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La Lega Calcio ha sgonfiato il pallone: senza Premium mancano 300 milioni
Nessuna progettualità, nessuna visione di lungo termine. Finita la fase “anti-Sky” che ha visto Mediaset e Lega Calcio alleate in nome della “concorrenza” e degli interessi incrociati tra l’adivsor Infront e la Confindustria del pallone, la serie A deve decidere in fretta cosa fare da grande. A meno di non voler rinunciare al miliardo di euro che ogni anno piove nelle casse delle società grazie alla cessione dei diritti televisivi.
La scorsa settimana Pier Silvio Berlusconi ha annunciato la progressiva uscita di Premium dal calcio limitandosi a un atteggiamento “opportunistico”. Il messaggio tra le righe per l’advisor è chiaro: Mediaset parteciperà alla prossima asta 2018-2021 in agenda per la primavera se ci sarà un pacchetto preparato su misura per il Biscione. Possibilmente a basso costo ed alto rendimento. Un colpo basso per la Lega secondo cui per le tv “i diritti del calcio non possono esser considerati sostituibili né dai diritti relativi ai programmi aventi natura differente da quella sportiva, né dai diritti degli eventi sportivi diversi dal calcio”. Eppure Mediaset ha mostrato ai suoi investitori come la Champions League abbia un’audience più bassa di Amici.
Il problema, però, è tutto in capo a Infront che da contratto deve garantire alla Lega Calcio almeno 1.040 milioni di euro l’anno: all’ultima tornata è riuscita a fare meglio incassando 1.131 milioni, ma questa volta dalla torta mancheranno i 373 milioni che puntualmente versa Premium. Insomma, il sentiero che porta in vetta si fa sempre più stretto.
La Lega Calcio si è mossa nei tempi previsti, ma nel frattempo la situazione è precipitata. Quando qualche settimana fa ha inviato per l’approvazione le Linee guida per il prossimo bando all’Agcom e all’Antitrust, ma non immaginava che Mediaset si sarebbe sostanzialmente chiamata fuori dalla partita, così come – probabilmente – non ipotizzava che Twitter avrebbe chiuso la sua sede in Italia.
Altrimenti non si spiega come mai Maurizio Beretta e i suoi uomini confidassero nella vendita dei diritti agli Ott (gli editori online). Facebook risponde “no comment”, ma intanto la trasmissione di una partita di Lega Pro lo scorso dicembre è stata un successo. Dal punto di vista finanziario, poi, non ci dovrebbero essere problemi, resta da capire se un investimento del genere sia nelle corde del social network di Mark Zuckerberg o no. Insomma probabile che il bando – quando ci sarà – venga letto con attenzione, più difficile però che l’investimento sia nell’ordine di quelle decine di milioni che serviranno a sopperire all’uscita di Mediaset.
Twitter, invece, negli Stati Uniti ha rilevato i diritti per 10 partite della National Football League di football americano, ma la società è in una crisi per alcuni analisti ormai irreversibile e la decisione di chiudere la sede italiana rende difficile l’idea di partecipare a una gara complicata come quella della serie A.
Il grande sogno di Infront sarebbe quello di avere un coinvolgimento più diretto delle telco, ma anche qui rischia di fare un altro buco nell’acqua. Vodafone ripete ad ogni occasione di essere un distributore di contenuti terzi non certo un editore; Tim, invece, ha appena scorporato Tim Vision per produrre contenuti premium, ma l’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha negato ogni interesse a partecipare all’asta per la Serie A. E d’altra parta l’ex monopolista ha già accordi di distribuzione con Premium e Sky, quindi non ha bisogno di allagare la propria base clienti con il calcio. “La chiave di volta potrebbe essere nel potenziamento dei diritti esteri” osserva Giovanni Palazzi, consigliere delegato di Stage Up, società di consulenza sportiva. Per l’ultimo bando di gara dall’estero sono arrivati 185 milioni di euro, difficile immaginare di fare molto meglio.
