E nel caso specifico dove sarebbero stati tolti questi 80 euro?
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La questione degli “80 euro”
Qui*entra in gioco il famoso bonus da “80 euro”, tecnicamente un credito di imposta sull’IRPEF riservato ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi. Questo credito non rientra nei conteggi di cui sopra, perché per le regole di contabilità non può essere*conteggiato come riduzione della pressione fiscale ma come maggiore spesa dello stato (che destina delle risorse a copertura dei mancati introiti). Questo perché gli 80 euro sono destinati a una categoria specifica di persone*e non sono invece una riduzione generalizzata delle imposte che spetta a tutti i contribuenti (come sarebbe per esempio una diminuzione orizzontale delle aliquote IRPEF).
Di fatto però il bonus da 80 euro significa più*soldi in tasca per alcune persone grazie a uno sconto sull’IRPEF: quindi il governo e il presidente del Consiglio sottolineano spesso che andrebbero conteggiati come un taglio di imposte. Cosa succede alla pressione fiscale se proviamo a seguire questa impostazione? Il vicepresidente della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, ha fatto questo esercizio utilizzando tutti i dati più aggiornati, lo scorso aprile, nel corso di un’audizione al Senato. Il risultato è che nel 2014 la pressione fiscale era pari al 43,2 per cento e nel 2015 al 42,9. Se conteggiamo gli 80 euro, quindi, in due anni la pressione fiscale è calata in tutto dello 0,7 per cento.
https://www.ilpost.it/2016/05/17/ren...o-delle-tasse/