Partiamo dal presupposto che non sto difendendo nessuno, non me ne frega di niente di Froome. Si tratta solo di riuscire a capire ciò di cui si parla.
Non è il il salbutamolo a essere dopante, ma l'abuso oltre una certa soglia in realtà.
Il salbutamolo è bronco dilatatore per la cura dei sintomi dell'asma: lo ho usato anche io fino a quando l'asma non si è più presentato.
L’uso del Salbutamolo è consentito nello sport e di conseguenza anche nel ciclismo, a patto che si resti entro determinate soglie.
Mi sono messo a leggere alcuni articoli per avere le idee più chiare:
http://www.sportmediaset.mediaset.it...-201702a.shtml
E' stato stupido? Quasi certamente sì, e pagherà con una squalifica credo, ma la domanda rimane: è doping? Inteso come miglioramento delle prestazioni? IMHO no, perché trovo azzeccatissimo il paragone con le lenti a contatto dell'articolo di prima. Le lenti, il miglioramento della vista in corsa, sono doping? No. E nemmeno un medicinale per la cura di una patologia che è comune tra i ciclisti, come scritto più sopra. L'abuso è illecito, non il suo uso normale.Veniamo alla domanda fondamentale: il salbutamolo è una sostanza che se assunta in dosi elevante va a "dopare" la prestazione del ciclista?
"Questo è il punto fondamentale della faccenda. Si è parlato di salbutamolo come stimolante, ma non è stato dimostrato, perché non accresce la performance. Si è parlato di salbutamolo come anabolizzante, magari utilizzato dai body builder, ma non va ad aumentare la massa muscolare. Perlomeno, per avere un effetto significativo, andrebbe assunto in dosi massicce e per una quantità di tempo molto lunga, il che va a cozzare clamorosamente con tutta la serie di test antidoping ai quali è stato sottoposto Froome. Nell'ipotesi di abuso continuo (e non di utilizzo normale) di salbutamolo, sarebbe dovuto risultare positivo a tutti i controlli effettuati, non solo a quello del 7 settembre".
Lo usano perché:
https://it.eurosport.com/ciclismo/pe...24/story.shtml
Il motivo di quest’incremento statistico sugli sport di maggior fatica viene spiegato da uno studio dello specialista inglese John Dickinson per la Kent University, che nel 2014 testando un gran numero di atleti britannici ha scoperto che gli sportivi – oltre all’asma di natura allergica – possono soffrire anche di una tipologia d’asma causata proprio dagli allenamenti intensi e quindi dalla respirazione rapida sotto sforzo (EIA, exercise-induced asthma). Il tutto sarebbe accentuato anche dal cloro nel caso degli sport acquatici e dal freddo e dall’aria rarefatta per gli sport all’aperto in montagna.
In ogni caso lo stesso Dickinson evidenzia come la materia studiata sia “una zona grigia; non tutti gli pneumologi la vedono alla stessa maniera”.Sostanzialmente rimane la domanda: se l'asma rimane una patologia conseguenza (e non precedente) allo svolgimento di determinati sport, l'uso di un farmaco per contrastare questa malattia (entro certi limiti come stabilito), è doping?Tra gli atleti olimpici i numeri sono leggermente più alti: già nel 2012 uno studio della University of Western Australia evidenziava come gli atleti asmatici presenti ai Giochi fossero l’8% del totale, ma il dato più evidente riguarda i picchi relativi a determinate discipline sportive: su nuoto, ciclismo, triathlon e sci di fondo si arriva al 15-20% dei casi.
Che poi la prendete sul vivo come se queste zone "grige" fossero proprie del ciclismo e basta, ma si tratta di zone grige che coinvolgono ogni attività sportiva a livello professionistico. Quindi appunto, va bene fare le crociate contro il ciclismo, ma questo non è che rende automaticamente puliti e tutti i in regola gli altri sport.
Non si tratta di essere stupidi, ma porsi delle domande e magari non ragionare per bianco/nero e basta.





					
					
					
						
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