Il tempo, però, stringe: la Serie A che per anni ha vissuto sugli allori grazie ai soldi della televisioni e non ha mai diversificato le fonti di ricavi (il 61% del fatturato arriva dalle tv) senza le garanzie degli introiti da diritti rischia di venire decimate con squadre neppure in grado di iscriversi al campionato. Solo Juventus, Sassuolo (anche se indirettamente) e Udinese hanno stadi di proprietà: gli altri sono spesso fatiscenti. Una situazione che combinata con la diretta tv di ogni singola partita continua ad allontanare i tifosi dal campo di gioco.
Per uscire dall’impasse è probabile che Infront chieda uno sforzo maggiore a Sky, magari aumentando il numero di partite in esclusiva, ma difficilmente il network di Rupert Murdoch potrà spendere molto di più di quanto versa oggi (573 milioni di euro). E allora per coprire il buco e non far affogare i campionati, serviranno soluzioni innovative. E in fretta.
Questa è anche un po' colpa della mafia che c'è stata dietro in questi anni sui diritti tv... Già 2 anni fa se non sbaglio Mediaset non doveva rilevare nessun diritto televisivo perché aveva perso l'asta, ma con un intervento di Infront e di Galliani, sistemarono il tutto, addirittura abbassando il prezzo di vendita dei diritti tv.
E ora Mediaset dice che è pronta ad investire solamente se il prezzo è basso e la resa é alta?
Comunque spero che possano subentra società stile Netflix per distribuire i diritti online e magari in maniera molto più semplice senza avere obblighi di parabola, di contratti dove devi aggiungere per forza anche altri pacchetti, e via dicendo.
Anche avere anche la possibilità di pagare la singola partita ad un prezzo ragionevole, tipo 5 o 6 € o la singola giornata di campionato a 12€...
Magari sto vaneggiando, ma secondo me potrebbe funzionare, e di certo i broadcaster online hanno spese inferiori rispetto alle compagini satellitari perché non devono pagare 10 ospiti in studio.
Insomma, nel 2017 ci vorrebbe anche chi offra i contenuti anche in maniera diversa e semplificata
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AUTORIZZATO UFFICIALMENTE (DA CHI???? BOH) AD APRIRE I TOPIC DELLE PARTITE DI CHAMPIONS LEAGUE DELLA JUVE!!!!
In Lega Pro hanno la piattaforma streaming (SportTube credo si chiami) dove puoi comprare (limitato ad 1 squadra) il pacchetto full, il pacchetto trasferta oppure un singolo evento qualsiasi. Funziona bene, prezzi onesti. Ovviamente in ambito di Serie A e B infattibile per i miliardi di interessi che vi stanno dietro![]()
Bene bene
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https://watch.nba.com/packages?ls=le...p:generic:main
Infatti vedevo. Tenendo conto che hanno anche un numero di partite enormemente maggiore, mi sembra che i prezzi siano onestissimi e che sia un sistema assolutamente praticabile....in teoria.
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Appunto, mio zio si è comprato tutte le partite del Foggia a 29 o 39€ non ricordo.
E conta che le squadre di Lega Pro hanno un audience di molto inferiore a quelle di Serie A, quindi spesso con quei 39€ non ci copri nemmeno le spese.
Fare un pacchetto dove ti compri tutte le partite della Juventus a 80€.. Sarebbe così deleteria la cosa?
Insomma, siamo ancora a vecchie concezioni di vendita di un prodotto, quando siamo nel 2017 e c'è internet... Possibile che Netflix e Steam non abbiano insegnato niente? La gente al giusto prezzo e con un servizio ottimale, preferisce contenuti legali anziché lo streaming che scatta, con il commento in russo.
Purtroppo però ci sono sempre le solite persone da 20 anni che si spariscono i diritti...Con tutte le conseguenze del caso.
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