sono già pochi bazzicando tra Eccellenza e Serie D figuriamoci se dovessero vedersi ridotti gli introiti giocando un campionato dove non ci sarebbero interessi televisivi, poco pubblico e attenzione dei media quasi nulla...
A fine Maggio 2014 si arriva ad una doppia conclusione, un po' perché la Federazione ha altro a cui pensare, i Mondiali in Brasile stanno per iniziare e un po' perché a Roma pensano che i Sardi siano impazziti davvero... Le voci di corridoio sono fondate, anzi fondatissime: il campionato sardo si farà. Viene annunciato in pompa magna dalla neonata “Federazioni Sardigna Giogu de Fubbal”. La notizia arriva in uno di quei momenti in cui sembra regnare lo stallo tra le parti in causa e forse è una mossa studiata proprio per sbloccare questo stallo, anche perché il tempo stringe davvero ormai… Come si svilupperà il tutto è ancora un mistero. Oltre all’annuncio di questa competizione non si sa altro. Si chiederà l’affiliazione alla UEFA per partecipare alle coppe europee? Le squadre che giocheranno in questi campionati quindi non giocheranno nei campionati FIGC?
Intanto a Roma lo sbigottimento fa bisboccia con le risatine. Una delle regioni più povere che decide di staccarsi da una nazione che per quanto in crisi economica è pur sempre dentro il G8! Roba da pazzi, ma che guadagno possono avere?
Su questo aspetto ci sarebbe tanto da poter dire, ci sono i pro e i contro da ogni prospettiva la si voglia vedere, ma quel che è più importante è che la FIGC ora deve darsi una mossa e prendere una posizione chiara. Spalleggiata da CONI e dal Governo italiano, detta le condizioni per la permanenza delle squadre sarde dentro i confini italiani. Il risultato penalizza, alla fin fine nel breve periodo, più il Cagliari Calcio che il movimento sardo nel suo complesso. Il Cagliari infatti paga caro l’esposizione del suo Presidente e al termine di una riunione del Consiglio Federale indetta d’urgenza per via delle novità importanti avvenute viene infatti retrocesso in Serie D (pur essendosi brillantemente salvato l'anno appena concluso e avendo meritato la conferma nel campionato di Serie A). Probabilmente paga per tutti ma è un dazio per l’aver ottenuto che tutte le squadre sarde partecipino ai campionati pro e semi pro organizzati dalla FIGC. In questo senso si è sostanzialmente ottenuto un compromesso: Il campionato sardo non avrà un valore “concorrenziale” verso i campionati FIGC che rimarranno quindi la competizione più importante per tutte le squadre sarde. Parallelamente le squadre sarde giocheranno quindi un torneo secondario con delle regole specifiche che è stato fortemente voluto dalla FSGF al fine di promuovere meglio lo sviluppo dei giovani sardi: i contorni di questo campionato saranno resi noti sucessivamente. Nel frattempo in Via Roma presso la sede del Consiglio Regionale (curioso che il palazzo della Regione abbia sede davanti al porto di Cagliari proprio nella via che prende il nome della capitale d'Italia) parte tutta la macchina legislativa.

A questo punto la domanda è d’obbligo: chi è Sardo e chi no? Che lingua ufficiale avrà la nuova nazione?
già qui si evidenziano le prime sostanziali modifiche rispetto alla versione 1.0 i più attenti capiranno