Non mi riferivo al fatto che gli allenatori vengano esonerati. Nè ad un rapporto usurato per forza con la dirigenza. Il problema maggiore anzi è proprio per quelli che non vogliono restare.
Di fatto qualcosa si rompe se alcuni decidono di andarsene e sinceramente entro certi limiti sapere cosa è irrilevante, quello che fa il totale è il numero.
Possiamo anche analizzare le situazioni tutte come un caso a se stante, ma resta un dato oggettivo che secondo me ha il suo significato.
Prendiamo ad esempio Luis Enrique, se egli a fronte dell'offerta del rinnovo non è voluto restare un motivo ci sarà e non è certo stato per andare in un'altra squadra. Allora o sono motivi strettamente privati, oppure secondo lui non c'erano le condizioni per continuare a lavorare. Giusta o sbagliata che fosse la sua eventuale convinzione il problema non è se fosse giusta e condivisibile ma è la convizione in sè che si è generata per qualche motivo; lì bisogna intervenire, non sulla convinzione, ma su ciò che l'ha causata. Lo stesso vale per Spalletti. E per Garcia, la squadra perché l'ha mollato, per i GPS?
E Zeman, indifendile fin quando vogliamo, ma capitan futuro lo mollò prima ancora di subito.
Per me vedere la situazione non nell'insieme ma come singoli casi separati fornisce ai giocatori quegli alibi che vorreste non ci fossero più. Se ogni volta ognuno è andato via per un motivo diverso allora la colpa non è mai dei giocatori, almeno fin quando sarà possibile trovare un altro colpevole.
Poi, ricordiamoci che siamo in una discussione che chiede che Di Francesco se ne vada![]()